Due Stars alla “Versiliana”

Data:

Versiliana Festival, il 7 agosto 2018

Un autentico coro di “Brava! Bravi! Brava! Brava! Brava!” Si è levato al termine dello spettacolo Édith Piaf tra storia e mito che è andato in scena martedì 7 agosto alla “Versiliana” di Marina di Pietrasanta. Un signore dalla voce tuonate ha gridato: “Monica sei unica!” e francamente non ha esagerato perchè se la cantante Antonella Grumelli, il pianista Daniele Biagini e il fisarmonicista Iuri Ricci si sono esibiti con grande maestria, Monica Menchi, nelle vesti della Piaf è stata veramente bravissima: fin dal suo apparire sul palco con l’espressione e la voce adolescenziale e poi via, via, sempre più segnata dalle avventure/sventure che hanno funestato l’esistenza dell’indimenticabile “Passerotto” parigino, dispensatrice d’amore e in cerca perenne di un amore mancatole fin dall’infanzia errabonda.

 La vicenda interiore e professionale della Piaf si è dipanata per un’ora e trenta circa, con toni non corrivamente didascalici, ma al contrario con un garbo e una finezza assai coinvolgenti, con la voce della protagonista che si frangeva in una pluralità di toni, mai insistiti, ma accennati con stile e subito “virati” in una dimensione altra, mentre davanti ai nostri occhi il volto e il corpo dell’interprete invecchiava gradualmente fino e diventare rachitico, con piccoli sussulti così veri e cosi intensamente comunicativi da catturare il pubblico con diffusa empatia che di tanto in tanto si scioglieva in applauso “liberatorio” a scena aperta. Una maestria ormai rara sulla scena teatrale!

Quando anni fa iniziai a venire frequentemente in Italia, ero ansioso di confrontare il teatro italiano con quello inglese che mi era abituale, e ricordo che nel 2010 il Teatro Ghione di Roma propose la rassegna “Donne d’amore”, che nella serata inaugurale presentava tre monologhi al femminile, uno dei quali, Un eroe, scritto da Carlangelo Scillamà, era interpretato da Monica Menchi. Ne rimasi colpito. Mi parve che quell’attrice a me sconosciuta unisse magistralmente un’antica sapienza del palcoscenico con una recitazione moderna ed intensa. Ne ebbi una eloquente conferma alcuni anni dopo, quando la rividi, sempre a Roma, al “Teatro dei Conciatori” nelle vesti di Rebecca, la bambina brutta, “proprio brutta”, de La vita accanto di Mariapia Veladiano, finemente adattata per la scena da Maura Del Serra e diretta da Cristina Pezzoli. Vi trovai un’attrice straordianria che per 85 minuti teneva il palcoscenico con il solo ausilio di una sedia, di una valigia e di una elegante cornice in proiezione su un fondale che delimitava un tappeto di foglie secche. Mi convinsi che mi trovavo di fronte ad una delle attrici più brave della scena italiana contemporanea, e di parere non diverso credo fosse anche il regista Marco Bellocchio che quella sera assistette allo spettacolo andando poi a congratularsi con la Menchi nei camerini.

A “La Versilana” ho avuto la prova che la mia convinzione è stata condivisa anche dal numeroso pubblico presente il quale ha potuto constatare come le Stars si riconoscono e si passano il testimone nel difficile ma sempre magico mondo dello spettacolo.                              

Alessio Riva

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