“I miserabili” da Victor Hugo aprono la stagione del Rossetti a Trieste. Franco Branciaroli al centro di una produzione di gran classe per la regia di Franco Però

Data:

Trieste, Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Sala Assicurazioni Generali, dal 16 al 21 ottobre 2018

Quasi tre ore, tra spettacolo e intervallo, volati via in un attimo danno il peso sulla validità di una messinscena ben più di tante chiacchiere e in questo caso ciò è davvero sorprendente se si considera che la drammaturgia è tratta da uno dei testi principe della letteratura mondiale, avvincente e fondamentale per aiutarci a comprendere con sempre maggior chiarezza la forza e le fragilità alla base più profonda della comune condizione umana, ma molto complesso, articolato e ponderoso.

La nostra cultura ha prodotto nei secoli molte figure prometeiche, personaggi densi in cui bene e male coabitano. In essi ora l’una ora l’altra parte emerge e il riscatto avviene sempre a seguito di un lavoro interiore vero, essenziale, mai fine a se stesso. Vengono in mente il pirata Long John Silver o Ulisse (che ha percorso i secoli e dalla Grecia arcaica in poi ha permesso la generazione di pagine e pagine di grande arte letteraria), ma anche Pinocchio.

Jean Valjean è una di queste: vent’anni di carcere per aver rubato del pane non bastano a renderlo un uomo libero nella distorta visione della giustizia che abita nell’animo del benpensante e poco fantasioso Javert, deciso a braccarlo senza tregua; nessuna indulgenza sfiora il funzionario di polizia pur trovandosi nel tempo testimone sempre più colpito dall’incessante volontà benefattrice che non può non riconoscere nel protagonista.

In un’esistenza piena, satura di bivi di fronte ai quali scegliere tra la vita comoda e l’azione giusta, a partire dall’incontro con “un uomo santo” capace di vedere la purezza della sua anima, il perturbante Jean Valjean prenderà sempre la seconda. Grazie al Vescovo Myriel (Alessandro Albertini che interpreta anche il ruolo di Gillesnormand) un ex forzato riuscirà con sempre maggior chiarezza a far emergere la propria vera natura.

L’adattamento teatrale di Luca Doninelli ha donato ai personaggi creati da Victor Hugo una dimensione in più, pur essendo già in origine tutti dotati di vissuti importanti, dalle tonalità intense e ricche di chiaroscuri e nella regia sobria, elegante e raffinata di Franco Però essi si stagliano su uno sfondo lineare ed evocativo, altamente funzionale alla resa di un ritmo sempre vario che riesce a catturare per tutto il tempo l’attenzione del pubblico.

L’interpretazione di Franco Branciaroli (Jean Valjean) è semplicemente magistrale: la duttilità della sua voce si attaglia alla perfezione a una figura che, grazie a lui, si erge sulla scena in tutta la sua grandezza burbera, rigorosa e mite, ma soprattutto profondamente buona. Intorno a lui gli altri personaggi ruotano come intorno a una stella dalla luminosità nascosta, ricca di calore accogliente verso gli amici, generoso verso i nemici.

Francesco Migliaccio è un grande Javert, l’antagonista diretto, colui che forse più di altri riuscirà a comprendere, per sottrazione, la vera natura del suo avversario.

La malvagità ignorante di chi, dalla condizione di miserabile è riuscito a salire la china della scala sociale senza essere capace di esorcizzare il proprio passato, è resa al meglio da Riccardo Maranzana (Thénardier) e Maria Grazia Plos (Madame Thénardier), crudeli con gli inermi qual è la piccola Silvia Altrui (Cosette bambina/ Gavroche), ossequiosi verso i potenti finché è necessario per ottenere qualcosa.

Bravi Filippo Borghi (Marius), Romina Colbasso (Cosette adulta) e Valentina Violo (Eponine) nell’interpretare, ognuno con diverse sfumature, l’esuberanza a tratti esagerata tipica dei giovani innamorati; lo stesso vale per Andrea Germani (Enjolras/Gieleumer), Emanuele Fortunati (Courfeyrac/Montoparnasse) e Jacopo Morra (Combeferre) nel rappresentare l’entusiasmo dei rivoluzionari sulle barricate parigine del 1832.

In ogni tempo c’è bisogno di qualche Jean Valjean che, pur conoscendo gli abissi più neri, si rifiuta di guardare dall’altra parte di fronte alle ingiustizie e sceglie consapevolmente di compiere azioni degne restando molto spesso nell’ombra, lontano dalle ribalte semplicemente perché è giusto così.

Dopo l’apertura della stagione triestina, la produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia con il CTB-Centro Teatrale Bresciano e il Teatro de gli Incamminati andrà in una lunga tournée nelle maggiori città italiane.

Paola Pini

Trieste, Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Sala Assicurazioni Generali
Dal 16 al 21 ottobre 2018
I miserabili
dal romanzo di Victor Hugo
adattamento teatrale di Luca Doninelli
regia di Franco Però
con Franco Branciaroli
e con (in o.a.) Alessandro Albertin, Silvia Altrui, Filippo Borghi, Romina Colbasso, Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Andrea Germani, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Jacopo Morra, Maria Grazia Plos, Valentina Violo
scene di Domenico Franchi
costumi di Andrea Viotti
musiche di Antonio Di Pofi
luci di Cesare Agoni
produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Centro Teatrale Bresciano, Teatro de gli Incamminati

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