“Altissima luce”: il Laudario cortonese in jazz di Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura

Data:

Cortona Jazz Festival, Teatro Signorelli, Cortona. Mercoledì 17 aprile 2019

Non poteva cominciare meglio la seconda edizione del “Cortona Jazz Festival” (fino al 28 aprile, https://www.cortonajazz.eu), evento organizzato dall’Associazione Culturale Mammut con l’obiettivo di riportare il jazz a Cortona attraverso concerti, laboratori didattici e altre iniziative (come mostre fotografiche e reading) legate a questo meraviglioso ambito musicale; per l’evento di anteprima sono stati infatti coinvolti due nomi del calibro di Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura,  figure di primissimo piano nel panorama musicale internazionale. Il duo ha presentato il progetto “Altissima luce” (l’uscita dell’album è imminente), una rilettura jazz di dodici brani appartenenti al prezioso Laudario di Cortona (raccolta di laude, ossia componimenti poetici di ispirazione religiosa spesso accompagnati da musica, risalente al XIII secolo), più una tredicesima lauda tratta da un laudario fiorentino.

Per rompere il ghiaccio Fresu (tromba, flicorno ed effetti elettronici) e Di Bonaventura (bandoneon) hanno aperto la serata cortonese con quattro esecuzioni tipiche del loro repertorio concertistico, che attinge spesso e volentieri allo sconfinato patrimonio musicale del Sud America, come nel caso di O que será  di Chico Buarque; spazio anche per una piacevole Non ti scordar di me e per Da capo cadenza, brano scritto da Di Bonaventura e contenuto nell’album del duo IN MAGGIORE (2015).

La parte centrale dell’esibizione è stata dedicata alle laudi cortonesi, come Sia laudato San Francesco, eseguite in una versione più intima rispetto alle incisioni del disco, in cui i due musicisti sono accompagnati da un’orchestra e da un coro. Il risultato è stato comunque emozionante e carico di suggestione, con una musica dai profondi accenti meditativi eseguita dai due artisti con rispetto e delicatezza.

Nell’ultimo segmento del concerto nuova incursione sudamericana con Un vestido y un amor del cantautore argentino Fito Paez, e con il celeberrimo tango El choclo (nonostante il proponimento iniziale di non eseguire nemmeno un tango, i due poi hanno ceduto alla tentazione…).

Acclamato doppio bis con la lauda che dà il titolo al disco, Altissima luce (che rappresenta il cuore del progetto), e con un’ultima puntata nell’America Latina, la toccante Te recuerdo Amanda di Victor Jara, brano che, come Fresu ha spiegato, costituisce un vero e proprio inno laico per il popolo cileno, e col quale i due sono soliti chiudere i loro concerti.

A furor di popolo (e di applausi), Fresu e Di Bonaventura sono rientrati sul palco per un extra tratto dalla musica classica ottocentesca.

Francesco Vignaroli

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