“Sulayman” Il cortometraggio di Simone Felici per vedere l’immigrazione sotto nuovi punti di vista

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E’ del direttore della fotografia genovese Simone Felici il cortometraggio Sulayman. Il protagonista è un giovane immigrato del Gambia che come molti ha intrapreso un viaggio lungo, difficile e pericolo, per alcuni senza ritorno. Sulayman ce l’ha fatta, si sta integrando, ha trovato un lavoro e degli amici, ma per la situazione politica internazionale attuale non sa quando rivedrà la sua famiglia. Il cortometraggio dai toni documentaristici viene mischiato con lo stile tipico della narrazione e del fashion film.

Quello che si percepisce dopo la visione del cortometraggio è un messaggio positivo, intenso e mai penoso. Sono le immagini a parlare più delle parole del protagonista, la storia la cogliamo tra le righe e le forti immagini, alle volte astratte, che ci veicolano le emozioni. Si tratta di un ritratto atipico, molto più artistico che giornalistico.

Parlando con l’autore Simone Felici, egli ci racconta di come sia stato difficile trovare un ragazzo disponibile a parlare di sé dal punto di vista emotivo più che descrittivo. Nonostante si tratti di un argomento che costituisce un trend topic al giorno d’oggi, difficilmente troviamo un approccio, più orientato ai sentimenti che ai fatti. Sono queste le ragioni che hanno spinto l’autore a realizzare questo progetto.

Amnesty International, visto il prodotto finito, ha deciso di patrocinarlo per la semplicità e la cura con cui l’argomento immigrazione viene trattato, senza retorica e senza polemica.

Dopo una premiere internazionale allo STOP HATE WITH FILM di New York, dove ha riscontrato un ottimo successo, il corto parteciperà a breve ad altri Festival Cinematografici internazionali.

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