AVANGUARDIE DISCRETE, a cura di Giancarlo Costanzo e Raffaele Soligo. Inaugurazione Sabato 6 luglio 2019 ore 18.00 a Pescara, presso il Museo di Arte Moderna “Vittoria Colonna”

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E’ un omaggio alla Scuola Romana e all’eredità che ha lasciato. La mostra “Avanguardie Discrete” che si inaugura sabato 6 luglio presso il Museo “Vittoria Colonna” di Pescara propone un viaggio in un periodo oggi quasi mitico e di grandi innovazioni dell’arte contemporanea italiana, quel decennio tra i primi anni sessanta e settanta in cui artisti come Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Enrico Manera etc. davano il via ad una vera e propria rivoluzione inserendo il dibattito artistico italiano in quello più ampio del panorama internazionale. Un’avanguardia la Scuola Romana, le cui ricerche furono portate avanti dalla seconda generazione di artisti, anch’essa presente in mostra, sempre con lo stesso principio di ricerca e innovazione dei linguaggi artistici. L’esposizione propone anche una sezione collaterale dal titolo “Fare Arte” ed è accompagnata da un catalogo con testi critici di: Gian Ruggero Manzoni, Angela Ciano e Albano Paolinelli ed ha ricevuto il patrocinio del Comune di Pescara – Regione Abruzzo – Fondazione Pescarabruzzo. “Questa mostra – scrive in catalogo Angela Ciano- proponendo insieme,in un unico viaggio visivo, molti degli artisti della Scuola di Piazza del Popolo della prima e seconda generazione, ricuce proprio quell’indicazione di novità, quella ventata di freschezza, quella volontà di andare avanti ognuno ed in gruppo per la propria strada incuranti dei diktat che arrivavano dal sistema. Tutti sono cani sciolti, eppure tutti insieme hanno creato, forse inconsapevolmente? un movimento di grande novità, una vera e propria avanguardia portatrice di cambiamenti profondi che ha contribuito ad inserire l’Italia e Roma nell’ambito del più ampio dibattito dell’avanguardismo internazionale. Hanno vagato tra i segni disseminando frammenti della propria coscienza, sperimentando materiali, colori, tecniche, comportamenti e atteggiamenti nuovi, sempre più legati ad una ricerca futuribile e dagli sviluppi incerti. “L’oggetto della rappresentazione si semplifica fino a diventare segnale archetipo e scarnificato, rappresentativo di una finalità scientifica o di denuncia nei confronti di una condizione massificante e volgarmente sottoposta a logiche di mercato”.

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