Aniello Iazzetta. Quando la parola diventa Arte

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La parola oggi ha perso la sua reale essenza. Le persone non leggono più e per come viene utilizzata la lingua nell’ambiente social e della comunicazione, ecco, si capisce che essa sia continuamente screditata. Per fortuna c’è ancora chi nella parola crede e non parlo solo dei romanzieri e dei poeti, ma anche degli artisti visivi. È emblematico in questo senso il lavoro di Aniello Iazzetta, ormai da anni nel mondo dell’Arte, dopo una vita passata nelle forze dell’ordine, il quale ultimamente è giunto a un esemplare lavoro sulle lettere. Osservando queste opere all’apparenza potremmo trovarci soltanto un piacevole gusto grafico, dato dalla capacità di unire l’alfabeto a cromie affascinanti che rendono il complesso attraente.

In realtà l’elaborazione di Iazzetta non è solo estetica, ma bisogna andare più a fondo. Innanzitutto se tenteremo di leggere le scritte ci accorgeremo che ci vorrà un certo impegno per farlo, perché l’artista desidera volutamente che la lettura non sia immediata e questo non accade a caso, visto che agendo in tal modo il significato della frase si rafforza e anche noi, spettatori e lettori, una volta giunti alla fine della stessa, ci renderemo conto che seppur nella loro semplicità quelle parole ci avranno scosso. “Chi ama accarezza non picchia”. Ecco cosa è scritto in uno di questi lavori (firmati con lo pseudonimo “Jazz”), assemblati attraverso la giustapposizione di tinte colorate sapientemente scelte da Iazzetta, che oltre a questa serie sperimentale porta avanti da tempo anche la sua attività di pittore e di scultore. Nel citato caso troviamo uno sfondo rosso acceso dove sono disposte lettere in cartoncino dalle diverse cromie, che vanno dal giallo al marrone, al rosa, al verde, passando dal blu al lillà, all’azzurro: un insieme di pigmenti ben selezionati che donano l’allegria di quel Sud di cui Iazzetta è originario. La bellezza estetica quindi è soltanto una parte del lavoro, che si completa nel momento in cui riusciremo, attraverso la decifrazione, a leggere quelle parole. Solo allora avremo il complesso; solo allora scopriremo che stiamo parlando di un artista in grado di ridare vigore a una lingua che di questi tempi, martoriata e maneggiata senza senno, si sta man mano sgretolando.

Stefano Duranti Poccetti

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