”QUARTET”. Vite da pensionati di valenti artisti dell’opera tra nostalgie malinconiche e liti

Data:

Al Teatro Quirino di Roma, fino al 21 ottobre 2018

Spesso siamo portati a domandarci,con il passare dell’età, che fine faremo da vecchi e come sarà la nostra senescenza, in che modo la vivremo fisicamente e mentalmente. Una risposta paradigmatica a tali quesiti intende darcela il testo di Ronald Harwood, adattato registicamente con uno scavo psicologico dei personaggi da P. Rossi Gastaldi, che immagina tre gloriosi cantanti d’opera,spesso insieme per lavoro,seduti nel giardino d’inverno in un gazebo a ripensare ai loro trascorsi con tristezze,nevrastenie come quella di Rudy, interpretato da uno splendido  G. Pambieri intento a leggere pagine di Wagner, adirato con l’infermiera Angelica perché gli nega la sua vagheggiata “cotognata”, il dolore per la progressiva impotenza sessuale di Titta,reso da un narcisistico Cochi Ponzoni, che vorrebbe vedere in posa osé, la dolce compagna di ospizio Cecy, che una superba Paola Quattrini incarna bene con verve e facendo sentire tutta la sua smemoratezza fissata con Adis Abeba, dove aveva vissuto da giovane ai tempi del Colonialismo,mentre ascolta un portatile con le cuffie.Intanto in questo rinvangare le proprie memorie il tempo scorre lento ed inesorabile, finché in questo teatro da camera,s’insinua una notizia,che ci fa andare con la mente a S. Beckett di “Aspettando Godot”: sta infatti arrivando quella isterica Giulia,nei cui panni si calava una statuaria Erica Blanc, che in passato ha avuto una vita libertina con diversi mariti, tra cui Rudy da cui s’è separata per incompatibilità di caratteri. I due a poco a poco riscopriranno un amore latente, facilitato dal dono della “cotognata”, che spingerà Rudy a ricomporre il famoso”quartetto”, del terzo atto del Rigoletto di G. VERDI: ”Bella figlia dell’amor”, pure se GIULIA non è inizialmente d’accordo,per rendere omaggio al fondatore della casa di riposo per artisti di Milano con gratuito vitalizio per benemerenze. Tanto lento e piatto è così il primo tempo, quanto ricco di sinergia  laconica e satirica nel preparare la”rentrèè”, è il secondo tempo,velenose battute,insofferenze rancorose, fino alla gran serata d’onore per il maestro di Busseto con il protagonista in abito da cerimonia, lo smoking, creato da Teresa ACONE, mentre gli interni sono della scenografa E. DI  MARCO per rivendicare la loro passione per la musica.

Susanna Donatelli e Giancarlo Lungarini

Seguici

11,409FansMi Piace

Condividi post:

spot_imgspot_img

I più letti

Potrebbero piacerti
Correlati