La Traviata delle cornici

Data:

Verona, Arena, fino al 30 luglio 2016

La Traviata ritorna all’Arena nell’allestimento del 2011 interamente curato da Hugo de Ana, uomo di teatro dall’indole estetica pregna di equilibrio e grazia formale – indimenticabili a Verona Nabucco (2000) e Tosca (2006). Adattare la dimensione salottiera a un ambiente vasto non è compito facile. De Ana lo risolve brillantemente tramite cornici e piani inclinati dai suggestivi effetti geometrici. La visione generale è quella di tele viventi denuncianti la solitudine che circonda la cortigiana, in un tripudio di costumi raffinatissimi. Mentre le masse popolano infatti spazi sgombri, ma illuminati da luci festose, nella sfera privata la scena si arricchisce di ombre e dettagli, tanto che il terzo atto, tra bauli, quadri, veli nuziali e pignoramenti, visualizza il vagare mentale di Violetta negli ultimi istanti terreni. Il pensiero corre a Margherita Gautier di Eugenio Scomparini (Trieste, Museo Revoltella), ritratto in cui il morbo esanima la giovine con sullo sfondo camelie bianche e rosse a rammentare la beltà e la disponibilità d’un tempo ormai passato. E’ proprio su questa tisica misericordiosa che De Ana spende tutto se stesso, imponendo al soprano una recitazione decisa, risoluta e assai umana. Comprendendo le difficoltà che investono la Fondazione, motivo per cui in questo festival non ci sono nuovi allestimenti, aleggia tra comparse e ballerini una certa stanchezza, palese nella coreografia di Leda Lojodice chez Flora.

I motivi per presenziare al secondo cast? Non per Fabio Mastrangelo che guida l’orchestra dell’Arena in una lettura alquanto ordinaria, dalle caute dinamiche e troppo in punta di bacchetta. Non per l’Alfredo di Cristian Ricci, incommentabile. Solo per la grande prova della protagonista e del rivale padre padrone. Ekaterina Bakanova non si limita a cantare Violetta, ma la vive, forte d’una sapienza drammatica di raffinata e superba levatura. Volumi perfetti, fraseggio eloquente e passaggi di registro sempre curati ingioiellano un lancinante Amami Alfredo, un commovente concertato finale e un Addio del passato emozionante. La prestazione è tutta in crescendo ed è nel secondo e terzo atto che Bakanova offre una preziosa lezione di canto. Germont di rara perfezione quello di Delibor Jenis, saldo nella voce piena di colori, intonata e ben dosata. Il lungo incontro tra Bakanova e Jenis nel secondo atto è senza dubbio il momento migliore della serata.

L’Annina di Teona Dvali pecca in dizione e chiarezza espressiva. Di buon livello i comprimari: Clarissa Leonardi è Flora solare, Paolo Antognetti ottimo Gastone, al pari del Douphol di Alessio Verna, dell’Obigny di Romano Dal Zovo e del dottore di Paolo Battaglia che non cade sulle “poche ore”. Completano il cast Cristiano Olivieri come Giuseppe e Victor Garcia Sierra, domestico e commissario.

Meno brillante del solito il Coro, diretto da Vito Lombardi, con una leggera discrepanza tra sezioni femminili e maschili.

Applausi per tutti alla recita del 15 luglio da parte del non nutritissimo pubblico, con approvazioni particolari per Bakanova, Jenis e Mastrangelo.

Luca Benvenuti

 

La Traviata
Melodramma in tre atti
Libretto di Francesco Maria Piave
Musica di Giuseppe Verdi
Personaggi e interpreti (secondo cast):
Violetta Valéry: Ekaterina Bakanova
Flora Bervoix: Clarissa Leonardi
Annina: Teona Dvali
Alfredo Germont: Cristian Ricci
Giorgio Germont: Dalibor Jenis
Gastone di Letorières: Paolo Antognetti
Barone Douphol: Alessio Verna
Marchese d’Obigny: Romano Dal Zovo
Dottor Grenvil: Paolo Battaglia
Giuseppe: Cristiano Olivieri
Domestico/Commissionario: Victor Garcia Sierra
Direttore: Fabio Mastrangelo
Regia, scene, costumi e luci: Hugo de Ana
Coreografia: Leda Lojodice
Orchestra, coro, corpo di ballo e tecnici dell’Arena di Verona
Maestro del coro: Vito Lombardi
Coordinatore del corpo di ballo: Gaetano Petrosino
Direttore allestimenti scenici: Giuseppe De Filippi Venezia
Foto di Scena Ennevi

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