Barbara Appiano e la letteratura come essere vivente

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Barbara Appiano è una scrittrice molto prolifica e che vede la letteratura e l’Arte come cose molto serie e letteralmente vive. Ascoltiamola in questa intervista, per capire le sue idee e per conoscere la sua vita e i suoi progetti…

Ciao Barbara, tu dici sempre che per te la letteratura è una cosa viva e che i libri sono esseri viventi, che cosa vuoi dire quando affermi questo?

Intendo dire che i libri sono l’estensione dello scrittore, una succursale della sua anima pulsante che proprio perché viva dà vita ai libri che sono come dei figli per me, figli che io do in adozione ai lettori. Il libro è verità ed emozione, riflessione e tempo a ritroso, il libro è il momento del pensiero, la sua migrazione e la sua trasposizione a diventare discorso e quindi cultura. Noi siamo dei libri viventi, siamo parola e la parola è il mondo e il mondo siamo noi, noi siamo parola e numero, musica e discorso, affresco e danza, poesia e canto, tutte espressioni del nostro ONTOS, e cioè l’essere che mai come oggi è DAVVERO RICHIESTO per riscoprire i valori universali della bellezza che è amore e fratellanza. Il libro è una PIATTAFORMA dove in tanti possono incontrare e creare un tavolo di discussione. In questo, il libro è un mondo in divenire costante che tiene viva la parola, la mutua verso altre realtà per poi farle ritornare a sé… In un certo senso e’ la fenomenologia dello spirito in senso hegeliano, l’idea che esce si fa una passeggiata, annusa l’aria della realtà torna a casa sua dentro di sé per poi elaborare il MONDO, ECCO PERCHE’ IL LIBRO E’ UN ESSERE VIVENTE MA ANCHE IMMORTALE PERCHE CI SOPRAVVIVE E TRASMETTE LA MEMORIA, UN BAGAGLIO ANCHE LUI IN DIVENIRE, CON UN FACCHINO IMPORTANTISSIMO… LO SCRITTORE..

Hai pubblicato veramente tanti libri, credo di non avere mai incontrato una persona che scrive quanto te, tra l’altro mantenendo sempre una qualità alta. In un libro che uscirà a brevissimo ci parlerai dell’Italia a “fumetti”, di cosa tratterà il volume?

Il libro nasce da una mia visione, un giorno in cui andando a spasso con la mia lupa mi sono imbattuta in una locomotiva a vapore dismessa sotto un cavalcavia dell’autostrada Torino Milano,attorno ad essa una discarica a cielo aperto e graffiti sui pilastri. Mi sono bloccata davanti a lei alla sua maestosa potenza e l’ho immaginata in movimento, ho visto il fumo uscire dal comignolo e in quel momento è nato il titolo grazie ai ricordi di Calimero e Topo Gigio che quando ero piccola mi tenevano compagnia; per mangiare mio padre mi faceva ballare con la canzone di Topo Gigio… A quel punto la visione si è materializzata perché questa locomotiva che la mia immaginazione vedeva in movimento, è diventata la locomotiva della storia dell’Italia dalla seconda guerra mondiale ai giorno nostri attraverso i baffi di Stalin, Hitler che uscivano dal suo comignolo grazie al sigaro socialmente globale di Churchill e alla barba di Gandhi…
Ero in preda ad una febbre creativa, doveva correre a casa a scrivere, ripetevo da sola con la lupa che mi ascoltava, le parole chiave per l’incomincio di questo libro, tornai a casa e cominciai a scrivere e mentre scrivevo la locomotiva muoveva sulle rotaie della storia la vita dell’Italia a fumetti raccontata dal capotreno e bigliettaio, rispettivamente Topo Gigio e Calimero… Un libro il cui sottotitolo (nato nella furia della visione sotto il cavalcavia) è trattori, carro-armati e barconi,
Scaldabagni e Locomotive, Trapunte e bigodini, che sono i tre titoli delle tre parti del libro…
I baffi di Hitler e Stalin aprono il libro con il capitolo Baffi e Barbieri, i barbieri sono gli storici, coloro che vanno alla ricerca dei fatti… scrissi questo libro mi pare in 8 giorni .Una furia creativa folle e bellissima. Un capitolo “prati e bacinelle” racconta della storia degli acquedotti e dell’acqua potabile che in Italia non tutti avevano, partendo dalla mia infanzia in cascina da mio nonno.

