Torino: città della danza

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Sono passate due edizioni di “Torino Città Coreografica” eppure in lungo e largo per la stampa ed il mondo della danza non si parla che di Enrica Patrito ed Adriana Cava, le due direttrici artistiche che si preparano alla terza edizione della consacrazione del loro festival. Che Torino fosse città di danza non la scopriamo certamente noi ma, evidentemente, la natura coreografica della città è stata messa in bella mostra dalla kermesse voluta dalle due muse ispiratrici. Alle quali se n’é aggiunta una terza giovane e molto contemporanea, Elena Morino, che ha convinto la commissione presente al Teatro Nuovo Torino. Chi c’era intanto a dettar le regole della kermesse? In primis Amalia Salzano (presidente AIDAF-AGIS nonché docente, coreografa, regista ed operatrice culturale nell’organizzazione e promozione di eventi socio-culturali) con accanto Victor Litvinov (maitre de ballet e collaboratore dell’International Russian Academy of Art), André De La Roche (di origine corso-vietnamita, ed adozione americana, è danzatore, coreografo e maitre de ballet), Irma Cardano (coreografa e direttrice artistica di Ivir Danza), Rosanna Brocanello (direttrice artistica di Opus Ballet) e Fabio Crestale (Danséur Opéra e Lyriques Opéra de Paris nonché direttore artistico della Compagnia “I Funamboli de Paris”). Nomi e cognomi di cui si conosce a menadito passato, presente e futuro! Chi è invece Elena Morino? Ho iniziato lo studio della danza all’età di tre anni nella scuola “Artedanza” di Donatella Poggio, mia mamma – racconta la giovane promessa della coreografia – Ho frequentato il DAF di Mauro Astolfi a Roma e, nell’ultimo anno, ho seguito delle lezioni all’Ormars di Milano con Macia Del Prete. Ho frequentato diversi stage e percorsi intensivi che mi hanno dato la possibilità di sperimentare vari stili con diversi insegnanti. Proprio come in “Regarde-moi”, che è una fusione di stili, io stessa studio recitazione con Leonardo Poppa e canto con Letizia Racca che mi permettono di avere altre mille sfaccettature coreutiche. “Regarde-moi” è dunque il titolo che si è distinto, accanto ad altri che hanno alzato inevitabilmente l’asticella della qualità coreografica di Torino e del suo festival. Citiamo Daniela Chianini con i suoi tre titoli “Piccolo Principe”, “Trilly” e “Le rivali”; Silvia Hrdlicka con “Le quartine” e Narcisa Spada in “Chiaikovskij pas de deux” nella sezione classico. Per quanto concerne la sezione moderno si sono segnalati “Il treno dei ricordi” e “Follow yourself” di Uba, “Shades of me” di Nicolò Tacchetto ed “Anime connesse” di Lorella Grazzo. Infine il repertorio contemporaneo con “At sunset” di Marco Barone, “Punto di equilibrio”, “Odi et amo” e “Black rain” di Uba oltre al vincitore del premio della critica “Regarde moi”. Che la stessa Elena Morino ha provato a raccontarci sin dalla sua gestazione artistica: fin da piccola ho sempre avuto la possibilità di ballare come solista grazie alle coreografie che portavo in scena montate da mia mamma o da mia sorella (Vittoria Morino, ndr). Negli ultimi tempi ho approfondito lo studio della danza e ho voluto mettermi in gioco non solo come ballerina ma anche come coreografa. L’idea è nata ascoltando la canzone “Les temps” di Vendredi Sur Mer insieme ad una persona per me importante. Fin da subito ho sentito mia questa canzone ma non volevo che rimanesse solo nelle cuffiette: sentivo che andava vissuta e così, grazie al sostegno di mia madre, ho deciso di creare “Regarde-moi”. Questo pezzo rappresenta tutto ciò che ho studiato e quella che sono diventata nell’ultimo anno. E’ una fusione di stili ed il titolo, che significa “guardami”, allude alla mia voglia di mostrarmi per ciò che sono: una ballerina versatile con la voglia di apprendere sempre cose nuove per accrescere il suo bagaglio di esperienze legate alla vita in generale e non solo alla danza.

Massimiliano Craus    

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