Anima Mundi, la drammaturgia delle donne, VII ed. – letture sceniche

Data:

Anche se sono passati dei mesi ci piace comunque ricordare questo evento, avvenuto al Teatro Franco Parenti di Milano lo scorso 7 marzo…

Quest’anno, il 7 marzo 2016, il Teatro Franco Parenti di Milano ha ospitato, come di consueto, la VII edizione della Rassegna Anima Mundi, la drammaturgia delle donne, ideata e diretta da Ombretta De Biase. E’ stata rappresentata una lettura scenica di tre opere teatrali aventi per tema il coraggio e l’ingegnosità delle donne all’interno di movimenti e azioni collettive. Con un viaggio a ritroso nel tempo abbiamo assistito ad un excursus storico sulle donne che, in epoche più o meno lontane, miracolosamente insieme, sono riuscite a ridefinire il senso della loro presenza nel mondo. Diverso era il momento storico e i modi e i valori in cui si è inquadrata questa azione ma generale, direi universale, è stato il suo contributo sia materiale sia ideale in epoche in rapida trasformazione o di drammatica crisi.

Le riduzioni drammaturgiche sono tratte da Racconto di maggio di Maricla Boggio, storia della tragica esperienza delle donne nei lager nazisti; La nobiltà et l’eccellenza delle donne co’ difetti e i mancamenti degli uomini di Lucrezia Marinelli, scrittrice del XVI secolo che volle rispondere a Giuseppe Passi, autore di un’opera Dei donneschi difetti; e infine La verità sulle beghine, documentario in teatro di Ombretta De Biase, che ripercorre la storia straordinaria del “movimento delle beghine”, presente in Europa dal XII al XIV secolo e ufficialmente condannato da Papa Clemente VII nel 1312.

In Racconto di maggio quattro ex deportate si uniscono a due donne in viaggio nei luoghi dei campi di concentramento. E’ maggio, e giorno di commemorazioni, buona occasione per ritrovarsi lontano dalla città, all’aperto, per quella che si presenta inizialmente come una scampagnata.

Del campo sono state cancellate molte cose, mancano le baracche…le torrette…le guardie col mitra….il filo spinato…Ma non basta per dimenticare… il cielo nero di fumi e di ceneri della ciminiera, le camere a gas, i forni, le condizioni di vita fatte di privazioni, violenze e umiliazioni. Tra le donne in viaggio e le ex deportate si crea un rapporto particolare, il racconto di come sia stato possibile sopravvivere è fatto di storie individuali, di gesti quotidiani, di affetto e comprensione per le compagne. Tutto viene chiuso nella memoria per poter essere raccontato e diventare coscienza vigile perché non ritorni a prevalere l’uso del potere e della violenza contro l’uomo, o come è ormai riconosciuto oggi, contro l’umanità.

Osserviamo che nella realizzazione drammaturgica del testo, per la perfetta fusione tra memoria e vita, tra passato e presente le parole non suggeriscono rabbia, rancore, odio. Ma è chiaro invece da che parte si deve stare. In scena, in una sorta di mostruosa presenza, due personaggi senza nome proprio, un generale e un intellettuale rappresentano l’ideologia e i caratteri psicologici di quel sistema: SS1 – generale nazi – isterico –roboante – militaresco e SS2 intellettuale nazi – apparentemente pacato ma più spaventoso.

Di diverso tono è la seconda lettura, La nobiltà et l’eccellenza delle donne, colta, divertita e ironica affermazione della nobiltà e eccellenza delle donne all’interno di una secolare diatriba che vede l’uomo raccogliere onori e pregi in ogni campo del sapere e dell’agire. In particolare a quei tempi, sul finire del XVI secolo, l’opera di Giuseppe Passi aveva offeso le donne per la volgarità di certi suoi giudizi e la riproposizione di vecchi pregiudizi.

