La luna rossa e Il Trovatore aprono l’Anfiteatro Festival 2018

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VENERDI’ 27 LUGLIO. “Il Trovatore”, di Giuseppe Verdi

Tra l’intricata storia de Il Trovatore di Verdi e lo spettacolo straordinario dell’eclisse lunare proprio alle spalle del palco, la prima serata del 27 luglio si è trasformata in un evento da raccontare ai figli e ai nipoti dei fortunati spettatori nel magico Anfiteatro Severiano di Albano Laziale. Splende, insieme alla luna, la voce e l’interpretazione del soprano Paola Di Gregorio nel ruolo di Leonora, la donna innamorata di Manrico a cui ha dato vita il baritono Carmelo Caruso, sulle note dell’Orchestra Sinfonica di Europa Musica diretta dal Maestro Maurizio Morgantini. Un bell’allestimento, in prima nazionale, con la scenografia imponente ma funzionale di Giovanni Di Mascolo e per la regia di Gianmaria Romagnoli.

Giudizio: Il Trovatore non è Opera facile, sia per la storia complessa che per le musiche bellissime ma non molto popolari. Gli interpreti, Coro compreso, sono come sempre di ottimo livello. Qualche perplessità stavolta, molto personale, sulla regia e sull’utilizzo delle luci blu, che rafforzeranno sì la drammaticità del racconto, come dichiarato, ma che alla prova dei fatti risultano faticose da sostenere a lungo andare.

SABATO 28 LUGLIO. Gino Paoli e Danilo Rea in “Due come noi”

Arriva circa trenta minuti prima dell’inizio, non prova, durante il concerto beve whisky e fuma sigarette. Gino Paoli ipnotizza il numerosissimo pubblico trascinandolo con la sua voce inconfondibile e con l’accompagnamento prestigioso di uno straordinario pianista quale il Maestro Danilo Rea. Una serata di grande fascino e semplicità. Un viaggio tra alcune canzoni italiane e internazionali e poi, signore e signori, i suoi più grandi successi che ancora scaldano la platea. Nessuno voleva andar via, nessuno si alzava alla fine, incantati e grati per tanta intensità.

Giudizio: Gino Paoli, basterebbe il nome. Un pezzo di storia della nostra canzone, con cui siamo cresciuti e che ancora ci accompagna. Sul palco, in perfetta simbiosi con Danilo Rea, che ci ha deliziati al piano con le sue bellissime sonorità jazz. Uno spettacolo soft, intimo oserei dire. Atmosfere magiche, pubblico assorto, tanto affetto ricevuto dai due che, come ha detto qualcuno tra gli spettatori, “hanno saputo rubare i pensieri più nascosti”, sotto un cielo stellato.

DOMENICA 29 LUGLIO. “La bella addormentata”, balletto su musiche di Petr Ilic Cajkovskij

Le moderne coreografie di Luigi Martelletta e la Compagnia Almatanz, chiudono con grazia la prima tranche dell’edizione 2018 di questo Festival. La celebre fiaba di Charles Perrault che narra della principessa Aurora (una convincente, bravissima Patricia Pinon Piloto) colpita dalla maledizione della Fata Carabosse (Lilia Ivanova, semplicemente perfetta nel ruolo) e del principe Florimondo (interpretato dall’elegante Danilo De Martino), viene proposta al pubblico dell’Anfiteatro in una versione quasi contemporanea, pur rispettandone l’impostazione neoclassica.

Giudizio: Le coreografie di Martelletta si confermano interessanti e ricche di idee. I ballerini interpretano con grande energia la storia, riuscendo a fare immaginare le scenografie mancanti. Nel complesso, spettacolo molto gradevole e, in alcuni passaggi, sorprendente.

Il Festival riprenderà il 3 agosto con il concerto de I Nomadi, che si avvia verso il primo tutto esaurito della stagione.

Paolo Leone

Si ringrazia l’ufficio stampa della manifestazione, Comunicazione Integrata, nelle persone di Esa Ugazzi e Fabio Bruno. Le foto di scena sono di Elena Lanfaloni

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