Roma, Teatro Kopo (Via Vestricio Spurinna 47/49 – Metro A Numidio Quadrato). Dal 24 al 26 febbraio 2017
Due bambine, future Regine, il cui destino è deciso a tavolino dalla ragion di Stato, indifferente alle esigenze personali. Inizia così lo spettacolo interpretato da una bravissima Titti Nuzzolese di scena al Teatro Kopo dal 24 al 26 febbraio, nato dalla fervida penna di Mirko Di Martino. Regine Sorelle è un sorprendente e atipico ritratto si delle due sorelle Maria Antonietta e Maria Carolina, figlie di Maria Teresa d’Austria e, rispettivamente, mogli di Luigi XVI in Francia e di Ferdinando di Borbone a Napoli, ma anche di un periodo storico che testo e attrice riescono a dipingere con raffinate pennellate di caratteri, molto interessanti. Un monologo, un’impegnativa prova d’attrice brillantemente superata da una straordinaria Nuzzolese che, in un bellissimo costume d’epoca (di Annalisa Ciaramella), da vita ad una ventina di personaggi diversi, con un ritmo talmente sostenuto che a tratti si fa fatica a starle dietro.
Dal delicato e ingenuo Luigi XVI all’estemporaneità di Ferdinando Borbone, dalle spassose e acide zie di Francia a Madame Du Barry, l’amante di Luigi, all’impacciato ambasciatore d’Austria, alla stessa algida Maria Teresa d’Austria e tanti altri, popolani, commercianti e servitrici. Quasi una folla di personaggi che magicamente riescono a raccontare un pezzo di storia europea tra le più turbolente con leggerezza e ricerca storica accurata, in una chiave moderna divertente e giocosa, ma che non dimentica il dramma di due donne sacrificate sull’altare del potere. Maria Antonietta verrà ghigliottinata in piazza a Parigi, Maria Carolina terminerà i suoi giorni in solitudine, in pena per la sorte della sorella e per un passato troppo poco vissuto. Bellissimo il finale, in cui Titti Nuzzolese, con un repentino cambio di registro, riesce a riportarci nel dramma di due sorelle che, nonostante tutto, furono bambine. Date in pasto ad un gioco più grande di loro.
Interessante l’idea dell’autore Di Martino, la cui drammaturgia in questo caso è complessa, sovrapponendo la ricostruzione storica all’umanità dei personaggi, tantissimi. Eccezionale la prova della Nuzzolese, grande mimica ed espressività di grande livello.
Paolo Leone