In uscita anche “Diciotto millimetri d’indifferenza”. Questo è un libro molto coraggioso, visto che parli di un momento molto difficile della tua vita, fortunatamente passato, che comunque ti ha insegnato anche molto sull’esistenza.

Sì, “Diciotto millimetri di indifferenza, la cicatrice della mia esistenza” è la biografia non autorizzata che il BOSONE DI HIGGS, la particella scomunicata da Dio e dai chirurghi, e da me e cioe’ un banale tumore traccia della nostra umanità. Io ho narrato di quello che fa lui a noi, perché noi glielo facciamo fare. Contrariamente a quello che di solito si fa scrivendo un libro in prima persona come paziente oncologico, io ho ribaltato la soggettività del contenuto e lui parla di noi e della sua famiglia allargata di basaliomi, linfomi, carcinomi, un’internazionale della malattia organizzatissima che si arma di tristezza e ci dice di ammalarsi. Io credo che il tumore sia un essere pensante biologicamente è una cellula viva che per quello che io penso ha un suo stato di coscienza. Credo che il tumore sia una forma di suicidio assistito perché tu sai della sua esistenza dentro di te e sai che lui per cultura , la cultura che fa del terrorismo su questa malattia partendo dal suo nome… Il tumore è l’altro io, la negazione, il dualismo alla maniera di Durrenmatt e del Faust di Goethe, dove il duo male e bene viaggiano alternandosi… La neuro scienza a mio avviso dovrebbe, se non lo sta già facendo, analizzare il comportamento biochimico delle cellule neuronali e delle relative sinapsi durante la fase precoce della malattia, io ho visto un documentario dove in un certo senso quello che penso si avvera: L’attacco “missilistico” del bosone, la contraerea del sistema immunitario e lo stato “maggiore” del cervello che dà indicazioni sulla strategia di annientamento del tumore… A quel punto, il bosone da bravo corruttore corrompe il sistema immunitario promettendo mari e monti (non so dove siano i mari e i monti di un bosone…) indebolendo la vocazione della vita che ogni cellula possiede… Così il bosone comincia a giocare a biliardino fino a quando ha “palle” da giocare… Diciottomillimetri di indifferenza è la sua circonferenza mentale, piccola se pensiamo alla nostra …che io ho cominciato a scrivere quando mi dissero qual’era il suo orientamento politico – esistenziale nei miei confronti: maligno? Benigno? Oppure né l’uno, né l’altro perché sta nel limbo. È un libro che è un progetto condiviso con la divisione di chirurgia dell’ospedale di Desio appartenente al sistema sanitario REGIONE LOMBARDIA ASST MONZA, dove sono stata salvata dopo una diagnosi sbagliata nell’ospedale della mia zona.
Il progetto coinvolge il dott. Maggioni Dario chirurgo eccezionale vocato alla medicina come una forma e forse l’unica di carità verso l’uomo sul principio di una grande cardiochirurgo italiano Gian Carlo Rastelli, che ancora oggi lascia metodi e procedure da lui inventate , morto in Minnesota ancora giovane per un tumore che fino all’ultimo giorno della sua vita ha continuato a fare il medico cardiochirurgo con una disinvoltura straordinaria verso la sua malattia tumorale…
L’unita’ della chirurgia dell’ospedale di Desio che mi ha operato, i dott. Dassi Francesco, Berardi Valter, e tutti gli altri con infermieri, sono un esempio che io voglio divulgare ai lettori. Desidero, che questo libro diventi un manifesto culturale che renda accessibili a tanti lettori la materia malattia tumorale e ricerca, PERCHE’ ANCHE QUESTA E’ CULTURA E IL LIBRO E’ UNA PIATTAFORMA CHE DIVENTA UN TAVOLO DI DISCUSSIONE TRA LETTORI “PROFANI” E MEDICI RICERCATORI E LO SCRITTORE. La cultura in questo puo’ fare la differenza attraverso lo scrittore che è un demiurgo nel senso platonico , perche’ rende accessibile la materia a tutti, perché tutti siamo coinvolti nel progetto VITA. La divisione di chirurgia con la direzione del dott. Maggioni, ha una onlus AMICI PER SEMPRE che collabora con me a questo progetto, è una onlus completa dedicata al malato e al senso della carità come bene comune che la scienza e la medicina donano a tutti , all’umanità. Amici per sempre Ospedale di Desio Regione Lombardia è il mio partner in questo progetto, dove le istituzioni promuovono la cultura e la lettura avvicinando le persone attraverso argomenti qualela malattia tumorale che sono di tutti noi. Diciotto millimetri di indifferenza e’ stato scritto sul campo , in sala d’attesa pre-operatoria (mi tolsero il quaderno per addormentarmi) in sala d’attesa prima di fare la scintigrafia ossea e poi per quello che era stato già scritto letto ai malati miei colleghi. E’ un libro dove il bosone di higgs, che poi ho scoperto avere una sigla di fattore predittivo di sopravvivenza parla al nostro posto e parla senza peli sulla lingua della nostra umanità bestiale del nostro istinto di predazione che ad un certo punto per noia e insensatezza si rivolta contro di noi per lasciare posto al predatore n.1 il tumore…

