Una perfida e malefica Turandot a Torino…

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I giornali del 16 gennaio titolavano in occasione della prima al Teatro Regio di Torino: L’opera di Puccini, una Turandot senza finale, diretta da Gianandrea Noseda ed eseguita dall’Orchestra e dal Coro del Regio. Sì, perché il Maestro Noseda intendeva sospenderla alla morte di Liù, forse dicendo < Qui termina la scena perché il Maestro è morto >. Ogni spettatore, uscendo, poteva immaginarsi il proprio finale… A distanza di due giorni, alla fine del secondo atto, la platea si svuotava per raggiungere la bouvette. A sipario chiuso, quei pochi rimasti sentono un tonfo, grida tra i coristi, creando panico: Accade l’inaspettato!  Tutto questo trambusto mette in agitazione i pochi rimasti, pregati a lasciare la sala per sicurezza dai vigili del fuoco.

Questa volta a chiudere la scena non è stato il solito sipario rosso dalle bordure dorate, bensì il “sipario tagliafuoco”. Uno dei due cavi che sosteneva un “plaffone” raffigurante una testa sopra una luna ha ceduto, l’altro per il troppo peso pure, facendo cadere parte della scenografia da un’altezza di dieci metri su due coristi: Marco Sportelli e Ivana Cravero, subito trasportati  d’urgenza all’ospedale San Giovanni Bosco dove gli riscontravano un trauma cranico commotivo.

Sembra che i due feriti stiano discretamente bene. Immediatamente non sono mancate le polemiche sulla sicurezza, sui tagli del personale troppo scarno, comunque la commissione di vigilanza aveva dato il benestare sia alla prima del 16 gennaio, sia alle due prove generali, senza che nulla accadesse. A sentire il sovraintendente Walter Vergniano invece, non ricorda a memoria d’uomo che sia mai accaduto un fatto simile al teatro. Le valutazioni del perché e di come sia potuto accadere sarà stabilito dalle persone competenti. Sembra quasi che questa “perfida” Turandot… non voglia essere rappresentata per sua stessa volontà.

Daniele Giordano

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