“La Terra dell’Abbastanza” dei fratelli d’Innocenzo. Quando l’amicizia non riesce a salvarci

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Nell’età di formazione c’è una cosa più importante dell’amore, della carriera, del lavoro e della casa: l’amicizia. Difficilmente si riesce a sopravvivere a quel sentimento di inadeguatezza al mondo senza un confidente che viva le stesse sensazioni. La forza di questo rapporto è così forte da sembrare un potere, da dare assuefazione. In questo passo a due si è trascinati e trainanti allo stesso tempo, si creano le leggi del proprio mondo insieme e c’è un tacito patto: bisogna affrontare tutto uniti.

Mirko (Matteo Olivetti) e Manolo (Andrea Carpenzano) vivono nella periferia di Roma, si conoscono dalle elementari e hanno scelto l’alberghiero insieme. Cosa faranno nella vita? Qualsiasi cosa, si raccontano, purché possano continuare a spalleggarsi, a ridere.

Ragazzi tranquilli, lavorano in una pizzeria per 30 euro a sera, non si drogano, non eccedono e la vita sembra così semplice ad appena diciotto anni. Si matura affrontando ostacoli e prendendo delle scelte: senza una guida definisce i termini di giustizia, di pietà di benessere?

Il problema di questi ragazzi è che gli adulti che li circondano sono persi e cercano di sovravvivere con i mezzi che hanno.

Così a pochi minuti dall’inizio il primo colpo di scena, i fratelli d’Innocenzo piegano la struttura tradizionale rischiando di sfaldare il ritmo narrativo. Ma la storia è più forte delle regole, l’andatura regge benissimo, i volti degli attori sono perfetti per quel sentimento di amore e paura adolescenziale. Il secondo colpo di scena arriva quasi alla fine e così abbiamo una vicenda così semplice da lasciare tutto lo spazio all’emotività. La regia e la fotografia di Paolo Carnera, sanno veicolare questo malessere attraverso i colori e i paesaggi in cui Mirko e Manolo si inseriscono camaleonticamente.

Investono per caso un uomo e fuggono impauriti, Mirko vorrebbe tornare indietro ma Manolo gli suggerisce di continuare ad andare. Così i ragazzi continuano avanti, senza voltarsi indietro, senza affrontare le conseuenze delle loro azioni, intraprendendo una strada fuori controllo. Entrato nella malavita locale, addentrandosi in una strada senza via d’uscita. Uccidono, guardano in silenzio violenza, prostituzione e mettendo in tasca soldi, sempre più soldi. Ma i loro sguardi sono ormai persi, si ripetono a vicenda che così bisogna vivere, che non bisogna farsi domande. Mentre Mirko si chiude in se stesso, si allontana dalla madre, Manolo diventa apatico, svuotato.

Non si mente a se stesso e l’errore più grande è credere il contrario, smettendo di essere sinceri con l’unica persona in grado di comprendere. Se prima l’amicizia era la forza per affrontare il mondo e liberarsi per essere se stessi, ora è una gabbia, un tacito accordo di resistenza. Questo marciume che soffoca le parole in gola, che non permette più di guardarsi negli occhi segna la loro condanna perché li obbliga alla solitudine. Non resta che aspettare chi ceda prima e ciò accade presto, prima di quanto si immagini. Prima che si rendano conto di cosa stia succedendo per prestarsi soccorso.

I fratelli d’Innocenzo raccontano una storia come un’altra di corruzione e periferia, sapendo però addentrarsi, senza perdersi, nella fragilità umana, tra paura e sogni, di un’adolescenza spezzata. la perdita dell’innocenza non è crescita ma involuzione che inevitabilmente rovina e degrada senza lasciare più possibilità di scelta.

La terra dell’abbastanza è un monito per tanti ragazzi che rischiano di perdersi quando il mondo propone dei falsi miti, quando si crede che i veri valori non contano nulla e che i problemi non serva affrontarli.

Possiamo fare di più, possiamo non accontentarci di ciò che ci capita, possiamo scegliere di essere persone migliori. Possiamo continuare a credere nell’amicizia, aiutando chi grida nella notte e finge di stare bene, possiamo porre il nostro sguardo verso l’interno e non verso un altrove troppo lontano da comprendere, troppo bello per essere vero. Come la macchina da presa sa guardare da vicino i loro sentimenti e tenersi a distanza dall’indugiare sui cadaveri, sadico desiderio di commiserazione.

Federica Guzzon

CREDITS
LA TERRA DELL’ABBASTANZA dei Fratelli D’Innocenzo
con Andrea Carpenzano Matteo Olivetti Milena Mancini Max Tortora Luca Zingaretti
Regia: Fratelli D’Innocenzo
Soggetto e sceneggiatura: Fratelli D’Innocenzo
Prodotto da: Pepito Produzioni con Rai Cinema
Prodotto da: Agostino, Giuseppe e Maria Grazia Saccà
Produttore esecutivo: Ivan D’Ambrosio
Fotografia: Paolo Carnera
Musiche: di Toni Bruna
Montaggio: di Marco Spoletini
Suono di: Maricetta Lombardo
Costumi di: Massimo Cantini Parrini
Scenografia di: Paolo Bonfini
Casting di: Gabriella Giannattasio e Davide Zurolo
Data di uscita: 7 giugno
Durata: 96 minuti

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