La risposta viene da Lucrezia Marinelli, poetessa e scrittrice molto apprezzata dai letterati suoi contemporanei. Nasce a Venezia nel 1571 da una colta famiglia di medici e umanisti. Si dedica a studi filosofici, alla scienza e alla letteratura, che insieme confluiscono nelle sue opere. La medicina ancora non era separata dalla filosofia e lo studio del corpo umano non aveva moderni caratteri scientifici, ma era parte della filosofia della natura. Molto interessante quindi è la dottrina che riteneva essere Il corpo dell’uomo caldo-secco e che da questo avessero origine le sue incontrollate pulsioni di vita. La donna al contrario aveva una natura caldo-umida da cui derivava il maggior equilibrio, la più alta spiritualità e le sue qualità pratiche e di governo. Da siffatta dottrina nasce una dettagliata analisi comportamentale dell’uomo, e una critica al prevalere nella cultura occidentale dell’idea di superiorità dell’uomo sulla donna, condannata alla marginalità, se non e più spesso all’inferiorità.

E’ la donna che produce il maschio, gli dà anima e vita ….

Anche se per le donne il cammino fatto è stato importante, forse può ancora valere che nell’elenco impietoso dei difetti dell’uomo le donne trovino un momento di svago o pace ai loro affanni.

Siamo dunque alla terza lettura scenica La verità sulle beghine: l’intero mondo basso-medievale è mosso da un movimento femminile assolutamente atipico per le forme in cui si realizzò e per la enorme diffusione che ebbe in Europa nel XIII secolo.

Le beghine in una Europa dilaniata dalle guerre che lasciavano sul campo uomini e mariti, in un’epoca alquanto oscura della Chiesa, corrotta e in lotta con le sette ereticali, scelsero di vivere liberamente in comunità dedicandosi ad opere di bene, e di assistenza di coloro che vivevano in miseria e senza aiuto.

La loro opera era fondata sullo studio della Bibbia, da buone cristiane, ma senza la mediazione della chiesa ufficiale, il loro credo era nel praticare l’amore disinteressato.

Centinaia di migliaia furono le donne che fecero parte del movimento: misero in comune le loro ricchezze e fondarono non monasteri e regole ma centri di irraggiamento delle loro opere, i beghinaggi, fatti di casette di legno affiancate, disposte a circolo: piccole città indipendenti dentro la città.

La chiesa non ostacolò il movimento inizialmente, ma la resistenza delle beghine ad essere inquadrate nel sistema degli ordini religiosi, la loro autonomia di azione ma anche di pensiero, la fede lontana da aspetti materiali e vissuta in forme di altissimo misticismo, fece crescere il sospetto di eresia nelle gerarchie della chiesa, fino alla più alta carica del Papa. Alla condanna ufficiale di Papa Clemente seguirono i roghi, la distruzione delle opere di teologia delle più significative rappresentanti del movimento, e la distruzione dei beghinaggi. La Storia ha fatto il resto cancellandone la memoria.

Siamo state attente finora ai testi per i loro temi ma l’impianto drammaturgico delle letture di Ombretta De Biase non è così lineare come appare dalla nostra esposizione. In scena la narrazione è un racconto collettivo di esperienze vissute e sentimenti veri. Più voci formano il discorso, con varietà di toni e caratteri. Ne La nobiltà et l’eccellenza delle donne entra la citazione di poesia attraverso la figura del poeta, presente ma come voce fuori campo e anche fuori tempo. Su questa linea la figura del narratore o del personaggio esterno, la presenza cioè di cornici anche doppie, come avviene ne La verità sulle beghine attua la saldatura tra passato e presente. A fianco del problema delle cose che accadono e tendono necessariamente a ripetersi, si è posti, noi spettatori, di fronte alla responsabilità di conoscere ed essere pronti a difendere la libertà e la dignità dell’uomo sempre. Non si tratta di un discorso astratto, neppure di genere, come potremmo superficialmente pensare. Si tratta di avere rispetto per la vita e per l’uomo. E su questo percorso siamo accompagnati per mano come per un lungo cammino.

Vanda Aleni

Seguici

11,409FansMi Piace

Condividi post:

spot_imgspot_img

I più letti

Potrebbero piacerti
Correlati

11-11 Memories Retold

Non potevo iniziare questa nuova rubrica di videogiochi senza...

LA PARANZA DEI BAMBINI. La vera luce sono i ragazzi sul palco

Roma, Teatro Piccolo Eliseo, fino al 17 dicembre 2017 Per...