Piqued Jacks. La miglior band emergente toscana del 2016 guarda all’America

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Vengono da Borgo a Buggiano, in provincia di Pistoia, ma sono ormai cittadini musicali del mondo.

Si chiamano Piqued Jacks e nascono ufficialmente nel 2006, quando quattro amici di lunga data – E-King (voce e piano), Penguinsane (chitarra), Littleladle (basso) e ThEd0g (batteria) – decidono di intraprendere un percorso musicale comune, mescolando rock alternativo, funk, hard rock e tanto altro, con l’occhio e soprattutto l’orecchio rivolti costantemente alla scena americana.

Da allora ep, album – gli ultimi in ordine di tempo sono Climb like Ivy does del 2015 e la sua versione acustica intitolata Aerial Roots del 2016 – e una marea di date in Italia e Stati Uniti.

Quest’anno i Piqued Jacks sono stati nominati Best Arezzo Wave Band Toscana, un’altra medaglietta da appuntare al petto di un gruppo dalla carriera decennale ma con tanta voglia di continuare a stupire e trasmettere una bella energia. Andiamo a conoscerli meglio.

Miglior gruppo toscano del 2016. Mica male…

Littleladle: “Il premio ricevuto quest’anno ci ha permesso di suonare nell’edizione dello scorso luglio di Arezzo Wave. Per noi è stato motivo di orgoglio e felicità, perché il festival aretino è una delle poche realtà in Italia che sa promuovere le band emergenti”.

Da tempo vi dividete tra Italia e Stati Uniti, due mondi musicali molto diversi. Quali differenze avvertite principalmente quando suonate Oltreoceano?

E-King: “In Italia è dura fare musica e viviamo sulla nostra pelle ogni giorno le difficoltà, che sono le stesse di tutti i gruppi giovani. L’America è un altro pianeta. Texas e Midwest sono diventate le nostre seconde case, dal 2013 ci siamo andati più volte e lì abbiamo scoperto che chi fa musica indipendente è tenuto in alta considerazione, non tutto è appannaggio delle major.

Quella mentalità in Italia è rara, quindi vogliamo spezzare ancora una volta una lancia per gli organizzatori di Arezzo Wave, che invece hanno la sensibilità per capire quanto vivo e autentico sia il mondo indie e quanta qualità ci sia nel nostro underground musicale”.

Foto Simone Ridi
Foto Simone Ridi

 Piqued Jacks significa letteralmente “spinotti eccitati”. Come nasce questo nome singolare?

 Littleladle: “Anni fa, durante una delle prime prove, mi è caduto il basso di mano e si è piegato il jack. Quando lo abbiamo smontato per ripararlo ci siamo accorti che aveva assunto una forma fallica e per non essere troppo espliciti abbiamo utilizzato l’aggettivo piqued, che significa anche ‘interessato in maniera passionale, stimolato’.

Da cosa direte voi? Dalla musica ovviamente!”.

Quali sono i vostri progetti attuali?

Littleladle: “Negli ultimi mesi ci siamo concentrati soprattutto sull’aspetto live. Abbiamo macinato date su date, suonando in apertura di artisti noti come Dolcenera, Piotta, Modena City Ramblers.

Abbiamo tuttavia in programma di lavorare anche a nuovo materiale, per dare seguito a un album che portiamo in giro ormai due anni. Di recente lo abbiamo ri-arrangiato in chiave acustica con ottimi riscontri, ma è il momento di aggiungere un tassello alla nostra discografia”.

Proprio la classe che trasuda da “Aerial Roots” vi ha fatti apprezzare anche da un pubblico diverso.

E-King: “La dimensione acustica ci ha aperto nuovi orizzonti. In generale però cerchiamo sempre di metterci alla prova, senza tuttavia snaturare il sound con il quale siamo conosciuti. L’importante è trovare il giusto compromesso tra passato e futuro”.

Chi ascolta i vostri dischi avverte un respiro internazionale, eppure il cuore è ancora in Toscana.

E-King: “Amiamo la nostra terra, le radici sono importanti, ma non ci vogliamo precludere altri mercati, ecco perché abbiamo una base anche ad Austin, nel Texas, dove torniamo sempre volentieri e dove siamo conosciuti e apprezzati. Per lo stesso motivo abbiamo scelto da subito di cantare in inglese e proprio all’Inghilterra stiamo guardando per alcune date nel prossimo autunno”.

In attesa di sapere se la terra d’Albione saprà accogliere e apprezzare la musica di questa talentuosa band, come già hanno fatto gli States, noi vi invitiamo a scoprirla attraverso il sito ufficiale www.piquedjacks.com.

Ne vedrete… anzi, ne sentirete delle belle.

Marco Botti

Foto di copertina di Francesca Fabbri

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