“Chiamalo ancora amore”: le relazioni ai tempi del 2.0

Data:

In scena dal 21 marzo al 2 aprile 2017 al Teatro 7 di Roma

Cercare un equilibrio che svanisce ogni volta che parliamo

E fingersi felici di una vita che non è come vogliamo

E poi lasciare che la nostalgia passi da sola

E prenderti le mani e dirti ancora…

Sono solo parole

Sono solo parole

Sono solo parole, le nostre

Sono solo parole.

 “Sono solo parole”, Noemi

La coppia televisiva di Distretto di polizia Gianni Ferreri e Daniela Morozzi sono i protagonisti Giorgio e Anna della commedia “Chiamalo ancora amore” in scena al Teatro 7 di Roma dal 21 marzo al 2 aprile 2017.

Spettacolo romantico e allo stesso tempo nostalgico che ci fa spiare il rapporto tra i due coniugi, sposi da ormai 25 anni che solo in apparenza sembrano avere un matrimonio imperturbabile nonostante il tempo che scorre e invece nasconde problemi silenti, punti deboli e instabilità.

Simone, il figlio laureato, ancora senza un lavoro, scopre con sgomento che i suoi amati mamma e papà stanno chattando con altre persone e, turbato dalle fedifraghe e allarmanti conversazioni lette, chiede disperato l’aiuto della fidanzata, Chiara, sua partner-in-crime. Escogita così, un piano perfetto per impedire l’incontro dei genitori con i rispettivi personaggi conosciuti solo online dagli strani nickname “Pandora” e “Napoleone” e per fargli ricordare il loro amore, forse solo un po’ sopito e dato per scontato.

chiamalo-ancora-amore-Corriere_dello_SpettacoloLe scenografie così famigliari, la cucina e la camera da letto del figlio aiutano a creare ancor di più quell’atmosfera di focolare domestico, di casa e ovviamente di sentimenti in contrapposizione con l’amore tra Anna e Giorgio che si è spento, perché l’entusiasmo dell’inizio si è affievolito con gli anni, perché i problemi che prima affrontavano insieme, sono diventati poi un peso singolo per entrambi, perché la strada che prima percorrevano insieme, mano nella mano, a un certo punto si è divisa e pensando di poter arrivare comunque insieme alla fine, si sono invece persi.

Un gioco di specchi e di confronti a livelli differenti insomma: se le donne rivolgono le loro attenzioni altrove, quando non si sentono più desiderate, è anche vero che gli uomini fanno lo stesso, quando non si sentono più supportati e quando sono costretti ad affrontare le sconfitte da soli. E quando l’abitudine di parlare non c’è più, le corde, anche le più forti, si spezzano.

La rappresentazione oltre a scandagliare cosa ha davvero portato la coppia a sentire l’esigenza di confidarsi con estranei tramite whatsapp, affonda le sue impronte sul grande insegnamento che solo il dialogo sa dare, perché comunicando si porta avanti un rapporto vero, solo non tradendo la fiducia nell’altro e con la sincerità si sopravvive a qualsiasi problematica. E’ questo il vero segreto nelle relazioni d’amore che emerge dalla serata ed è questo che viene messo sotto i riflettori, seppure in modo piacevole e spassoso, anche con estrema delicatezza, lasciando spazio alle riflessioni e lasciando quel sorriso stampato di chi ha imparato la lezione.

Oltre a Giorgio ed Anna, anche l’amore smisurato sia verso di loro che per il concetto di famiglia del figlio Simone ha una grande importanza nell’ora e mezza della commedia tanto che diventa un confronto diretto con il rapporto che ha invece la sua ragazza con le sue origini. Lei, infatti, è stata cresciuta da genitori divorziati e vede la situazione in un modo diverso, più libero e open mind. Chi cresce in un ambiente non unito rispetto a chi ha avuto la fortuna di avere una madre e un padre affiatati, ha inevitabilmente una percezione del mondo e della coppia discorde e accetta di più che le cose possano finire e che non ci sia nulla di male, traendone anzi anche i lati positivi, come la mancanza di divieti, perché abbattuti a causa dei sensi di colpa paterni e materni e così via.

Giorgio è stato il primo a criticare Chiara per avere i genitori separati, ma è stato poi per primo colpevole di nascondere i problemi e non discuterne con la sua compagna di vita, rischiando di fare la stessa fine e di allontanarsi da lei per sempre, salvato solo dall’amore del figlio che ha lottato per rimettere le cose a posto.

Spettacolo dedicato ai sentimenti vissuti nell’epoca odierna del 2.0 e alla famiglia, sia essa canonica o allargata, che unisce il talento di attori professionisti, già noti al pubblico, alla semplicità del tema e delle musiche scelte ad hoc e perfettamente azzeccate che coinvolgono la platea, facendoci ridere, ma anche pensare: da vedere.

Flavia Severin

Produzione: Andrea Maia, Teatro Golden, Vincenzo Sinopoli
Di: Augusto Fornari, Toni Fornari, Andrea Maia, Vincenzo Sinopoli
Regia: Toni Fornari
Con: Gianni Ferreri, Daniela Morozzi, Emanuele Propizio e Giulia Marinelli
Direttore Artistico Teatro 7: Michele La Ginestra
Ufficio stampa Teatro 7: Andrea Martella

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