L’oscura atmosfera dell’Amleto di Shakespeare per la regia di Matjaž Farič apre a Trieste la Stagione del Teatro Stabile Sloveno

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Un cupo sudario incombe, idealmente sospeso sul palcoscenico della sala principale del Teatro Stabile Sloveno di Trieste ed estende la sua ampiezza travalicando la “quarta parete” che separa gli attori dal pubblico per espandersi sulla platea e in alcune zone della galleria dove si unisce ai reali e grandi drappi neri bordati d’argento, fisicamente presenti.

Dalla traduzione integrale di “Hamlet” di William Shakespeare redatta dallo scrittore sloveno Ivan Cankar (1876-1918) sono stati rimossi gli episodi collaterali, lasciando ai personaggi principali il compito di accennarvi in alcuni brevi momenti strettamente funzionali allo svolgimento della vicenda.

Ampio spazio è stato dato così al complesso gioco di specchi presente nella trama evidenziando così, anche grazie a potenti movimenti in scena – vere e proprie coreografie – la tremenda circolarità che vi si cela e dalla quale sorge una pericolosa spirale che si trasforma rapidamente in un gorgo mortifero per abbattersi alla fine su tutti e risparmiare soltanto chi avrà il dovere di esserne testimone e raccontare ai posteri ciò che è avvenuto.

In tutto ciò l’estetica estremistica del gruppo musicale sloveno Laibach si è inserita in modo coerente costituendo l’ambiente sonoro adatto che, assieme alle essenziali scenografie di Peter Furlan dipinte da Aleksander Starc e ai costumi di Alan Hranitelj, ha sostenuto esaltandola ulteriormente l’idea di Matjaž Farič, ballerino, coreografo e regista che a Trieste ha già firmato le recenti produzioni “Paurosa bellezza” di Marko Sosič e “Il cane, la notte e il coltello” di Marius von Mayenburg.

Quella di Klemen Janežič (Amleto) è stata una vera prova d’attore e, anche grazie alla sua pratica nell’ambito del Teatro Butō, la sua interpretazione in movimento continuo e altamente dinamico ha permesso al pubblico di cogliere in ogni minimo dettaglio il percorso interiore del protagonista che dalla disperazione per la morte del padre giunge alla furia che tutto travolge, passando per l’incredulità nel momento della rivelazione dell’identità dell’assassino allo sviluppo progressivo dei suoi piani di vendetta che travolgeranno tutti.

Gli altri personaggi si muovono intorno, ora assecondando, ora respingendo ciò che da lui proviene, avvicinandosi inesorabilmente e senza rendersene conto fino all’ultimo alla generale e definitiva distruzione: l’ipocrita e colpevole crudeltà di Claudio (Jan Bučar), l’algida e lontana presenza della madre Gertrude (Tina Gunzek), l’untuosa cortigianeria di Polonio (Primož Forte), l’esuberanza di Laerte (Jernej Čampelj), la composta fedeltà di Orazio (Tines Špik).

La follia di Ofelia (Sara Gorše) nasce e si sviluppa in modo parallelo ai disegni dell’amato principe, seminata dal contrasto irrisolvibile tra i suoi sentimenti, le idee perbeniste e doppie del padre e il senso di protezione del fratello, mentre lo spirito del vecchio Amleto (Vladimir Jurc) appare e scompare in diversi momenti, quasi evocato dagli atti dell’omonimo figlio di cui è ideale sostegno e complice.

L’intervento finale di Fortebraccio (Miranda Trnjanin) concluderà la tragedia riprendendo non solo idealmente i pensieri più profondi di Amleto stesso.

Non c’è spazio qui per la comicità o l’ironia, usata qui con il contagocce in brevi attimi quasi impercettibili.

Tutto è cupo, tutto è buio.

Paola Pini

Trieste, Teatro Stabile Sloveno
Sala Principale
Dal 21 settembre al 6 ottobre
Hamlet / Amleto
Di William Shakespeare
In sloveno (traduzione di Ivan Cankar) con sovratitoli in italiano
Regia di Matjaž Farič
Con
Klemen Janežič (Amleto)
Jan Bučar (Claudio)
Tina Gunzek (Gertrude)
Primož Forte (Polonio)
Jernej Čampelj (Laerte)
Sara Gorše (Ofelia)
Tines Špik (Orazio)
Vladimir Jurc (Spirito del vecchio Amleto)
Miranda Trnjanin (Fortebraccio)
Dramaturg: Staša Prah
Musiche: Laibach
Costumi: Alan Hranitelj
Scene: Peter Furlan
Truccatrice: Inga Mijatovič
Lettore: Tatjana Stanič
Pittore di scena: Aleksander Starc
Foto: Luca Quaia
Traduzione e adattamento sovratitoli: Tanja Sternad
Scene realizzate nei laboratori del Teatro Stabile Sloveno

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