Natale Galletta, il siciliano che canta Napoli al teatro Trianon di Napoli

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Ha debuttato lo scorso 24 gennaio al teatro Trianon il  nuovo recital di Natale Galletta, e visto il tutto esaurito si è pensato di portare anche al lunedì e martedì lo spettacolo.

Con un titolo che riprende quello dello spettacolo di quattordici anni fa del Trianon Suggestioni sonore, al quale partecipò sotto la direzione di Peppe Vessicchio, Galletta torna quindi nel teatro del popolo con un viaggio in due tempi fra successi di repertorio, brani inediti e canzoni classiche napoletane, arricchito da alcuni monologhi e balletti.

Nato nel 1966 a Messina, Galletta è il cantautore che, in 35 anni di attività, vanta il record di 47 album incisi, l’ultimo dei quali, C’è sempre un motivo, ha venduto più di diecimila copie.

«Questo live vuole mettere in evidenza il talento interpretativo di un artista dalle indubbie doti vocali partito dalla scena cosiddetta “neomelodica” – spiega l’autore e regista di Suggestioni canore Maurizio Palumbo –: lo vedremo, ad esempio, nel suo modo di porgere ‘O surdato ‘nnammurato, in cui recupera il carattere struggente e doloroso originale della canzone che ormai si è perso a favore di una lettura festaiola».

Il cantante siciliano interpreta ben  venticinque canzoni, accompagnato da un’orchestra di dodici elementi diretta da Peppe Fiscale e dalle coreografie di Ettore Squillace. Oltre ai successi storici che hanno lanciato al successo il cantante, quali Io te penzo, Quel vestito rosso, Bella e cattiva, in scaletta le più recenti Ti do la mia parola, Fatte accarezza’ e Vivi, per arrivare ai brani del nuovo album C’è sempre un motivo.

Ma spazio anche alle classiche Reginella, Passione, ‘O surdato ‘nnammurato, Palcuscenico, a due canzoni del Festival di Napoli, Segretamente e Guaglione, e al brano in dialetto siciliano Suspiranno.

Suggestioni canore vede anche la partecipazione di Giovanni Galletta, il cantante, figlio di Natale, che ha già al suo attivo la realizzazione di tre album: con il padre interpreterà Caruso di Lucio Dalla, ‘O pate di Nino D’Angelo e Perdere l’amore lanciata al successo da Massimo Ranieri, per poi esibirsi da solo in due canzoni dal suo repertorio.

Fa riflettere e saltare dalla gioia di come la musica napoletana sia amata ovunque e non resti solo nel confine campano, ma appassioni tanto da basare la propria carriera su questo anche cantanti provenienti da altre regioni. In fondo se ci vogliamo affidare alla storia, qualcuno di voi si ricorda del REGNO DELLE SUE SICILIE?

Marco Assante

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