VITTORIO ACUNZO, UN TAIGHER DELLA TV

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Conduttore, presentatore, direttore artistico e innovatore. Vittorio Acunzo, origini napoletane ma ormai bergamasco d’adozione, col mondo dello spettacolo ha sempre avuto un feeling speciale. Oggi, a 60 anni d’età, è lui l’anima del programma Taigher Show, in onda su Videostartv e nel quale racconta storie, emozioni e sogni di chi vorrebbe conquistare le luci della ribalta. Personaggi provenienti da ogni parte d’Italia  che Acunzo intervista in maniera delicata e profonda, per far emergere la loro umanità oltre che la loro competenza professionale.

Del Taigher Show sei direttore artistico, autore e conduttore.

TAIGHER SHOW è il mezzo che uso per dare visibilità a tutte quelle persone che condividono la passione per l’arte e lo spettacolo, con l’augurio che essi possano essere scoperti un giorno da qualcuno che li faccia crescere e affermare nel mondo dello spettacolo. Grazie alla partecipazione al programma ho ottenuto molto artisticamente ed umanamente, ho assistito alla nascita di grandi collaborazioni tra gli ospiti stessi e alla firma di contratti di lavoro. Al pubblico a casa voglio far vedere la personalità, la naturalezza e la vita quotidiana degli artisti attraverso le loro storie. Questo perché spesso si pensa che gli artisti vivano in un mondo a sè, un mondo effimero fatto di luci e lustrini. Il messaggio più importante è quello di coltivare le proprie passioni a prescindere da come possano andare le cose: per essere artisti non basta il semplice talento, ma sono necessari lo studio, i sacrifici e la determinazione per ottenere dei risultati.

Come nasce l’idea di questo programma?

Il 6 agosto 2017, mentre ero in vacanza, ricevetti una telefonata inaspettata dal produttore Pierluigi Vaccariello, che avevo già incontrato diversi anni fa per una prima conoscenza. Al mio rientro dalle vacanze mi portò a Treviglio negli studi di Videostartv e mi presentò al suo staff come Direttore Artistico di un nuovo programma. Mi fece vedere vari studi e mi disse di sceglierne uno e pensare ad un nuovo programma televisivo. Gli piacevano il mio nome d’arte, Taigher, e le mie canzoni, da lì il titolo del programma, Taigher Show. Tempo un mese ed il 23 ottobre 2017 fu mandata in onda la prima puntata del TAIGHER SHOW, e da allora va in onda tutti i giovedì sera alle 22:30 sul canale 90 Videostartv.

Un successo che dura ormai da anni.

E’ un programma in cui il concetto di base è la passione per l’arte, un susseguirsi di interviste senza domande convenzionali: si va a braccio e non si hanno grandi sovrastrutture, ma è un programma semplice e dinamico. La mia preparazione sull’intervista di una puntata si basa sulle autobiografie e curiosità degli ospiti. Il linguaggio usato è diretto e nessun artista sa cosa gli chiederò, fino all’accensione delle luci rosse delle telecamere per il dialogo in diretta. Ogni puntata è sempre diversa e il pubblico non sa cosa, chi e come inizierò il programma. Hanno già partecipato oltre 300 persone tra cui artisti professionisti o semplicemente qualcuno con una grande passione di cui parlare.

Riavvolgiamo il nastro: come nasce la tua carriera?

La mia passione verso il mondo dello spettacolo ha origine fin dalla tenera età, quando scappavo di casa per assistere ai vari concerti di piazza e, incuriosito da tutto quello che era la preparazione dello spettacolo, mi intrufolavo dietro le quinte. A casa mi immedesimavo nel presentatore davanti ad un pubblico ristretto di bambini, salivo su una cassetta di legno e per microfono usavo un manico di scopa simulando il Festival di Sanremo o lo Zecchino d’oro. L’occasione che mi fece capire che questo era il mio mondo venne quando alle elementari fui scelto tra i protagonisti per una commedia. Una volta sul palco fui avvolto da una sensazione indescrivibile: il dietro le quinte, il sipario, le luci, il profumo… lì capii che io ero nato per starvi sopra!

Naturalmente, non è stato tutto rose e fiori.

Ho dovuto compiere molti sacrifici per dedicare tempo allo studio e ad affinare le mie abilità artistiche, competenze che mi hanno portato ad essere un artista ben definito, coerente di dove volesse arrivare e di chi avrebbe voluto essere ovvero un Personaggio e non un semplice cantante. Le mie esibizioni costruite a tavolino, con l’utilizzo di molti effetti speciali e costumi di scena garantivano un vero show. Per arrivare a tanto, nelle occasioni importanti dove ero ospite, “rubavo” l’arte osservando i grandi artisti, imparando ed affinando le mie doti artistiche nei vari settori come il ballo, il canto ed il come porsi sul palco.

E fu così che…

Nel corso degli anni ho avuto l’occasione di collaborare con molti artisti, ma quello che più mi ha intrigato è stato il meccanismo che c’è dietro alla crescita di un’artista, il rischio e l’impegno di persone quali talent scout, produttori, impresari o addirittura agenzie di spettacoli che lavorano costantemente puntando tutto su quegli stessi artisti. La mia curiosità mi ha portato anche a conoscere e capire le strutture tecniche del palco, ho frequentato ed affiancato staff audio/luci, scenografi, coreografi, addetti agli effetti speciali, il tutto per strutturare al meglio le esibizioni artistiche di TAIGHER dando il massimo del puro spettacolo. L’occasione fondamentale per la mia carriera fu l’incontro con la casa editrice “DES” che, dopo avermi visto in una commedia musicale dove ne ero il protagonista, mi prese nella sua scuderia come artista e mi convinse ad incidere il mio primo 45 giri, con i miei brani “CITTA” e “LA NOTTE”.