So che hai in programma una tournée negli ospedali…

Sì, questo libro verrà letto negli ospedali, ai malati. L’ospedale di Desio e’ il primo ospedale che vedrà la realizzazione di questo evento “work shop” dove i malati verranno a sentire che cosa ha da dire il mio “diciotto millimetri di indifferenza”. Gli ospedali, luoghi di sofferenza sono il mondo che io approderò per spiegare che il tumore e’ prima di tutto un fatto culturale che terrorizza per educazione, per sentito dire… Il tumore si alimenta della nostra paura e, io penso, ci ascolti sempre ,decidendo nei momenti più tristi di colonizzarci. Il tumore e’ un io pensante dove il male è l’asset esistenziale per prolificare, una jattura, ma io sono stata più jattura di lui, l’ho fatto giocare a biliardino fino alla fine, lasciandolo fare quello che lui voleva, e poi gli ho tolto le palle per giocare così è rimasto da solo con i suoi “diciotto millimetri di indifferenza” finiti nella formalina.

In generale, come vedi la letteratura oggi?

La letteratura oggi manca a mio avviso di talenti, di spessore, si grida spesso con facilità al talento, ma il talento e’ rarissimo, spesso non compreso, perché è visionario e vede al di là della contingenza reale, il futuro in divenire, cosa che coloro che gli stanno attorno non vedono…
La letteratura ha bisogno di riscoprire il valore meritocratico dell’editoria pura che è quella che scopre il talento per consegnarlo alla collettività, perché il talento è divinazione di un’idea da consegnare al resto del mondo per migliorarlo e siccome è, a mio avviso , fatto rarissimo,
bisogna, quando si incontra lasciarlo fare, perché il talento puro e’ libertà assoluta di bellezza e fratellanza incondizionata.
Noi siamo l’infinito che per caso è arrivato qui, abbiamo tracciato percorsi, strade, metodi e tecnologie per migliorarci, ma abbiamo dimenticato la forma etica del progresso che è quella che io ho visto in alcuni medici, che come dei soldati al fronte combattono contro tagli e politiche sbagliate, per rendere la carità della scienza , patrimonio di tutti…
Tanti anni a studiare, sacrifici, intuizioni sulle ricerche più avanzate, non possono essere banalizzati dall’economia del taglia tutto.
La stessa cosa nel campo della cultura con la C maiuscola, messa all’angolo con pochi mezzi per esprimersi ed ecco che arrivano dei valorosi soldati disarmati che ti portano la bellezza di un verso, di un racconto, di una sinfonia, di una commedia per dirti che noi siamo il mondo e che dobbiamo per forza con la passione delle idee farlo diventare l’arena di tante voci che sono l’arte in tutta la sua potenza. Io credo che noi siamo anche un numero infinito, una forma di equazione matematica dove l’armonia e’ il principio uno e trino della felicità.
Ecco oggi manca questo, la letteratura si auto-celebra senza raccontare il mondo fuori di sé , che e’ realtà e testimonianza. Troppa banalità, troppa mediocrità assurgono a fenomeno estetico di bellezza ,mentre sono la replicazione di un’idea che se replicata perde di autenticità per finire nel contenitore assuefatto delle cose simili , che proprio per similitudine annoiano.
La letteratura ha bisogno della figura della scrittore romantico, sincero, disincantato che viaggia con l’immaginazione perché la sua vocazione è la partecipazione della bellezza e della verità.
Troppi libri tutti uguali, troppi “scopiazzamenti” , troppi eccessi, una faciloneria spudorata nel gridare al talento!! Ma il talento è rarissimo e spesso non viene compreso dai contemporanei, perché è disinteressato , innocente e non cerca il potere, il quale se lo incontra cerca di comprarlo..
Io amo scrivere, non cerco niente , sono felice quando scrivendo vedo il mondo in divenire, mi succedere sempre quando scrivo, il mio sub-inconscio è una potenza e non riesco a controllarlo. I libri che ho scritto, oggi non sarei più in grado di scriverli, perché sono stati un momento in divenire che mi ha chiamato per narrare il momento che ora non c’è più e che io ho fermato sulle mie pagine per gli altri, se vorranno condividere il momento .

