Regista, attore, produttore, scrittore. Alessandro Siani entra nella sala del cinema Modernissimo di Napoli accolto da un lungo applauso ed è subito ironia, sarcasmo e tante risate.
L’artista napoletano infrange la sua tradizionale riservatezza e parla di sé sua carriera, dei suoi sogni, dei suoi inizi e dei suoi studi, dell’abbandono dell’università a scienze politiche.
Rivela di aver appena terminato di scrivere un film. Il titolo sarà “Il giorno più bello del mondo”. Una storia fantasy, “una sorta di sintesi dei temi che ho toccato nei lavori precedenti”. Ricorderà un po’ “Il Principe Abusivo e ci saranno tanti effetti speciali”. Uscirà a Natale 2019.
Il contrasto, la differenza, la diversità fanno spesso da sfondo ai film dell’attore partenopeo: “È vero, è una modalità che al cinema funziona, mentre la fiaba mi permette di raccontare delle cose staccandomi dalla realtà”.
Totò, Eduardo de Filippo e i mille altri volti degli artisti che hanno fatto innamorare di Napoli il mondo intero sono fonte di ispirazione per Siani: “Ci mancano, sentiamo la mancanza del loro modo di guardare la realtà. Con Liliana De Curtis, la figlia di Totò, stiamo organizzando il premio Totò Gold per valorizzare le tante tipologie artistiche che lo hanno caratterizzato”.
Ma Siani non crede che la commedia italiana non morda più come invece sostiene Carlo Verdone: “La verità – dice con una punta di amarezza – è che la gente non ama più andare al cinema, i prezzi dovrebbero essere più bassi e non solo una volta al mese. Sono sicuro che così il publico sarebbe incentivato a frequentare le sale”.
Un artista, conclude Siani, “per avere successo deve avere un grande popolo alle spalle” e il suo popolo, quello napoletano, non l’ha mai abbandonato visto gli enormi successi al botteghino fatti dai suoi film.
Marco Assante
