“Fuga da Via Pigafetta”: Paolo Hendel nel futuro

Data:

Teatro Verdi, Monte San Savino (AR). Mercoledì 15 febbraio 2017

“CORRE L’ANNO 2030…” No, scusate, “a monte”: in realtà siamo nel 2080. Nell’Italia del futuro le persone, al posto dei classici nomi propri, portano quelli degli sponsor (il protagonista della storia, per esempio, si chiama “Nestlé Monsanto Mitsubishi; il suo miglior amico, invece, è “Gran Biscotto Rovagnati”…); l’angelo del focolare è un super computer che gestisce ogni aspetto della vita domestica dei padroni di casa (ma guai a dimenticare le password!), trasformandosi, all’occorrenza, pure in psicologo; gli unici vermicelli ancora commestibili non sono quelli fatti con la pasta, ma quelli che si muovono; il pianeta Terra, vittima della stupidità umana, è diventato quasi inabitabile, tanto che per uscire ed evitare contaminazioni varie bisogna indossare lo scafandro; la nuova frontiera è rappresentata da Marte… Dimenticavo: nell’Italia del 2080 ci sono ancora i Pooh, pronti a stupire con l’ennesima reunion

Questo è lo scenario in cui si muove (poco, a dire il vero) il “nostro” Nestlé (Paolo Hendel), biologo di mezza età che non lavora più da dieci anni, da quando, cioè, la moglie lo ha lasciato per un altro. Nestlé trascorre le giornate coltivando organi (tra cui anche un “pene artificiale di riserva”) nella sua mini-serra d’appartamento, e battibeccando con l’invadente e logorroico computer domestico “Al” (diminutivo di Alberto). A sconvolgere la monotona routine dell’uomo, divenuto ormai quasi un eremita, provvede l’arrivo della figlia Carlotta (Matilde Pietrangelo), che ha deciso andare su Marte per lavoro e vorrebbe che il padre la seguisse, tornando finalmente “operativo”, in veste di scienziato…

Vagamente ispirata alle Cosmicomiche di Italo Calvino e scritta dallo stesso Paolo Hendel con Marco Vicari e Gioele Dix (che firma anche la regia), Fuga da Via Pigafetta è una commedia futuribile che passa -purtroppo- senza lasciare il segno. Il testo, proponendo una comicità piuttosto elementare (per non dire infantile) e scontata, non rende giustizia alla bravura di Hendel che, nonostante l’impegno, riesce a far ridere sul serio (vi piace l’ossimoro?) solo a sprazzi; le gag sono quasi tutte affidate al surreale rapporto tra l’uomo e il suo alter ego elettronico (a tutti gli effetti il terzo personaggio della commedia), il cui nome, “Al”, allude forse ironicamente ad “HAL 9000”, il super computer di 2001: Odissea nello spazio, film di cui Fuga da Via Pigafetta condivide –sia pure in chiave leggera e sdrammatizzante- il “pessimismo tecnologico”. Ma né il –blando- messaggio ecologista di fondo, né i riferimenti satirici al nostro presente (come quello sul “tonfo” della sonda Schiaparelli), né, infine, la citazione di Baudelaire (in un vecchio biglietto d’auguri scritto da Nestlé alla figlia), che vorrebbe rendere più profondo e serio il tema del rapporto padre/figlia, aggiungono spessore a uno spettacolo dal quale, visti i nomi degli artisti coinvolti, era lecito aspettarsi qualcosa in più.

Francesco Vignaroli

AGIDI
con Paolo Hendel
scritto da Paolo Hendel, Gioele Dix, Marco Vicari
regia Gioele Dix
Si ringrazia Officine della Cultura

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