Splendido folklore coreografico mediterraneo con gemellaggio Italo-Greco organizzato da A. Sparagna per la IX di “BALLO” 

Data:

Cavea, Auditorium Parco della Musica, 28 giugno 2018

C’era grande  attesa tra il pubblico Romano ed in particolare gli affezionati dell’auditorium per il terzo appuntamento annuale con il fisarmonicista Pontino e direttore dell’orchestra popolare Italiana: Ambrogio Sparagna, che in inverno ci regala uno spettacolo di carnevale sulle maschere. A primavera ci dona i canti agrari per la festa del lavoro con il ”Kalendimaggio” ed in estate una panoramica sulla danza delle balere nel Mediterraneo.Questa volta per la IX edizione del “ballo”. Nella cavea s’è andati alla ricerca dell’influenza della cultura Ellenica nella magna Grecia, che s’è condensata espressivamente nel Greganico cui è stato reso omaggio con il canto dal canzoniere salentino già in altre occasioni all’Auditorium e recentemente al FESTIVAL di VILLA ADA. Dunque davanti ad un Parterre affollato da spettatori d’ogni  ordine ed età è andata in scena quest’imponente festa di ritmo,colori e costumi,che purtroppo ad un certo punto delle due ore di folklore genuino e popolare è stata tempestata dalla pioggia,che in questi giorni sta flagellando in modo tropicale caraibico, la capitale per qualche ora della giornata.S’era appena esibita la “guest star” Theodoro Melissinopoulos in alcuni motivi canori Greci,accompagnato dalla chitarra da Apostolos Efthymiou, che gli astanti sono stati costretti ad aprire ombrelli o cercare rifugio sotto la tettoia circondante la cavea. Più sfortunati sono stati i ballerini, coordinati dalla giovane e brillante nelle sue movenze Francesca Trenta, del gruppo”Hellas” della tarantella Greganica dell’Aspromonte e del ballo di S. Vito dei Normanni che si sono esibiti nelle dinamiche e poliedriche danze corali sul palcoscenico, con il refrain scatenato di ”Lassa mammeta e vieni con me”, mentre il bravo Ambrogio dirigeva da par suo il tutto suonando freneticamente la fisarmonica. Nella seconda parte s’è aggiunto il coro popolare diretto da Anna Rita Colaianni per sottolineare lo stretto rapporto sentimentale,civile e culturale che lega L’Italia alla Grecia, trasmesso al musicista Ambrogio dal padre che da giovane fu in quelle terre degli dei.Peccato che il pubblico, tenuto in piedi dalle intemperie,non abbia potuto godere in pieno l’eccezionalità estetica e tersicorea dell’evento. Resta un dubbio: non si poteva spostare l’avvenimento in una delle sale interne,vista la disponibilità ed il rischio di precipitazione atmosferica sul far della sera,con l’oscurarsi nuvoloso del cielo? Bisognerebbe prevedere pure tale eventualità.

Susanna Donatelli

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