”IL MANDATO”, imparare la storia della chiesa divertendosi

Data:

Al Teatro Due di Roma, fino al 15 dicembre 2018

Siamo entrati nell’avvento che precede il Natale ed è un tempo opportuno per la riflessione e preparazione dello spirito per accogliere il Signore che viene,con un rinnovamento interiore utile per farci trovare pronti e vigilanti nell’attesa, come disse il Signore esplicitamente per i servitori e le donne sagge. Naturale è dunque che il suo monito valga innanzitutto per la chiesa dottrinale e gerarchica chiamata a portare la sua parola ai poveri diseredati,diffondere il verbum. Fino agli estremi confini della terra con i viaggi papali e guidare con passo fermo,autorità e,soprattutto, buon esempio “la barca”dei fedeli in momenti difficili e marosi agitati come questi.Ecco perché teatralmente abbiamo visto con interesse la commedia pungente, didascalica e sferzante di LUCIANO CAPPONI direttore artistico del teatro stabile di Cosenza,che con Il mandato ha inserito un’altra perla nella sua lunga collana di testi per teatro,cinema,televisione,composizioni musicali di vario genere. Questo lavoro è un’analisi spietata della storia della chiesa nella prima parte più lunga,in cui si considera il periodo che va dal ritorno a Roma del Papa dopo lo scisma d’Oriente e la cattività di Avignone fino al Concilio di Trento (1545-1563) convocato e presieduto inizialmente da Paolo III Farnese, che si concluse con la controriforma dell’inquisizione ed indice dei libri proibiti.L’autore e regista sembra propendere per il riformismo Luterano,forse legato alla minoranza Valdese che si rifugiò in Calabria dopo le COSTITUTIONES di Carlo ALBERTO nel 1848, condannando il nepotismo e la simonia del cardinale Armando Mariposa messo in seminario a dieci anni dalla madre dispotica e possessiva, ma dall’equivoco passato come si può scorgere nel filmato multimediale, spezzando la vena lirica e creativa come Edith PIAF del figlio. Stupenda l’interpretazione istrionica e femminea “en travesti” di J. MULLER, con il figlio ormai Eminenza, che deve opporsi,ma pure tutelandoli, alle minacce dei due bizzarri e comicissimi malavitosi,il manager e l’uomo del sud, che poi si scopriranno suoi fratelli arricchitisi con i soldi delle indulgenze.Emblema della lussuria è l’assistente del cardinale, reso in maniera impettita e sussiegosa da GIULIO BRANDO, suor MARIA DELLO SPIRITO INFUOCATO che vorrebbe circuirlo e sedurlo, come LUCREZIA BORGIA con il padre ALESSANDRO VI.A tal punto CAPPONI si chiede chi abbia dato alla CHIESA codesta autorità,mandato,esercitata in modo violento e peccaminoso? Viene facile rispondere che è stato CRISTO stesso allorchè disse a PIETRO o meglio SIMONE PIETRO” tu sei  Pietro e su questa pietra edificherai la mia CHIESA e le porte degli inferi non prevarranno.A chi rimetterete i peccati saranno perdonati.” Solo con D. ALDROVANDI che come vecchio monaco esce da un quadro del Rinascimento,si recupera il senso della colpa e del peccato personale per cui occorre il pentimento e la confessione,perciò la suora non sentendosi spiritualmente pronta,abbandona il convento di clausura come la novizia di”storia di una capinera” di G. Verga e non segue il modello della giovane consorella incinta di Rieti.Qui il testo,cui CHIARA ASSUNCAO dà una splendida rispondenza, diventa apologetico e ci riconduce al 1998 in cui fu scritto ed era PAPA GIOVANNI PAOLO II, anche se qualcuno v’ha voluto scorgere FRANCESCO I alias BERGOGLIO,che suona si inatteso i campanelli della gente, ma non vi mangia in quanto il desco ce l’ha a Santa Marta con l’umiltà del poverello d’ASSISI.

Giancarlo Lungarini e Susanna Donatelli

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