L’esplosione nucleare e il rifugio di due litigiosi amanti in una grotta con furiosi e minacciosi diverbi in ”After the end”

Data:

Al Teatro Brancaccino di Roma, dal 12 al 22 dicembre 2019

Il pericolo delle bombe atomiche e del nucleare è sempre stato un incubo per la gente da quando, per finire il secondo conflitto mondiale, nell’agosto del ’45 fu sganciata la devastante atomica su Hiroshima e Nagasaki con le tragiche radiazioni, ma pure, in tempi a noi più vicini, con lo scoppio della centrale nucleare di CHERNOBYL nel’86 in UCRAINA e poi a Fukuoka in Giappone. Su questa crudele problematica ha composto un serrato racconto dialettico D.KELLY, che adesso il regista Marco Simon Puccioni allestisce dal giovedì alla domenica allo spazio narrativo di via Merulana: IL BRANCACCINO annesso al maggiore della prosa, varietà e musical. Nel suo lavoro s’immagina che, dopo il catastrofico fungo dilania persone, che ha sparso morti e macerie tutt’intorno. Mark per proteggere Louise di cui è innamorato non pienamente corrisposto, l’abbia condotto nel suo nascondiglio sotterraneo dove la fa sentire prigioniera e vivere dei resti del suo cibo, nutrendosi di riso crudo. Naturalmente la segregazione e la fame aguzzano l’ingegno della ragazza, incarnata con fiero cipiglio e durezza fonetica da Miriam Galanti, che intimorisce il suo presunto salvatore con un coltello, incutendogli il timore peggiore per un uomo: quello d’essere privato del suo prezioso organo fallico, (come già fece Jessica Rabit con il suo traditore). Alla fine di tale guerra psicologica ed isterica, Mark recupera la posizione dominante e tenta di convincerla ad abbandonarsi all’amore libero; tuttavia ella oppone un netto diniego ed allora assistiamo alla violenza sessuale sulla persona,dato che il giovane aveva già perso i freni inibitori delle pulsioni sessuali abbandonandosi all’eros solitario indotto da lei. Passata la terribile circostanza,i due andranno incontro al recupero terapeutico ed al pagamento delle loro colpe: LOUISE avrà una psicanalista che la seguirà per un po’ di tempo fino alla sua ribellione per mancanza d’effettivi risultati,mentre MARK in cella cercherà un riequilibrio della personalità con maturazione caratteriale. Che avverrà del loro rapporto emotivo? Non ve lo diciamo per non togliervi il piacere della visione dei 100 minuti dello spettacolo, in cui rifulge la grinta determinata nei panni del protagonista Federico Rosati, che con la sua ”alter ego” tiene avvinto lo spettatore alla poltrona per la tensione crescente del quadro successivo e l’antagonismo esasperato amoroso, sessuale in in’atmosfera claustrofobica.

Susanna Donatelli e Giancarlo Lungarini

Seguici

11,409FansMi Piace

Condividi post:

spot_imgspot_img

I più letti

Potrebbero piacerti
Correlati

Luca Barbareschi in “Il discorso del re”

“Il discorso del re”: Luca Barbareschi è maestro nel...

BABYLON, UN FILM-ELEFANTE MESSO IN GABBIA

C’è un elefante che a inizio film viene trascinato...