Al Teatro Verdi di Trieste fino a sabato 21 maggio 2016
Una “Bohème” fresca, giovane, senza inutili fronzoli è quella cui si può assistere al Teatro Verdi di Trieste fino a sabato 21 maggio (allestimento scenico del teatro del Giglio di Lucca), grazie alla misurata regia di Marco Gandini e alle scene di Italo Grassi che, di quadro in quadro – disordinato il primo, caotico e ridondante il secondo, essenziale il terzo, spoglio e desolato il quarto – si liberano progressivamente di orpelli seguendo passo passo l’aggravarsi della salute di Mimì. È una visione che affronta con gran rispetto un’opera in cui gli equilibri interni sono delicatissimi: la musica di Puccini, l’impianto drammaturgico e il libretto di Illica e Giacosa si fanno un unicum, vero e proprio organismo vivente e pulsante, in cui tutto corre a perdifiato verso l’inevitabile finale già annunciato fin dal principio. L’intensità estrema di questa tragedia è tale grazie alla leggerezza con cui viene espressa e all’alternarsi rapidissimo fra momenti comici e drammatici, esaltati da una musica in cui i livelli di lettura ed i rimandi sembrano essere infiniti come le immagini di un complesso caleidoscopio. In tutto questo l’orchestra della Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste, diretta da Renato Balsadonna, ha saputo giocare in modo adeguato il proprio ruolo.
Per la prima assoluta del 1896 al Teatro Regio di Torino, diretta da un giovanissimo Toscanini, Puccini non volle che ad interpretarla ci fossero dei divi, ma dei professionisti capaci di creare un assieme. I cantanti che si sono alternati sul palcoscenico di Trieste sono stati capaci di offrire questo stesso effetto al pubblico, che ha risposto con moltissimi applausi, sia a scena apertache a conclusione dello spettacolo: giovani, spensierati, incoscienti, ma capaci di ridere e scherzare come dei ragazzini, ma anche di offrire con semplicità tutto quel che hanno di più caro per alleviare gli ultimi momenti della loro amica. Lana Kos e Hye-Youn Lee (Mimì), Rame Lahaj e Ho-Yoon Chung (Rodolfo), Marie Fajtova (Musetta), Marcello Rosiello e Matías Tosi (Marcello) e Ivan Šarić (Colline) interpretano i rispettivi ruoli in modo da permetterci di entrare veramente nella vita dei personaggi e di lasciarci coinvolgere dalle loro emozioni perché la recitazione e la vocalità di ognuno li rispecchia, rendendoli credibili. Bravi anche i comprimari: Dario Giorgelè (Benoît e Alcindoro), Motoharu Takei (Parpignol), Vincenzo Nizzardo (Schaunard), Hektor Leka (Il sergente dei doganieri), Giuliano Pelizon (Un doganiere), Dax Velenich (Un venditore ambulante). Grande il successo del coro, diretto da Fulvio Fogliazza, nel secondo quadro, assieme a “I Piccoli Cantori della Città di Trieste” preparati da Cristina Semeraro e alla “Civica Orchestra di Fiati ‘Giuseppe Verdi’ – Città di Trieste” presente anch’essa sul palco.
Paola Pini