Il Fringe Festival a Torino raccontato da Daniele Giordano

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IL DODO HA DECISO DI VOLARE! 

Anche per questa edizione 2019 sono numerosi gli spettacoli come d’abitudine per il Torino Fringe Festival, dislocati in più punti della città, ancor più gli spettatori.

Noi, pronti a seguire il Dodo e segnalarvi quelli visti!

Siamo andati all’Unione Culturale di via C. Battisti, dove la Compagnia Onda Larsen (TO) presenta una simpatica allegoria “Io, me e Lupin”, commedia brillante, scritta da Lia Tomatis (cura anche la regia), che emula le gesta del famoso ladro con ironia e leggerezza, intersecando i personaggi amici/nemici del fumetto, mescolando il fantastico al quotidiano, riuscendo a entrare in sintonia col pubblico, rivelando, tramite le avventure rocambolesche, tragiche realtà della nostra contemporaneità. Gli altri interpreti sono Riccardo De Leo, Gianluca Guastella, Luciano Faia.

 

#FRIDOM, SPETTACOLI, MUSICA ARTE CULTURA

Voltando pagina, ci troviamo in via Baltea 3, un luogo accogliente e multifunzionale. Frequentandolo scoprirete tante realtà piacevoli. Per l’occasione assistiamo a un monologo che è parte di una trilogia… c’è da immaginare gli altri…!

Prima però elenchiamo alcuni antefatti. Può capitare che durante il Torino Fringe Festival l’avventore scelga di assistere a uno o più spettacoli in base a quelle poche righe scritte sul programma: una brevissima sintesi di quello che andrà a visionare. Altra soluzione è ascoltare le “Voci di corridoio”, in ultima analisi: leggere le recensioni. In breve, per chi ha avuto il dispiacere di non aver preso in esame il monologo dell’attore Angelo Colosimo (BO) ha perso molto. Porta sul palco un soliloquio tratto da una storia vera che ha dell’inverosimile, recitata con delicatezza e consapevolezza esponendo i fatti che susseguono, precisando che Angelo Colosimo non recita la parte, egli la interpreta, e lo fa con un’intensità penetrante man mano che la matassa svolge il suo capo, lasciando spazio all’attento spettatore un interrogativo: dove mi sta conducendo con in suo dialogo… E’ partito da un recinto di maiali… per poi parlare di Simu e Pùarcu… Che c’entra tutto questo? Il racconto di Colosimo approda nel drammatico momento della vigilia di un Natale… qui inizia un “viaggio senza ritorno” che lascia aperto ogni dialogo… mentre ai piedi dell’attore simboleggia “Pùarcu”… Solo allora incominci a comprendere la storia.

Da parte nostra cosa scriviamo a fare di una commedia, se non eravate presenti per assaporare le sfumature di questo racconto espresso con garbo sebbene l’argomento fosse truce…

Complimenti!

AL FERRAMENTA PER UN DIALOGO SULLE FAKE NEWS

Il nostro percorso ci spinge a entrare in “Ferramenta” uno spazio culturale del “Sibiriaki”, ristorante russo e siberiano, dove troviamo notizie come queste:

<Mancano dieci giorni… preparatevi a subire l’impatto del meteorite che colpirà la Terra… non v’è dubbio è accertato! Forse ci estingueremo come i dinosauri> Oppure: <Troppi metalli nei vaccini… Bambino arrugginisce dopo il bagnetto> Benvenuti nel Fake Club, a proporre queste false notizie, è Stefano Santomauro (LI), un brillante artista che con sagacia fa riflettere sul costante “bombardamento” dove basta una parola, un gesto perché questi diventi virale, una realtà consacrata scritte sui social… e chi meglio del teatro può dare risposte a queste fanfaluche… Un monologo che merita essere visto.

 

“CARO GOLDONI”. ARRIVEDERCI… TORINO FRINGE FESTIVAL

In contrapposizione a queste rappresentazioni troviamo per la commedia dell’arte un genere che appassiona: “Caro Goldoni” – autore Augusto Zucchi per la regia di Giulio Federico Janni.

A rappresentarla troviamo Pierpaolo Congiu, Costanza Maria Frola, nei doppi ruoli di servi e padroni, che vivono entrambi nell’angoscia di essere licenziati poiché la serva non è ben vista dalla sua patrona, contrario è il padrone giacché le suscita giovinezza primaverile, caso contrario è per il servitore, benvoluto dal suo padrone e odiato da sua moglie. Potrebbe sembrare la commedia di “Arlecchino servo di due padroni”, dove non mancano né intrighi né tresche.

Tra equivoci, intrighi di corte, investimenti sbagliati tutti cercano di salvare “capra e cavoli” in questo vortice di equivoci. Come per incanto… ecco entrare in scena “l’angelo salvatore di questo dramma”: la figura di Eugenio Gradabosco, portando nella commedia un’inaspettata novella, si tratta di un’eredità…

Lo raccomandiamo caldamente, poiché gli attori di tutto rispetto riescono a soddisfare e appagare in pieno le attese del pubblico. Una nota piacevole va detta su Costanza, che ha eseguito il suo ruolo in maniera impeccabile: Brava!

Sala gremita, tutti pronti alle risate per la classica commedia goldoniana, sempre ricca di spassosi equivoci, di cui i personaggi sono magnifici interpreti. Chiudendo il sipario di questa commedia, è finita anche questa edizione del Torino Fringe Festival.

Daniele Giordano

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