“Microcosmi”. Musagète: il quintetto che si fa orchestra sinfonica

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Eseguire brani con un’orchestra ridotta potrebbe risultare in alcuni casi controindicato e il risultato potrebbe non essere ottimale, ma se i musicisti sono d’eccezione si può fare, eccome!, visto che si riesce a dare un’interpretazione che non solo rispetta i brani, ma che può anche rivitalizzarli, renderli freschi e, se vogliamo, originali, dando loro la possibilità di nascere sotto nuove spoglie. In effetti l’Ensemble Musagète è tutto questo e i suoi strumentisti sono di così largo spessore da impreziosire il repertorio presentato. In questo specifico caso, parlo di un disco uscito per Stradivarius, il cui nome è Microcosmi, dove possiamo ascoltare il Concerto per pianoforte e orchestra numero 2 di Chopin, l’Idillio di Sigfrido di Wagner e Tre Notturni di Debussy, tutti brani resi cameristici, con il gruppo accompagnato dal pianista Gabriele Dal Santo.

Il tocco di questi straordinari musicisti (vorrei citarli per esteso: Fabio Pupillo, Remo Peronato, Luigi Marasca, Enrico Barchetta, Laura Costa, Laura Vignato, Massimiliano Tieppo, Tiziano Guarato, Michele Sguotti, Simone Tieppo e Michele Gallo) addolcisce il concerto chopiniano, che nella versione canonica è contraddistinto da luci e ombre. In questo caso è soprattutto la luce ad emergere, creata dal delicato talento dell’Ensemble e di Dal Santo, che insieme costruiscono un’esecuzione coesa, armonica, decisamente godibile, così come accade per l’Idillio wagneriano, nella versione per piano e quintetto per fiati (composta da Alfred Pringsheim), in cui l’atmosfera sacra e mitica viene resa splendidamente dagli strumentisti, tanto capaci di parlare alla nostra sensibilità. Ieratica e fulgida è l’atmosfera debussiniana dei Trois Nocturnes (Nuages, Fète e Sirènes), dove viene accentuata l’abilità del compositore francese nel giocare coi ritmi e gli accenti, tramite i quali è capace di creare suggestive immagini, in certi casi bucoliche, in altre spettrali e prestanti.

Se dovessi usare un aggettivo per definire questo disco, direi “luminoso”, dato che tali composizioni, interpretate dall’Ensemble Musagète, diventano invero celesti e fulgenti. Il tutto avvalorato dalle capacità compositive della stessa Ensemble, che ha curato personalmente la trascrizione del concerto chopiniano e dei Notturni, questi nella persona di Luigi Marasca. Doti quindi esecutive e interpretative eccellenti, arricchite, non dimentichiamolo, da una performance sopraffina del pianista Dal Santo.

Stefano Duranti Poccetti

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