La guerra del 30° parallelo e l’arroganza del potere di Kim Jong-Un annullano la speranza della riunificazione

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“La riunificazione delle due Coree” al Teatro Vascello di Roma fino al 2 aprile 2017

Quando due parti d’una medesima unità si dividono v’è sempre la speranza di riunirle in un’unica primigenia identità organico-costituzionale, com’è avvenuto per la Germania. Di questa riflessione s’è fatto portavoce il romanziere francese Joel Pommerat che a proposito della separazione forzata delle due Coree come esito dell’inutile guerra del 50’-53’ sul Pacifico appoggiata ostilmente da Russia ed America, ha espresso l’augurio che possa trionfare l’amore della pace. Tale desiderio è, però, ostacolato dall’ambizioso dittatore di Pyonjang che solo elimina fisicamente i dissidenti, ribelli ed inetti incompetenti, ma sta cercando l’atomica e spara razzi nel mar giallo verso il Giappone giustamente irritato alla maniera degli USA. La Cina, sua prima alleata e fornitrice alimentare, si sta stancando, ma la tensione cresce, da poco è esploso in volo un missile appena partito e Trump sta meditando il da fare in quanto la pazienza ha un limite. Tutto ciò è al centro del lavoro dal testo dell’autore transalpino in 18 quadri per 51 personaggi impersonati da 9 attori con l’agilità nello sdoppiamento e molteplicità di ripresentazione scenica. Il tema s’allarga poi all’amore caotico e manchevole in qualche suo aspetto: sessuale, coniugale, filiale, sperimentato ed onirico. Da qui scaturiscono vicende, circostanze, indipendenti tra loro, quali veloci sketches,per mostrare o cogliere una paranoia od un desiderio a lungo vagheggiato. Le scene saranno di Roberto Crea, i costumi di Marianna Carbone, le musiche di Paolo Coletta e la regia di Alfonso Postiglione per il napoletano ente teatro Cronaca Vesuvio. Si replica fino a domenica 2 aprile 2017.

Susanna Donatelli

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