Romaeuropa Festival 2016: “Portati altrove”

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È tempo di Romaeuropa. La capitale è pronta per il 31° anno ad ospitare il Festival della contemporaneità, della contaminazione e della sperimentazione. Danza, teatro, nuovo circo, musica, performance, arti visive e tecnologia si susseguiranno per 145 giorni animando 20 spazi – conosciuti e meno conosciuti –  della città eterna:  «con il Romaeuropa Festival 2016 ripartiamo alla scoperta di Roma – sottolinea Monique Veaute, presidente del REF – cercando di leggere in modo diverso il patrimonio antico, testimonianza della nostra civiltà e di aggiungere all’immagine di una Roma bella come una statua di marmo quell’attenzione al contemporaneo necessaria a una capitale internazionale».

“Portati altrove” è il titolo di questa edizione 2016 che dal 21 settembre al 3 dicembre vedrà l’incontro di culture e patrimoni diversi per dare l’opportunità al pubblico di spiare quanto di nuovo e interessante sta accadendo oltre i nostri confini artistici, culturali e non solo: «un invito ad accompagnarci nel percorso di emozioni e scoperte artistiche che, nello stesso tempo, allude alla responsabilità del Festival nello scegliere i confini e le caratteristiche di questo “altrove artistico”», spiega Fabrizio Grifasi, Direttore generale e artistico della Fondazione Romaeuropa.

L’inaugurazione del Festival sarà affidata, il 21 settembre al Teatro Argentina, al coreografo britannico di origine israeliana Hofesh Shechter: tra i maggiori interpreti della danza contemporanea mondiale presenta “barbarians”, la sua ultima creazione in prima nazionale. Costruito attorno ad un tessuto sonoro di matrice barocca, rielaborato per suoni elettronici dallo stesso Shechter (in origine compositore e musicista), lo spettacolo si sviluppa in un flusso di strutture sorprendenti, caratteristiche della sua scrittura coreografica, tra accademia e tribalismo.

Intenso il calendario per il pubblico della danza contemporanea e delle sue contaminazioni perché si susseguiranno alcuni dei più importanti nomi della scena artistica europea e mondiale.

rosas_rain1cherman-sorgeloos_corriere_dello_spettacoloIn anteprima dal 15 al 18 settembre graditissimo il ritorno di Sasha Waltz&Guests che sarà sul palco del Teatro dell’Opera di Roma. Il tempio della tradizione accoglie l’artista tedesca con questa versione di Dido & Aeneas, “un’opera coreografica” come lei stessa la definisce dove si fondono «musica, danza, canto, immagine, teatro. E’ come se in scena tutti gli interpreti creassero un solo, un grande corpo – spiega Waltz -all’interno del quale si sviluppano molti modi di raccontare la stessa storia. La danza, costantemente presente, qui non è mai solo decorativa. E’ un linguaggio che arricchisce sempre di nuove informazioni il contenuto del pezzo». Se regia e coreografia sono radicalmente innovative, un’assoluta fedeltà al testo musicale è invece garantita dai componenti dell’Akademie für Alte Musik, dal Vocalconsort e dal direttore Christopher Moulds, tutti specialisti nell’interpretazione della musica antica. L’opera barocca di Purcell infatti sarà eseguita rigorosamente con strumenti antichi originali e nella ricostruzione di Attilio Cremonesi. «È una proposta che abbiamo voluto fare – dichiara il Sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, Carlo Fuortes – per non limitare il repertorio del nostro teatro al grande melodramma fra Sette e Ottocento. Una versione straordinaria non solo dal punto di vista coreografico, ma nella realizzazione di uno spettacolo affascinante e molto adatto ai grandi spazi del Costanzi».

Il fitto cartellone del REF 16 continua con “Les 7 doigts de la main” e con le loro commistioni di danza e nuovo circo. In prima nazionale Emio Greco e Pieter C. Scholten per la prima volta con il Ballet National de Marseille – di cui hanno preso recentemente la direzione – affrontano “La Passione Secondo Matteo” di Bach: con il loro modo personalissimo sfidano la creazione artistica fra corpi, luce e sperimentazione musicale.

La contemporaneità si storicizza e diventa repertorio. Per questo ciclo di “memorie” il REF presenta per la danza alcuni riallestimenti, tutti concepiti originariamente nello scorso ventennio: “Rain” di Anne Teresa de Keesmaeker/Rosas sulle note di “Music for eighteen musicians” di Steve Reich, caposaldo del minimalismo americano e vero e proprio manifesto del rapporto tra musica e scrittura del corpo che ha caratterizzato il lavoro dell’artista fiamminga e “In spite of Wishing and Wanting” di Wim Vandekeybus e Ultima Vez, architrave del teatro danza fiammingo, costruito su una colonna sonora originale di David Byrne attorno al tema del desiderio.

vandekeybus_03_uv_inspitecdannywillems_azzurra_di_meco_corriere_dello_spettacoloAccanto a questa lista prestigiosa il REF non dimentica i nuovi volti della danza  internazionale: Sharon Eyal, per la prima volta al Festival con Gay Behar; Ori Lichtik e la sua L-E-V Company; Noè Soulier e l’americana Liz Santoro con il francese Pierre Godard con i loro rispettivi spettacoli in bilico tra scienza, teoria e la potenza della performing art.  “Olandiamo” è invece il titolo di un focus dedicato alla nuova coreografia olandese che vede protagonisti Nicole Beutler, Ann Van Den Broek e Jan Marten; mentre la nuova edizione di DNA – quest’anno a cura di Francesca Manica – porta in scena il progetto al femminile della compagnia C&C con i soli di Marion Alzieu, Ayala Frenkel, Chiara Taviani e, in network con Aerowaves, gli spettacoli di Christos Papadopoulos, Lalì Ayguadè, Yasmine Hugonnet cui si aggiunge l’italiana Lara Russo, vincitrice di Appunti Coreografici 2015 .

Imperdibili gli appuntamenti per gli appassionati di sperimentazione tecnologica e performance: ritornano i quadri digitali di  Adrien M / Claire B, ma arrivano anche il visionario Pierre Rigal e il collettivo transdisciplinare Fuse*. “Digitalife” , la mostra dedicata all’interazione tra arti visive e nuove tecnologie – curata da Richard Castelli (già curatore della rassegna nel 2010) – presenta invece  l’opera Zee di Kurt Henstschläger, l’installazione site-specific Deep Dream_ActII di NONE, oltre alla 3D Water Matrix con le opere di Takatani e Partos.

Azzurra Di Meco

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