“Fat Land”. Poesia di Massimo Triolo

Data:

Fat Land

I tuoi occhi sono zaffiri, e vedi,

quando ballando muovi le braccia,

sotto la veranda

smaltata del familiare, onesto bianco

d’ogni staccionata,

col sole che incorona di luce color del grano

tutta la scena,

questo vecchio sciocco si commuove.

I suoi occhi, un tempo così secchi,

si bagnano adesso di una piena

di lacrime grate,

rievocando le profonde province di Hopper

che più non sono,

mentre assistono ai tuoi gesti graziosi e soavi

che intrecciano trine di sogno

nell’aria dei campi di pollini carica.

La tua gonna si alza un po’ in una ruota

scoprendo le cosce sode e abbronzate,

e la tua figura, vivida si staglia

contro morbidi paesaggi,

inondati di generoso sole –

che ritaglia contorni troppo spiccati

per appartenere

alla nebbiosa opalescenza del sogno.

Così, io sono felice di prendere

un’altra tazza di caffè

prima di andarmene…

E mentre riprendi fiato,

sorridendomi piegata un po’ in avanti,

con le mani poggiate sulle ginocchia,

l’ultimo tramonto ridisegna,

con un’aura dorata,

il contorno dei tuoi capelli

arruffati dal vento caldo.

E non c’è migliore medicina

per questo vecchio cuore,

della tua fresca vitalità.

Così, sto seduto sulla soglia,

sorseggiando dell’altro caffè:

che è il tuo modo di dirmi resta,

che è il mio modo di dirti resto.

Il vento continua a danzarti assieme,

facendo ondeggiare girasoli aggrondati,

muovendo in mulinelli la sabbia sul selciato,

mentre goccia vespero e l’aria profumata

mi porta presagio di buone cose.

Seguici

11,409FansMi Piace

Condividi post:

spot_imgspot_img

I più letti

Potrebbero piacerti
Correlati