Scanzonata e sarcastica parodia del libro sacro dei cristiani con l’operetta musicale: LA BIBBIA RIVEDUTA E SCORRETTA

Data:

Al Teatro Quirino di Roma, fino al 6 gennaio 2019

Avevamo già gustato una simile operazione ironica e smaliziata, qualche tempo fa con il comico d’origine ebraica Gioèle Dix che, ligio alla tradizione religiosa della sua fede, aveva rielaborato a modo suo il “PENTATEUCO”, ovvero i primi 5 libri del vecchio testamento del testo sacro. Lì, però, era un monologo di sottile disquisizione satirico-riflessiva, mentre qui siamo di fronte ad un vero e proprio musical scritto a 6 mani da D. CALABRESE, L. SCUDA e F. VAGNARELLI (meglio conosciuti come Oblivion) per la regia di G. GALLIONE, anima del teatro della tosse di Genova. Come in una fantastica trasposizione da romanzo storico, siamo nel XV secolo nella Germania del 1455 allorché lo stampatore di Magonza JOHANN GUTENBERG inventò la stampa a caratteri mobili, creando con gli incunaboli l’editoria grazie anche ad un prestito della signora FURS, magra figura in un vestito nero spettrale. A lui si presenta un meraviglioso e suggestivo DIO in chiaro mantello che gli concede i diritti della sua opera creativa scolpita su tavole, purché venga stampata in tutte le lingue dell’universo, circa 7.000 in 50 paesi, nonché concessa gratuitamente a tutti gli alberghi,istituti pubblici e culturali, ristoranti gratuitamente. Comincia la revisione critica dell’editore che vuole semplificarla, renderla essenziale linguisticamente con l’ausilio della sua intraprendente segretaria, mentre si moltiplicano le canzoni originali, in tutto 18, apparendo sul palcoscenico esilaranti soggetti biblici a confronto con il DIO di Vagnarelli, assai ammirato e rispettato dalle sue creature. Ecco Abramo che non solo deve partire dalla città di UR dei CALDEI in MESOPOTAMIA, ma bensì circoncidere gli ISRAELITI igienicamente mentre Noè dovrà costruire L’arca e salvare d’ogni razza umana ed animale: egli compare in scena con un osso di prosciutto crudo chiamato SAN DANIELE dal nome del profeta sbranato nella fossa dei leoni. Non mancano nemmeno Mosè con le due tavole, LA MADDALENA e GIOVANNI BATTISTA nelle vesti del precursore e colui che battezza il cugino. Ma dove la produzione diventa dissacratoria ed un po’ blasfema è nella figura di Gesù rappresentato come un tossicomane ed una rockstar moderna, che guida le manifestazioni di protesta con l’altoparlante e va fantascientificamente nello spazio e combatte gli alieni extraterrestri di cui oggi qualcuno ipotizza l’esistenza. Insomma la rivisitazione correttiva sarebbe cialtronesca ed assurda,facendo acqua da tutte le parti, in un incredibile riscrittura, per cui occorre sventare qus’impostura progettata dalla ricca aristocratica,ci sono due ore di tempo per ristampare tutto, secondo il sincero intendimento della segretaria di GUTENBERG, con il controllo di un eclatante ed iperbolico DIO. Lo STAMPATORE  riuscirà nell’impresa nello scintillante quadro delle scene di G.Fiorato,impreziosite dalle musiche di L. SCUDA e coreografie di F. Folloni. Lo spettacolo si replica al teatro QUIRINO fino ALL’EPIFANIA.

Susanna Donatelli e Giancarlo Lungarini

Foto Laila Pozzo

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