Insomma, “Taigher” si stava facendo conoscere al grande pubblico.

Grazie al duro lavoro delle serate incominciai a partecipare in manifestazioni sempre più importanti, vincendo riconoscimenti come artista o rivelazione dell’anno. Dai semplici teatri di provincia passai poi ai grandi teatri come il PalaTrussardi e il mio nome veniva affiancato sempre di più ai più importanti protagonisti degli anni ‘80. Se fino alla fine degli anni Ottanta mi sono concentrato sulla crescita artistica del personaggio TAIGHER ottenendo riconoscimenti e successo, negli anni 90 l’ho abbandonato per farmi conoscere come Acunzo Vittorio. Il mio vero obiettivo è sempre stato quello di affermarmi come organizzatore di eventi completo, mettendo le mani sia nell’ambito organizzativo che pratico.

Insomma, stava per nascere il tuo ruolo di organizzatore di eventi.

Feci le mie prime esperienze negli anni 80 organizzando negli oratori i primi varietà come “Cari Genitori”, coinvolgendo la gente comune ad esibirsi come cantanti, ballerini, comici… Insegnavo loro tutto quello che io artisticamente sapevo in maniera molto professionale, cercando di diffondere queste mie nozioni come se fossimo in una vera e propria scuola. Vennero poi le occasioni di mettere in moto le mie abilità di impresario imparando a collocare e “vendere” gli artisti nei vari locali. Questo mi portò poi ad essere contattato da varie agenzie per mettere sul mercato anche artisti famosi. La vera sfida avvenne nel 1987 quando mi convinsero ad organizzare per la prima volta un concerto rock, un settore che non conoscevo: dedicandovi anima e corpo diedi vita a qualcosa di molto più grande, organizzai il primo Rock Festival. In un’unica serata riuscii a mettere insieme non una ma ben sette band che si alternarono sul palco. Fu un successo tale che riuscii ad aggiudicarmi la Direzione Artistica dell’ARCI di Bergamo. Mi sento tutt’ora onorato di aver assunto il ruolo di Produttore, nonostante fosse la mia prima esperienza in questo ruolo, investendo su giovani emergenti da portare nelle varie piazze in tour per il lancio del disco Angeli Soli con all’interno brani inediti dei protagonisti.

La carriera poi ha avuto altri picchi.

La più grande occasione per dimostrare le mie doti organizzative venne quando fui contattato dall’associazione Paolo Belli per organizzare uno dei più grandi eventi allora molto sentiti ed importanti, la prima edizione TRENTA ORE PER LA VITA. Mai mi sarei aspettato che questa associazione avrebbe scelto me… Questo grande progetto mi portò a conoscere e coinvolgere il maestro d’orchestra Bruno Santori, allora ai suoi primi Festival di Sanremo, che a titolo gratuito mi portò i giovani emergenti che avevano partecipato al Festival. Le occasioni si susseguirono e il mio nome e la professionalità iniziarono ad essere considerati degni di fiducia e stima dalle altre associazioni ed Istituzioni. Collaborai con l’UNICEF con la quale organizzai svariati eventi all’interno del teatro Donizzetti di Bergamo, dandomi ulteriore prestigio tanto da essere convocato dagli organizzatori dell’Ente Fiera di Bergamo per avere la carica di Direttore Artistico per la manifestazione TRAVEL&SLOW, alle quale portai innovazioni artistiche. Un’altra collaborazione degna di nota fu con l’associazione Babel al Palafacchetti di Treviglio negli anni 2000 dove riuscii ad organizzare come direttore artistico, e condurre, un concerto dove i protagonisti erano vari artisti esteri famosi, rappresentanti ognuno i vari stati d’Europa, il tutto con obiettivo di diffondere un messaggio di sostegno all’integrazione culturale.

Ma la tua mission non era ancora finita…

Una sola cosa ora restava da fare: riuscire a creare un modo per aiutare e sostenere i giovani artisti. Dopo molto lavoro, impegno e soprattutto grazie al sostegno della Provincia di Bergamo e il comitato UNPLI, sono riuscito a giugno 2017 a istituire la prima e vera Borsa di studio per giovani autori, ottenibile da chiunque presentandosi e sostenendo delle audizioni con i propri brani inediti di fronte ad una commissione di esperti in materia. La prima di queste è stata donata ai primi 3 classificati del concorso musicale tenuto durante la manifestazione Voci In Musica che si è tenuta il 28 settembre 2018. Fra un progetto e l’altro ho avuto l’occasione di organizzare numerose manifestazioni sportive e culturali, una tra queste è la mostra dedicata ai POOH dal titolo “50 anni di storia italiana attraverso le canzoni dei Pooh” organizzata grazie alla collaborazione con il loro scenografo Dumbo e, ovviamente, sotto la loro approvazione.

Cosa bolle in pentola per il 2020?

Ci sono progetti molto importanti che mi vedranno come protagonista: la quarta edizione del festival per l’AIDO una voce per la vita a Marzo, la Direzione Artistica del raduno nazionale dei Fanti a Bergamo a Maggio e un altro programma televisivo, del quale non posso rivelare ancora nulla. Oltre questi, sono alla ricerca di un produttore ed un editore disposti a investire e porre fiducia in due miei progetti, i miei sogni nel cassetto, ovvero portare in scena il musical “Sola”, di cui sono autore, e la pubblicazione del libro “Taigher, una vita per lo show”.

Luca Fina

 

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