“Leo”. Una stanza/scatola magica e acrobatica

Data:

Trieste, Il Rossetti – Politeama del Friuli Venezia Giulia

Quando si apre il sipario ci si trova difronte ad uno spazio doppio, un cubo con due facce (anteriore e superiore) mancanti da una parte ed uno schermo dall’altra. LEO, lo spettacolo, ideato da Tobias Wegner e diretto da Daniel Brière, inizia ed essendo la distanza tra i due ambienti troppo grande per riuscire a seguire contemporaneamente ciò che avviene in entrambi, ci si ritrova nella difficoltà di scegliere che cosa guardare.

Nella stanza/scatola si trova Leo (Julian Schulz, mimo, acrobata e ballerino berlinese) che agisce come se il piano verticale fosse in realtà orizzontale, muovendosi quindi ribaltato di 90° gradi rispetto alla posizione degli spettatori; proiettata sullo schermo è invece la situazione “tradizionale”, che fa apparire ancora più estreme le acrobazie proposte da Schulz il quale, con gran perizia, si dimostra quindi capace di pensare e agire immaginando l’effetto risultante nella parte ribaltata.

Lo spaesamento provocato si acquieta quando si scopre di riuscire a “vedere” entrambi i punti di vista seguendone soltanto uno, aumentando così ulteriormente la sorpresa.

La presenza di una valigia magica, dalla quale escono i suoni più diversi, innesca tutta una serie di movimenti che sembrano sfidare la forza di gravità e il poter di vedere quel che realmente avviene non fa perdere per niente lo stupore e il divertimento, anzi: il fatto che il trucco sia palese accresce la meraviglia.

Non basta. Ad un certo punto, grazie ad un gesso bianco, Leo inizia ad arredare lo spazio vuoto ed ecco apparire sulla parete verticale dello schermo, attraverso segni tracciati nella realtà in posizione ovviamente ruotata: una sedia sulla quale “sedersi”, un gatto accovacciato sotto un tavolo, una mensola con radio, vaso e boccia con al suo interno un pesce, un lampadario, una finestra e, appollaiato sul davanzale, un uccello; sul “pavimento”, un tappeto. La situazione diventa critica nel momento in cui la boccia si rompe e l’acqua che ne esce riempie tutta la “scatola” portando il protagonista a nuotarvi dentro. La mimica iniziale si trasforma così in scene da cartone animato, assurde e divertenti.

Disorienta, è il caso di dirlo. Ma il piacere che si prova nel momento in cui si coglie il senso ed il verso, la prospettiva e l’orientamento, la visione “doppia” porta il pensiero ad andare al di là di quel che avviene in scena. Si comprende infatti che riuscire a cogliere un altro punto di vista e imparare a farlo convivere con il proprio è stimolante, provoca interesse e arricchisce.

Qual è dunque la realtà “vera”? In certi casi, ha davvero importanza saperlo, se è chiaro che non c’è un fine malevolo o perverso nascosto?

Spesso si è animati da ottime intenzioni, ma non si viene compresi, perché ciò che si fa o si dice non corrisponde al punto di vista che l’altro si attende. Spesso siamo noi ad agire così.

Come ci mostra questo spettacolo poetico e sognante, diventato ormai un successo internazionale, non sempre è facile riuscire a cogliere la visione ribaltata, ma forse a volte può valere la pena provare ad andare oltre alle difficoltà iniziali, provando curiosità anziché sospetto, fiducia anziché paura. Il risultato potrebbe essere sorprendente.

Paola Pini

Trieste, Il Rossetti – Politeama del Friuli Venezia Giulia
Sala Assicurazioni Generali
Dal 2 al 5 febbraio 2017
Cartellone “Musical &Eventi
Idea/original performer: Tobias Wegner
Scene: Flavia Hevia
Luci: Flavia Hevia
Video designer: Heiko Kalmbach
Animazione: Ingo Panke
Regia: Daniel Brière
Produzione: Y2D Productins
tour italiano a cura di Bags Entertainment
Produttore creativo: Gregg Parks

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