La folle e irragionevole energia dell’amore nel sogno si esprime senza limiti

Data:

Dal 15 al 31 marzo 2019 al teatro Elfo Puccini di Milano

Due volte classico, questo Sogno di una notte di mezza estate. E’ uno dei capolavori di Shakespeare più rappresentato (una versione di Massimiliano Bruno è di recente andata in scena al teatro Manzoni di Milano), nell’intrigante e divertente intreccio di comicità, sogni ed energia vitale. Ma è anche un cavallo di battaglia, e dunque un classico del teatro italiano e della compagnia dell’Elfo, che ne realizzò un adattamento per la prima volta più di trent’anni fa, nell’allestimento dell’81 di Gabriele Salvatores.

L’amore è lo spunto di partenza della pièce. L’intreccio di sentimenti, contraddizioni, desideri corrisposti o rifiutati due coppie di giovani ne è uno dei fili conduttori. Ostacolati nel loro amore dai diversi piani del padre di lei, una coppia seguita da altri due giovani fugge nel bosco, che diventa teatro (è ben il caso di dirlo) di una serie di incontri e di avventure sospese tra realtà e sogno.

La versione del Sogno di una notte di mezza estate in scena dal 15 al 31 marzo al teatro Elfo Puccini di Milano è uno spettacolo-festa, di una leggerezza che ben si può definire “mozartiana”, e trabocca di un’energia pulsante che a volte rasenta la vertigine acrobatica.

La scenografia racconta due mondi differenti. Un’architettura classica rappresenta la città, la civiltà, il mondo razionale. Un fondale a motivi floreali evoca e accoglie l’irrazionale, il bosco-foresta in cui si aggirano fate ed elfi.

Le vicende dei quattro giovani amanti si intrecciano ripetutamente con le ombre degli spiriti incontrati nel bosco e guidati dal folletto Puck. Ma nel bosco-foresta si aggira anche un gruppo di artigiani, attori improvvisati e improbabili, che in particolare nel finale regalano ampi spazi di comicità e divertimento. Preparano lo spettacolo sulla favola di Piramo e Tisbe (dalle Metamorfosi di Ovidio e di Apuleio), da rappresentare durante i festeggiamenti per le nozze di Teseo (Enzo Curcurù) e della regina delle amazzoni, Ippolita (Sara Borsarelli). Tra gli improvvisati teatranti l’istrionico Bottom (Marco Bonadei), per l’occasione sfoggia un godibile e greve accento bergamasco e finirà per indossare una testa d’asino spunto per una serie inesauribile di gag. Lorenzo Fontana interpreta fedelmente i dettami del teatro dell’epoca shakespeariana (uomini che interpretano donne) in una versione en travesti volutamente sguaiata e grottesca di Tisbe, già interpretata addirittura in una edizione del 1997.

Si raccontano dunque le regole e il fasto dei borghesi ma anche l’inquietudine dei giovani che disubbidiscono, rivendicando la verità dell’amore sincero e la semplicità popolare dei guitti che preparano la recita per le nozze dei sovrani. E anche il controcanto inconscio e ambiguo delle ombre della notte, espressioni leggere del piacere che nasce dal desiderio trasgressivo.

E’ dunque un intrigante, continuo intreccio di avventure amorose, sogni di cui stupirsi al risveglio, contraddizioni e giravolte continue, follia irrazionale, erotismo che si esprime in una fisicità estrema. Il caso e il caos regnano sovrani, anche e soprattutto quando si cerca di forzare gli eventi secondo i propri piani. La morale, il messaggio che tutti abbiamo prima o poi verificato nelle nostre vite è chiaro. L’amore non conosce regole, né logiche, né spiegazioni e spesso non si arrende alle evidenze della realtà.

In questo Sogno accanto alla forza esplosiva della sessualità e dei suoi fantasmi trova ampio spazio il registro comico della recita degli artigiani (tra cui gli “storici” Corinna Agustoni e Luca Toracca). Per la delizia divertita del pubblico viene realizzata fedelmente la missione di divertimento e svago del teatro popolare di qualche secolo fa. Tutti i cliché e le gag teatrali sono rivisitati ed enfatizzati in maniera grottesca (e a volte un poco insistita, almeno per i nostri gusti contemporanei: innumerevoli sono i “toccamenti” lascivi, le alzate di sottane, le risate grossolane, i giochi di parole).

Uno spettacolo ricco di personaggi (tredici in perenne movimento si alternano sulla scena) che trova forse un suo limite nella durata eccessiva (più di due ore e mezza). Quasi che la perenne energia acrobatica lasci alla fine gli spettatori sazi, ma anche in qualche modo provati.

Guido Buttarelli

Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare
dal 15 al 31 marzo 2019 al teatro Elfo Puccini di Milano
traduzione di Dario Del Corno e regia di Elio De Capitani
scene di Carlo Sala
costumi di Ferdinando Bruni
musiche originali di Mario Arcari
coro della notte di Giovanna Marini
luci di Nando Frigerio
suono di Giuseppe Marzoli
con Corinna Agustoni, Giuseppe Amato, Marco Bonadei, Sara Borsarelli, Carolina Cametti, Enzo Curcurù, Loris Fabiani, Lorenzo Fontana, Vincenzo Giordano, Sarah Nicolucci, Emilia Scarpati Fanetti, Luca Toracca, Vincenzo Zampa
produzione Teatro dell’Elfo

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