Tu sei un vulcano d’idee, ti chiedo dunque se a parte i libri che ho citato hai anche altri progetti in mente.

Sì. il mio progetto è www.laccentoedizionialternative.it una casa editrice per scrittori disabili e per bambini scrittori, dove i libri sono stampati con la carta riciclata e inchiostro ecologico, un progetto piattaforma dove i libri sono il tavolo discussione partendo dalla visione che i bambini e i disabili hanno del mondo e in cui il libro e’ un prodotto culturale sostenibile per l’economia del nostro paese che ha il 60% del patrimonio culturale, monumentale e paesaggistico mondiale.
Per ora esiste il dominio, bisogna trovare la vocazione di volenterosi soldati della bellezza che mi vogliano aiutare, sarebbe un progetto davvero stimolante DOVE IL LIBRO TORNA AD ESSERE AL CENTRO DEL MONDO E NON SU UNO SCAFFALE DI UN SUPERMERCATO ACCANTO AD UNA LAVATRICE PRODOTTA NEI PAESI LOW COST CHE HA FALCIDIATO I POSTI DI LAVORO IN ITALIA.


Altro progetto è che da gennaio 2019 a luglio 2020 sono in uscita un libro al mese e che i titoli e le notizie riguardanti i libri sono consultabili su www.appianobarbara.it, oltre a segnalare che il libro DICIOTTO MILLIMETRI sarà oggetto di un monologo teatrale così come il prossimo titolo in uscita a Marzo 2019 “Echi nella nebbia a ridosso del cielo” un dramma che riguarda il tema del disagio mentale partendo da un certificato di morte ritrovato in un cassetto di mio zio che attesta la morte di una prozia -mai conosciuta- internata in manicomio durante la guerra e suicidatasi nel 1962.Il libro e’ la ricerca che lei intraprenderà per ritrovare la sua carta d’identità stracciata quando fu internata, visto che da suicida senza carta d’identità non potrà avere un funerale. Il libro corre per tutta la durata con la mia prozia che parla con Giovanna D’Arco, Hitler, Stalin e Van Gogh per poi chiedere aiuto a Basaglia che arrivò dopo la sua morte avvenuta nel 1962. Altro libro in uscita-troverete traccia sul mio sito- è “TUTTO IN UNA VITA, TUTTO IN UN MINUTO” ed è il monologo del terremoto di Amatrice che falcidiò il 26 agosto 2016 l’intera comunità della frazione di Saletta lasciando pochissimi sopravvissuti l’incasso del libro verrà devoluto a RICORSTRUIAMO SALETTA e GRUPPO ONLUS DONATORI SANGUE PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI che compaiono con i loro loghi in copertina… i libri mi hanno salvata e ringrazio Stefano Duranti Poccetti e tutti i giornalisti che mi hanno dato spazio per professare la mia umilissima e pellegrina parola. Perché io dico, io sono la parola, sono una sola , senza di non esisterebbe il mondo , senza di me il mondo non avrebbe un nome” Scusami mi ero dimenticata di scrivere questi dettagli, ma sono tante le cose che faccio che mi posso anche dimenticare, si fa per dire alcune cose che possono delineare la mia persona e il mio pensiero.
Chi l’ha detto che è economia è solo produrre lavatrici, macchine e frigoriferi? Economia circolare di bellezza, è creare stimoli, interesse e valorizzare la ricchezza del nostro paese attraverso il linguaggio universale dei libri, dove i bambini e i disabili ci danno la loro visione delle cose, questo è relativismo intellettuale dove le idee sono lo stato maggiore della bellezza.
WWW.LACCENTOEDIZIONIALTERNATIVE.IT vi aspetta, chiedo a tutti gli intellettuali italiani che credono nel progetto libro di partecipare a questa piattaforma. Il libro è nato prima della televisione e dello smartphone e come un ottuagenario veterano di tante guerre, resiste e ci dice di ascoltarlo. GRAZIE STEFANO.

Stefano Duranti Poccetti

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