“L’occasione fa il ladro” a Venezia

Data:

Teatro La Fenice, Venezia, dal 2 al 23 settembre 2017

A pochi mesi dall’inaugurazione della nuova stagione, il Teatro La Fenice continua con il repertorio, riproponendo per cinque recite L’occasione fa il ladro, nell’allestimento di cinque anni orsono pensato per il Teatro Malibran in occasione del bicentenario dalla prima esecuzione, avvenuta il 24 novembre 1812. Il ventenne Rossini tra il 1810 e 1813 scrisse, oltre ai più impegnativi Ciro in Babilonia e Pietra del paragone, cinque farse per il Teatro San Moisè di Venezia. Quarta in ordine di tempo e poco amata dai critici d’allora, i quali biasimarono la fretta della scrittura in solo undici giorni, la “burletta” dedotta dalla commedia dell’altrettanto giovane Scribe contiene già tante delle convenzioni buffe poi ampiamente affrontate dal Pesarese nella produzione successiva, ma confrontandola con Scala di seta o Bruschino se ne comprendono i limiti. L’intermezzo settecentesco e le citazioni dalle Nozze e dal Don Giovanni mozartiani rimangono punti fermi per Rossini che, è vero, rinnova in parte il linguaggio musicale, sentasi il temporale iniziale, ripreso da Pietra del paragone per ripiombare nel Barbiere, ma tutto rimane ancora fermo in una teatralità grossolana rispetto ai capolavori comici a venire.

L’allestimento è inserito nel progetto Atelier della Fenice, coordinato da Bepi Morassi e riservato agli allievi della Scuola di scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, nelle persone di Alberto Galeazzo per le scene, Laura Palumbo per i costumi e Sara Martinelli per le costruzioni. La mano di Rossini, scrivente alla madre, apre e chiude la farsa, lasciando spazio a effetti vecchia maniera per ricreare la bufera iniziale, quali macchina del vento, lastra del tuono, lampi e stoffa agitata a ricreare il Tirreno. In alto, quasi si sfogliasse il libretto antico e consumato, campeggiano le didascalie con indicazione dei luoghi che accolgono la vicenda. Date le premesse, ci si aspetterebbe quindi uno sviluppo vivace e incalzante, circostanza elusa fin dall’entrata di Parmenione. Una quarta parete separa i cantanti dal pubblico e lo costringe a sgranare spesso gli occhi a causa dell’effetto nebuloso creato dal velo e dalle luci opache. Il bianco dei costumi, invero dalle belle fogge, uniforma i personaggi che, per volere della regista Elisabetta Brusa, non cadono nella possibilità del lazzo, ma si controllano, perdendo molto in personalità. Troppa attenzione viene data invece ai mimi, anch’essi biancovestiti, che sul palco cercano con gesti piuttosto affettati di animare l’azione, sortendo un effetto di vuoto riempitivo.

La brillantezza che manca in scena non si trova nella direzione di Michele Gamba, nel complesso assestatasi su tinte morbide, raffinate, decise nel cogliere i più variegati aspetti della partitura. Tutti tranne il brio vitale del Pesarese, troppo stemperato in un’eleganza di maniera.

Nella compagnia si distingue Omar Montanari, maestro del repertorio comico, Parmenione dalla linea di canto omogenea, abile nello scilinguagnolo, espressiva nel fraseggio. Bene il Martino di Armando Gabba, artista intelligente che sa imprimere i giusti accenti, anche scenici, al personaggio. Rocío Peréz, Berenice di gradevole presenza, è soprano dalla voce sostanzialmente piccola e poco potente, ma generosa in acuto e sopracuto, davvero predisposta al canto d’agilità, riuscendo nell’ardua Voi la sposa pretendete. Discreto il Conte Alberto di Giorgio Misseri che col tempo ha migliorato gli acuti. Nulla da dire sulle sue capacità d’attore, oramai rodate dopo anni di Almaviva, Nemorino e Dorvil. Completano il cast Enrico Iviglia, Don Eusebio corretto, e Rosa Bove, Ernestina decisamente migliorabile.

Applausi convinti per Pérez, Misseri, Montanari, Gamba e Brusa, uscita dalle quinte, alla recita del 20 settembre.

Luca Benvenuti

 
L’occasione fa il ladro ossia Il cambio della valigia
Burletta per musica in un atto
Libretto di Luigi Prividali dalla commedia Le prétendu par hasard di Eugène Scribe
Musica di Gioachino Rossini
Personaggi e interpreti:
Don Eusebio: Enrico Iviglia
Berenice: Rocío Pérez
Conte Alberto: Giorgio Misseri
Don Parmenione: Omar Montanari
Ernestina: Rosa Bove
Goro: Cristiano Olivieri
Martino: Armando Gabba
Maestro concertatore e direttore: Michele Gamba
Regia: Elisabetta Brusa
Scene, costumi e luci: Scuola di scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Venezia (Alberto Galeazzo scene, Laura Palumbo costumi, Sara Martinelli costruzioni)
Orchestra del Teatro La Fenice
Maestro al fortepiano: Alberto Boischio
Allestimento Fondazione Teatro La Fenice
Foto Michele Crosera

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