I guerrieri della palude silenziosa (Southern comfort)

Data:

USA   1981   103’   COLORE
REGIA: WALTER HILL
INTERPRETI: KEITH CARRADINE, POWERS BOOTHE, FRED WARD
VERSIONE DVD: NO

Louisiana, Stati Uniti, 1973. Per i nove componenti della squadra “Bravo”, appartenente alla Guardia Nazionale, una semplice esercitazione militare si trasforma in un incubo che li vede inaspettatamente coinvolti in un terribile gioco al massacro. Un gioco in cui, però, interpretano lo scomodo ruolo delle prede, braccati da nemici tanto pericolosi quanto inafferrabili: si tratta di spietati cacciatori cajun (minoranza etnica francofona presente nel sud degli States) i quali, provocati incautamente dai militari, reagiscono nel peggiore dei modi e scatenano una vera e propria guerriglia, pronti a tutto per difendere il loro territorio dagli invasori. Persi in un inestricabile labirinto di paludi e alberi, i soldati dovranno attraversare un ambiente sconosciuto e pieno d’insidie nel disperato tentativo di raggiungere nuovamente il “mondo civile” e ricongiungersi alle altre squadre della Guardia Nazionale. In un tensione crescente che finirà per metterli gli uni contro gli altri in più di un’occasione, i nove affronteranno una lotta per la sopravvivenza che per molti risulterà fatale.

Reduce dal clamoroso successo planetario de I guerrieri della notte (1979), con l’intermezzo del riuscito western I cavalieri dalle lunghe ombre (1980), ne I guerrieri della palude silenziosa Walter Hill torna sul “luogo del delitto” ispirandosi nuovamente all’Anabasi di Senofonte (classico del IV secolo a.C. che narra il tumultuoso rientro in patria di una spedizione militare greca dalla Persia), già alla base del libro di Sol Yurick I guerrieri della notte (in originale The warriors) da cui il regista ha tratto l’omonimo e suo più fortunato film. Come il titolo italiano suggerisce esplicitamente, I guerrieri della palude silenziosa è un “parente stretto” de I guerrieri della notte, del quale costituisce non tanto il seguito, quanto una sorta di versione alternativa, una riuscita “variazione sul tema” (immaginando che I guerrieri della notte sia un disco di rock, potremmo dire che I guerrieri della palude silenziosa ne rappresenti la versione acustica) purtroppo non altrettanto considerata, almeno dal pubblico, quanto l’illustre predecessore (basti pensare che, a tutt’oggi, non esiste ancora una versione DVD italiana del film!). Un oblio ingiusto e un vero peccato, perché ci troviamo al cospetto di un thriller coi fiocchi in cui il regista, probabilmente con un occhio al classico Un tranquillo weekend di paura (1972), riesce a creare un’atmosfera angosciante (con efficaci sconfinamenti horror) che non conosce cedimenti, grazie a una notevole padronanza dei ritmi narrativi, al sapiente utilizzo delle ambientazioni e grazie, soprattutto, all’ideazione di un nemico pressoché invisibile –e quindi ancora più inquietante- oltreché diabolico nell’escogitare espedienti (macabri avvertimenti, trappole mortali, esumazioni di cadaveri…) per destabilizzare l’inerme “pattuglia sperduta” (per citare un film di John Ford), fino a condurre i più deboli sull’orlo -e anche oltre- della follia. Una tensione snervante, tanto per i protagonisti della storia quanto per gli spettatori, che raggiunge il culmine nella parte finale, a dir poco da antologia: finalmente usciti dal “buco nero” i superstiti, che cominciano a intravedere spiragli di salvezza, raggiungono un pacifico villaggio cajun all’interno del quale, a dispetto dell’apparente normalità del contesto, la percezione della minaccia (ci si aspetta che la situazione  precipiti da un momento all’altro) e quindi la paura rimangono fortissime, al punto che sembra quasi di trovarsi in una storia di Stephen King! Per esprimere un simile disagio Hill confeziona una magistrale sequenza in cui, con un geniale montaggio alternato, i volti preoccupati dei soldati si contrappongono alle crude immagini che mostrano i paesani intenti a uccidere e sventrare una coppia di maiali (un presagio?) per la festa locale, con in sottofondo un’allegra quanto fuorviante musica folk in stile cajun.

A proposito di musica: la colonna sonora reca la prestigiosa firma del grande chitarrista Ry Cooder, e si sente. Pur con partiture “in punta di dita” e mai invadenti, l’artista riesce a mostrare tutto il suo valore inserendosi efficacemente nella storia e aggiungendo quindi al film quel tocco in più che non guasta mai.

 I guerrieri della palude silenziosa è un’opera interessante anche sul versante psicologico e ideologico: più matura e cupa rispetto a I guerrieri della notte, attraverso i personaggi di Spencer (Keith Carradine), e Hardin (Powers Boothe) esprime un malessere e una disillusione solamente accennati nell’altro film (principalmente tramite la figura di Swan, che assomiglia a quella di Spencer) e osserva con un approccio critico sia la mentalità militaresca che la stessa natura umana, specie per quanto concerne la sua parte animale e istintiva, che emerge in tutta la sua forza distruttiva nel contesto bellico. Nonostante la relativa brevità del film, la sceneggiatura riesce a tratteggiare personaggi interessanti (i due sopracitati, in particolare) e “veri” nelle loro contraddizioni e debolezze.

Praticamente bandito dai lacunosi palinsesti televisivi -che pure, riguardo al genere action, ci propinano gli stessi mediocri film più volte l’anno…- e reperibile in formato fisico solo nella vecchia edizione VHS, I guerrieri della palude silenziosa appartiene alla poco invidiabile categoria degli “invisibili”. Il suo valore artistico, però, compensa ampiamente l’eventuale fatica di ricercarlo, e costituisce un esempio da manuale di come si possa fare dell’ottimo cinema d’azione pur non ricorrendo a costosissimi effetti speciali, privilegiando invece un approccio realistico e potentemente fisico, quasi tangibile, da sangue, sudore e lacrime.

Francesco Vignaroli

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