Giunge a Trieste “La grande storia dell’impressionismo” e, improvvisamente, la contemporaneità ci appare più chiara

Data:

Trieste, Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Sala Assicurazioni Generali, 2 dicembre 2019

La pittura impressionista è nota a tutti, ma le sue implicazioni lo sono di meno e ogni occasione di approfondimento, se in grado di coinvolgere e appassionare, nutre lo spirito e rasserena.

“La grande storia dell’impressionismo”, giunta al Rossetti di Trieste quasi alla fine del suo tour, ne è un ottimo esempio, opportunità di conoscenza ad ampio spettro.

Non è infatti cosa di poco conto avere la possibilità di vivere un’esperienza capace di coniugare competenza tecnica e narrazione unite con eleganza in una realizzazione teatrale emozionalmente forte.

Marco Goldin tesse con sapienza un racconto ambientato nella Francia ottocentesca, ne descrive i luoghi e gli ambienti in cui si muovono gli artisti di questo incredibile movimento; con semplicità descrive la genesi delle opere inserendole nel milieu sociale e culturale che le ha nutrite.

Assieme a lui in scena c’è Remo Anzovino, interprete al pianoforte di proprie composizioni suggestive e appropriate, riflesso di musica “en plein air”, che con le sorprendenti scenografie video di Fabio Massimo Iaquone e Luca Attili accompagnano per quasi tre ore il pubblico in un mondo reale e poetico che inizia con il “cenacolo” creatosi intorno a un giovane Claude Monet e si conclude con la partenza di Paul Gauguin per Tahiti, dopo l’allontanamento da Vincent van Gogh, il vero punto di arrivo, pietra angolare di ogni discorso.

Immagini fotografiche e filmiche si  trasformano nei quadri degli artisti legando indissolubilmente la realtà con la “rappresentazione del vedere”, integrandosi e rivelandosi reciprocamente attraverso descrizioni capaci di far emergere la vita di cui ogni opera è specchio.

Il superamento del romanticismo inglese e tedesco da una parte e del realismo dall’altra, la rottura con i modelli legati alla ritrattistica celebrativa per fissare sulla tela la quotidianità, la predominanza degli effetti della luce sul colore a discapito della precisione del disegno, cui è affidata ora la responsabilità di esprimere l’idea, diventano così elementi chiarissimi anche per chi non ne è esperto.

Ecco allora che la fluidità prospettica, il costante gioco di rimandi tra la fissità di uno degli elementi nella variabilità degli altri, può far risuonare echi di suggestioni a noi contemporanee, perché se a quei tempi fu la ferrovia e la conseguente riduzione delle distanze a rendere il mondo molto più piccolo,  elemento scatenante un diverso modo di vivere e quindi di rappresentare l’ambiente circostante, ci troviamo oggi ad affrontare qualcosa di altrettanto sconvolgente grazie a una nuova rivoluzione, a una nuova accelerazione, a una nuova rete, ben più immateriale di quella ferroviaria.

Tra la metà e la fine dell’Ottocento gli Impressionisti furono testimoni attivi di un cambiamento epocale; dalle loro opere molti altri artisti trarranno in seguito ispirazione.

Arte, musica e letteratura si condizionano a vicenda e, agli occhi di noi posteri appaiono facilmente alla memoria, da ciò che Marco Goldin descrive esponendo innumerevoli immagini di tantissimi autori, le descrizioni di Marcel Proust nella sua “Recherche”, o la neve nel terzo quadro di Bohéme.

La seconda parte dello spettacolo è totalmente dedicato al rapporto, conflittuale e per certi versi simbiotico tra Gauguin e van Gogh e alle opere dei due grandi artisti, con particolare attenzione a quelle che più di altre comunicavano fra loro, facendo emergere con amore ed entusiasmo profondo e rispettoso il lato più umano di questo fondamentale episodio della storia dell’arte occidentale.

A teatro tutto questo assume la forma di un’ideale visita guidata non itinerante, con gli spettatori seduti in sala ad ammirare il succedersi di opere immense esposte in tanti diversi musei nel mondo, un’esperienza carica di emozioni e di chiarezza, sorpresa e passione che ribalta, una volta ancora, la tradizionale prospettiva.

Paola Pini

Trieste, Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Sala Assicurazioni Generali
2 dicembre 2019
La grande storia dell’impressionismo
di e con Marco Goldin
Scenografia video di Fabio Massimo Iaquone e Luca Attili
Musiche originali eseguite dal vivo dal M° Remo Anzovino
Produzione International Music and Arts e Linea d’Ombra, con il sostegno del Gruppo Baccini
A Trieste: Organizzazione VignaPR srl in collaborazione con il Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

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