Tra la musica, irrompe il grande teatro. Seconda settimana di Anfiteatro Festival e tanto pubblico

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VENERDI’ 3 AGOSTO: “Tutta la vita – 55 anni in concerto” I Nomadi

Un piede nel passato e lo sguardo rivolto al futuro, questo sono I Nomadi oggi. La band più longeva d’Italia festeggia in tour una carriera incredibile, non solo per gli anni e le generazioni attraversate, ma soprattutto per il seguito che ha ancora oggi. Nonostante l’inevitabile avvicendarsi di musicisti sul palco nei decenni, questo magnifico gruppo emiliano conserva tutto il suo fascino e riempie le piazze e i teatri d’Italia come se niente fosse. Capitanati dal mitico Beppe Carletti, cofondatore insieme all’indimenticato Augusto Daolio, straordinario alle tastiere e alla fisarmonica, I Nomadi sbancano l’Anfiteatro Festival con il primo sold-out della stagione.

GIUDIZIO: Quando Yuri Cilloni, il nuovo frontman del gruppo, intona “Io Vagabondo”  nel finale, facendo alzare in piedi tutta la platea, dopo aver iniziato con il nuovissimo brano “Decadanza” le due ore piene di concerto, capisci (forse) uno dei segreti del successo de I Nomadi. Conservare le radici e andare avanti senza tradirle. Una serata da ricordare per le mille persone in platea e per tutte quelle assiepate in alto dietro le cancellate, un successo gestito alla perfezione dallo staff dell’Anfiteatro Festival, nell’occasione rinforzato per la sicurezza e la serenità di tutti. Una notte non di malinconie, ma di rinnovate dolcezze, nel segno di un’umanità e di una semplicità lontane dalle algide perfezioni di tante altre band.  Nomadi dentro.

SABATO 4 AGOSTO: “La ballata dei senza tetto”. Ascanio Celestini

Gli Dei del teatro, ancora una volta, proteggono i propri figli. Pomeriggio di tuoni e cielo nero, ma Ascanio Celestini ha potuto portare in scena, insieme al Maestro Gianluca Casadei alla tastiera e fisarmonica, la sua Ballata dei senza tetto addirittura sotto le stelle, improvvisamente visibili. Per fortuna, aggiungo io, perché uno dei più grandi protagonisti del teatro di narrazione italiano, se non il più grande, ha emozionato con le sue storie forti, crude, ma ricchissime di un’umanità nascosta. Quella degli ultimi, quella invisibile se non per accadimenti di cronaca, quella che, oltre alle apparenze, ha appunto la propria storia alle spalle. Il parcheggio di un supermarket, un mercato (quello di Largo Spartaco al Quadraro), una periferia qualunque, diviene lo scenario in cui nascono, vivono e a volte muoiono i personaggi, raccontati con maestrìa unica, in un toboga di sorrisi, brividi, commozione, davanti a circa 500 spettatori.

GIUDIZIO: I Fantasmi, gli esseri umani di cui nessuno sa niente. Quelli che sfioriamo, chiusi nei nostri pensieri e nelle nostre presunzioni. Noi stessi, in qualche senso. Ascanio Celestini ci porta sulle montagne russe delle emozioni con i suoi personaggi, con la costruzione straordinaria delle loro storie, la crescita vorticosa delle stesse, l’improvvisa drammaticità, i sorrisi spesso amari che ne allentano la presa, la profonda umanità in ognuno di quei fantasmi. La barbona, il facchino di Morlupo che detesta gli zingari, la prostituta. Tre storie toccanti che lasciano il segno. Il teatro di spessore, con tutta la sua carica emotiva, torna al Festival, finalmente!

DOMENICA 5 AGOSTO: “L’Orchestraccia in concerto”

Alla fine di questi tre giorni di ansie per il tempo molto incerto, la pioggia ha deciso di dire la sua in questa edizione del Festival! Quattro anni in cui il Corriere ha seguito assiduamente questa manifestazione e mai era successo che uno spettacolo fosse interrotto. E’ accaduto domenica durante il concerto dell’Orchestraccia, amatissima band romana, davanti a quasi novecento fedelissimi spettatori, che dopo l’interruzione hanno dato vita ad un simpatico fuori programma cantando a cappella sotto il palco con l’Orchestraccia schierata, senza amplificazione, in un abbraccio umido ma caloroso, prima di abbandonare l’anfiteatro.

GIUDIZIO: Marco Conidi, Luca Angeletti, Giorgio Caputo & co. avevano iniziato nel migliore dei modi una serata divertente, con i loro moderni arrangiamenti delle più belle canzoni romane e con i loro brani, davanti ad un pubblico accorso da ogni dove, letteralmente innamorato di questo singolare gruppo. Con la partecipazione dell’attrice Ilaria Spada, una vera sorpresa nel canto, bella e simpatica presenza, il concerto stava prendendo il largo tra l’entusiasmo crescente, quando l’estate si è ricordata di essere pazza e ha lasciato cadere venti minuti abbondanti di acquazzone, mettendo fine allo spettacolo dopo poco più di un’ora. Un vero peccato.

Il Festival riprenderà il 9 agosto con lo spettacolo di Moni Ovadia, “Passaggio mediterraneo” e proseguirà ininterrottamente fino al 15 agosto.

Paolo Leone

Si ringrazia l’Ufficio Stampa dell’Anfiteatro Festival, Comunicazione Integrata, nelle persone di Esa Ugazzi e Fabio Bruno. Le fotografie sono di Elena Lanfaloni

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