Lera Auerbach, interessante Direttore e Pianoforte solista nel Quarto Concerto Sinfonico di Trieste

Data:

Trieste, Teatro Giuseppe Verdi, 5 e 6 ottobre 2018

C’è un’energia particolare che governa la direzione d’orchestra di Lera Auerbach, protagonista indiscussa della serata, e la sua interpretazione pianistica.

La si potrebbe definire tellurica perché è qualcosa di molto profondo, di certo non esplosivo ma chiaramente presente senza che ci sia il bisogno o la necessità di palesarsi con atti di forza.

Si realizza attraverso una guida presente ma non impositiva, opportunamente eclettica, attenta pur lasciando in qualche modo liberi i musicisti di seguirla senza appiattirsi acriticamente e offrendo margini di manovra a ciascuno purché vadano a beneficio dell’assieme.

Lo si coglie fin dall’apertura del programma, l’Ouverture da “L’isola disabitata” di Franz Joseph Haydn, da lei diretta per molti tratti soltanto con i gesti ampi e incisivi della bacchetta nella mano destra; la disposizione eccentrica sul palcoscenico, accanto al pianoforte posto a sinistra rispetto alla visione del pubblico, ha permesso questa volta di seguire e apprezzare la ricchezza espressiva del volto del Direttore, tradizionalmente nascosto al pubblico, proponendo così molti spunti per riflettere su quel che avviene nel corso di un’esecuzione grazie a una prospettiva privilegiata e non usuale.

La Sinfonia, che fa da prologo a quest’opera scritta per il teatro di corte della famiglia Esterházy e suddivisa in quattro parti ben distinte, descrive gli aspetti caratteristici dell’ambientazione e degli stati d’animo in atto nella “azione scenica in due parti” composta nel 1779 su libretto di Pietro Metastasio.

Molteplici le sensazioni trasmesse nel corso dell’intero programma: amore, gioia, passione, partecipazione, coinvolgimento consapevole e a tratti dolente si sono mescolati grazie a un’alchimia interessante che ha richiesto in alcuni momenti la necessità di chiudere gli occhi per favorire un ascolto puro, non condizionato da altri fattori.

Tale bisogno si è avvertito soprattutto con il “Concerto n.20 il re min. K466 per pianoforte e orchestra” di Wolfgang Amadeus Mozart da lei diretto e interpretato in modo molto personale al pianoforte (un Fazioli di ultima generazione “conferito alla Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi in sostituzione di quello già in dotazione al Teatro” da Paolo Fazioli, ingegnere e pianista, cui il sindaco Roberto Di Piazza ha consegnato la Civica Benemerenza della Città di Trieste), accompagnata al meglio dall’Orchestra.

Con“Eterniday – Hommage to W.A.Mozart”, da lei scritta per grancassa, celesta e archi ed eseguita per la prima volta a Koblenz nel 2010, si è tornati a una disposizione più tradizionale. È una composizione densa, carica di tensione; il largo uso del pizzicato negli archi e i numerosi effetti acustici da essi realizzati uniti al dialogo tra grancassa e celesta presente in alcuni momenti hanno prodotto sensazioni primordiali, coerenti con lo stile di direzione dell’artista russo-americana.

Il concerto si è chiuso con la Sinfonia n.49 in fa minore “La Passione” di Franz Joseph Haydn, ritornando così al principio e alla versatilità di una direzione che ha saputo trasformarsi di volta in volta diventando morbida, incisiva, danzante, ampia o fortemente determinata seguendo il clima proposto dalla partitura.

Paola Pini

Trieste, Teatro Giuseppe Verdi
5 e 6 ottobre 2018
Quarto Concerto Sinfonico
Direttore e pianoforte solista Lera Auerbach
Franz Joseph Haydn
Ouverture da “L’isola disabitata”
Wolfgang Amadeus Mozart
Concerto n. 20 in re min. K. 466 per pianoforte e orchestra
Lera Auerbach
Eterniday (Hommage to W. A. Mozart)
Franz Joseph Haydn
Sinfonia n. 49 in fa min. “La passione”
Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste

 

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