Con una prodezza dell’esperto DELGADO ed un rigore inventato un attendista ARTENA espugna lo stadium d’un deludente e distratto TRASTEVERE.(1-2). Annullata per ”off-side”una rete di TAJAROL: sterile supremazia in 10 nella ripresa

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Per il secondo anno consecutivo i rionali hanno perso la prima gara interna della stagione, con un imprevisto rovescio dopo il lusinghiero successo esterno di sette giorni prima sulle rive del Tirreno a Ladispoli, che pure aveva già fatto emergere il doppio volto della compagine di Perrotti. Tanto bella e realizzatrice quando riesce ad imporre il proprio gioco,quanto perforabile e sbadata allorché va in confusione e non fa filtro in interdizione, facendosi prendere in contropiede dalle veloci folate di rimessa degli equilibrati avversari che tendono per principio tatticamente all’inizio a non scoprirsi come sosteneva il buon storico partenopeo G.B. VICO sulla fine del 600 con la teoria dei corsi e ricorsi ,bisogna far tesoro delle lezioni ricevute ed invece proprio questo e ciò che la squadra del presidente Betturri ed il buon ”Mister” Fabrizio dimostrano di non saper mettere a frutto, ragionandoci sopra.L’anno scorso fu il Monterosi, ora militante nel girone E umbro toscano, a violare alla prima di campionato lo stadium di villa PAMPHILI, con le stesse armi e strategia calcistica usata dall’artena bastonata in apertura con un secco punteggio in casa dalla TURRIS, che ne ha rifilato unaltro più largo da set tennistico al TOR SAPIENZA e pare destinata a vincere il campionato, forse contrastata dal PORTICI che ha inflitto un poker al ridimensionato LANUSEI del tecnico GARDINI; poi nel girone di ritorno si distrusse il primato costruito all’andata con negative prestazioni caratterizzate da Rimonte dopo essere stati in vantaggio,sempre per gol incassati facendosi trovare scoperti come contro IL CASTADIAS, L’ALBALONGA ed il CASSINO,per finire con le brutte figuracce contro LA TORRES ed il SASSARI LATTE dolce, piegato da un LATINA che quest’anno sembra ben impostato e pretenzioso,nella semifinale dei playoff, insomma s’è rivisto il TRASTEVERE imbambolato, velleitario e pasticcione,del secondo tempo di Ladispoli e scaierato con il solito modulo 3-5-2 da Perrotti, che è andato su tutte le furie,vedendo i suoi privi di idee eccessive nei fraseggi orizzontali,privi di slancio offensivo sulle  fasce dove il solo Lorusso si batteva da Leone ed impegnava sulla sinistra dell’area piccola l’estremo basile con una respinta di piede.Tajarol era troppo lezioso nel controllo della sfera e non aveva intesa con il frombone Redavid, mentre CAPODAGLIO non creava assist e rifiniture per le punte, denotando anche lui di non essere al massimo della condizione: facile dunque per i rossoverdi di Mister CAMPOLO, la passata stagione in luce alla guida tenica dell’Arce in eccellenza, controllare e ripartire con ampie manovre percussive a tutto campo basate sui centro campisti Paolacci e Chinappi. Così intorno al 20° sull’unico corner del primo tempo per i suoi l’attaccante Roberto, lasciato libero di calciare con un potente tiro al volo di giro a rientrare fulminava Casagrande sul palo sinistro. La reazione del TRASTEVERE produceva solo una rete annullata a Tajarol per fuorigioco su imbeccata di CAPODAGLIO e poi improvvisamente intorno alla mezz’ora s’ergeva a protagonista l’arbitro CASALINI di PONTEDERA, ma mentre il secondo assistente Chiavaroli di Pescara prima aveva visto bene lui prendeva “lucciole per lanterne”, in quanto su apertura di Chinappi, Casagrande precedeva in uscita D’alessandris che in velocità gli  franava sopra dopo che il pallone era stato respinto in fallo da JERACE. Il direttore di gara Toscano pensava ad aggancio da ultimo uomo con chiara occasione da rete e puniva ingiustamente il Trastevere non solo con il penalty,bensì pure con la beffarda espulsione del portiere levato in porta da Tacconi, che entrava per Sannipoli.Sul finire in mischia da calcio d’angolo Lucchese riapriva la contesa spedendo in rete la ribattuta di Basile su Sfanò. Nell’intervallo Perrotti catechizzava i ragazzi e chiedeva grinta ed orgoglio, per cui nella seconda frazione il dispositivo della partita cambiava totalmente con un assedio e dominio territoriale dei locali nella metà campo dell’artena che l’allenatore chiamava al catenaccio più serrato togliendo gli avanti e rinforzando il pacchetto arretrato con GORI, PRANDELLI. Il continuo attacco dei Romani tuttavia non sortiva gli effetti sperati giacché la sfortuna s’accaniva contro i bianchi di casa con un palo di LORUSSO e punizione dal limite a portiere battuto e poi lo stesso Basile si  superava nel respingere un incornata di Tajarol da distanza ravvicinata. Per il resto si notavano demeriti degli astanti nel non creare palle gol con lucide manovre avvolgenti,nel non calciare da fuori area,come si nota sempre più spesso nella massima serie, per scardinare i bunker.

Giancarlo Lungarini

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