SCOGLI DEGLI ANIMALI E DELLA NATURA. Poesia di Giuseppe Sanfilippo

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Ti sei mai fermata a guardare l’aurora?
Dici di Sì, in modo vano,
mi guardi stranita stanotte, non dir niente,
vieni, aspettiamola insieme,
non importa di far troppo rumore, lascia che tutti si sveglino.
Senti freddo, non ti preoccupare, ci sono io che ti riscaldo.
Quanto sei bella, non mi stanco mai dirtelo, ma
guarda come magica l’aurora si accende,
proprio come i versi di una poesia e
come un bocciolo di rosa che sboccia a primavera.
Guarda gli uccelli che volano felici e pieni di gioia,
veloci scappano
tra gli alberi per proteggersi dalla luce del sole che si
innalza con un buongiorno così caloroso.
È un incanto incommensurabile…
senti gli uccelli, continuano a fischiare,
Ascoltali, continuano a cantare felici.
I versi di un poeta divengono il canto di una canzone,
senza carta e penna, proprio
come i poeti dell’antichità decantanti versi d’amore,
aspettando di raggiungere tanti cuori…

Hai mai sentito un gallo cantare al sorger del sole?
Eccolo, con il suo bel canto concepito
come segno di sveglia che ti sveglia al mattino,
ricorda scogli di gente che al suo canto si recava nelle campagne.
E poi ancora dimmi:
“Ti sei mai trovata in mezzo ai pascoli o dentro la stalla di pecore”?
Ti salutano con il loro belare dolcemente e umilmente con amore,
mentre un agnellino
ti viene vicino con tanta tenerezza e ti chiede di coccolarlo,
ti solletica l’orecchio, sta con te in modo così innocente e lontano da ogni
possibile rogo.
Non hai vissuto tutto questo?
È la poesia che manca a tanti esseri umani come noi.
Non sono le parole di un poeta e di un filosofo le mie,
sono un uomo che ti ama e immensamente,
sono quest’uomo che parla con gli uccelli e ti sussurra il loro
incantevole canto.
Sono quell’uomo che ascolta quel gallo cantare, egli
non dice solamente “Sveglia è l’ora di lavorare”, ma
“Svegliati amico, prenditi cura dei tuoi simili e dello splendore che ci circonda”:
è un urlo il suo, che uccelli incanta in una melodia delicata.
È la voce di tutti gli animali e della natura,
sì! perché anche essa parla,
dice accarezzami e curami come io faccio con te,
ma noi esseri umani non ascoltiamo e ignoriamo…
prova ad avvicinarti a un albero,
appoggia le tue mani sul suo tronco,
sentirai una leggera brezza, che libera da un peso,
da un vuoto che tutti sentiamo e viviamo in silenzio.
Quante volte senti una fitta nel tuo petto che
ti fa capire che c’è qualcosa che ti manca,
a volte non lo comprendi, altre lo capisci,
e così se vedi una bottiglia abbandonata nella natura
provi dispiacere,
e mentre tu te ne stai ad attribuire l’orrore agli altri tuoi simili
gli animali e la natura cantano l’amore, ma…
nessuno ascolta.
Guarda quel cane: gioca con quei bambini,
saltella, fa la capriola e gioisce al divertimento dei piccoli,
lo stesso che ieri era un cucciolo bastonato e abbandonato dal suo padrone,
ma lui, eccolo li, è tornato a casa da quell’uomo.
Prova a chiedergli perché tornare da uno che ti tratta male?
Non dirmi che gli animali sono speciali,
non ti fermare a questo concetto vero e assoluto,
Non chiedermi di dirlo a me,
a quel falso poeta e filosofo che nelle mie vene scorre,
il sangue di un Empedocle… io sono solo un essere umano.
Dove eravamo rimasti, mi sono perso,
dammi un bacio per risvegliar la voce del cuore,
non mi chiedere perché tutti gli animali si avvicinano a me,
non mi dire che sono come San Francesco, prova ad
avvicinarti a loro, sentirai che ti parlano.
Ti raccontano la meraviglia che sta dentro di noi,
ti dicono “Lascia il potere e l’oro, perché l’amore e solo l’amore è
la ricchezza più grande”.
Non mi abbracciare dicendomi “Filosofo insegnami ad guardare.”
Non chiedere, ma fa l’amore.
Non mi attribuire il ruolo di poeta e non sentirti una musa ispiratrice,
diresti una verità ma cerca dentro quel qualcosa che ci unisce a
questa meraviglia.
Aggrappati pur a una divinità, non sbagli ma
sopratutto cerca te stessa, nelle mie parole che son tue,
quelle che non riesci a dire,
mentre l’acqua che scorre nel fiume domanda:
“Perché cari esseri umani gettate i vostri versi dell’anima
in quest’acqua ora inquinata dalla vostra ipocrisia,
proprio come quel tuo uomo che dopo tanti versi d’amore
distrugge la luce, bella mia,
dolce amore mio che mi usi per un breve amore?”

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