CON “LE CINQUE ROSE DI JENNIFER” SI APRE LA STAGIONE 2019/2020 al teatro Bellini di Napoli

Data:

Al Teatro Bellini di Napoli, fino al 10 novembre 2019

Con ‘Le cinque rose di Jennifer’ di Annibale Ruccello, regia di Gabriele Russo, il 25 ottobre, si è inaugurata la nuova stagione del Teatro Bellini di Napoli.

In scena Daniele Russo e Sergio Del Prete per una produzione Fondazione Teatro di Napoli-Teatro Bellini.

Tratto da un  testo di Ruccello del 1980, Gabriele Russo ci preannuncia una messinscena dall’estetica potente, fedele al testo e, dunque, alle intenzioni dell’autore.

Jennifer è un travestito romantico che abita in un quartiere popolare della Napoli degli anni ’80. Chiuso in casa per aspettare la telefonata di Franco, l’ingegnere di Genova di cui è innamorato, gli dedica continuamente “Se perdo te” di Patty Pravo alla radio che, intanto, trasmette frequenti aggiornamenti sul serial killer che in quelle ore uccide i travestiti del quartiere di cui mano a mano i sospetti sembrano assottigliarsi verso un’unica direzione.

Daniele Russo questa volta lo vediamo in una veste attoriale completamente inedita e diversa dagli standard a cui ci ha abituato e si conferma l’incredibile e versatile attore che è, interpretando magistralmente quelle che sono le fobie, le paure di Jennifer che sono quelle di moltissimi travestiti della nostra società negli anni’80, si potrebbe dire anche di quella di oggi, ma ne sa captare anche gli amori e la sua dolcezza senza cadere in stigmatizzazioni e facili gesti che un personaggio del genere potrebbe richiedere. Ottima anche l’interpretazione di Sergio Del Prete, che si sposa perfettamente con quella del suo protagonista.

Lo spettacolo inoltre è una sorta di Sanremo degli anni d’oro e dei tempi che furono, dato che tra un aggiornamento drammatico ed un altro, alla radio passano le migliori canzoni di Mina( Grande grande, grande o Ancora) , Iva Zanicchi ( Testarda io), Ornella Vanoni oltre che la già citata Patty Pravo ( Bambola)

Naturalmente l’estetica della messinscena calca sulle indicazioni che lo stesso Ruccello fornisce nel testo, nel segno del kitsch e  che si materializza in oggetti , come tacchi a spillo altissimi, vestiti che funzionano anche da tovaglia, grossi boa piumati e trucco molto eccentrico, a cui la protagonista si aggrappa letteralmente per non sprofondare nel vuoto e nell’angoscia in cui è destinata a soccombere nell’arco dei 90 minuti di spettacolo.

Uno spettacolo molto colorato e patinato, all’apparenza almeno, per rivelarsi poi molto più cupo, introspettivo, buio e nero di quanto in realtà possa sembrare, visto che il fulcro dello spettacolo, non son di certo le canzoni o i travestimenti ma a far esaltare sia il rosa che il nero nell’anima di Jennifer.

Marco Assante

di Annibale Ruccello
con Daniele Russo e Sergio Del Prete
scene Lucia Imperato
costumi Chiara Aversano
disegno luci Salvatore Palladino
progetto Sonoro Alessio Foglia
regia Gabriele Russo
produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini

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