L’UOMO PERFETTO. Il desiderio del sesso e del matrimonio brillante portano la donna alla spasmodica ricerca dell’ideale maschile

Data:

Al Teatro de’ Servi di Roma, fino al 26 gennaio 2020

Come si sa comunemente, l’obiettivo prioritario dell’altra metà del cielo, ovvero del parco femminile, è quello di realizzare la propria felicità attraverso il piacere sensuale e l’anima gemella, secondo”l’affinità elettive” di W. GOETHE, per cui la loro è una continua corsa, quale avviene nel regno animale, alla ricerca del maschio più piacente con i migliori cromosomi possibilmente per assicurarsi una bella e geniale discendenza. Tale rincorsa, allorché non s’avvertono spiriti vocazionali od inclinazioni omosessuali e perfino nubili per un’esistenza libera ed indipendente in pieno, rischia di diventare ansiosa e trasformarsi in autentica ossessione con continue frustrazioni psichiche. Ne dà un’esauriente e sarcastica testimonianza la felice commedia di Mauro Graiani e Riccardo Irrea dal titolo: “L’uomo perfetto”, in cui le due straordinarie attrici romane NADIA RINALDI e MILENA MICONI non essendo riuscite a soddisfare il loro desiderio naturale arrivano ad ordinarne uno artificiale,un vero robot montabile pezzo per pezzo seguendo l’istruzioni quasi fosse un mobile della fabbrica commerciale svedese IKEA. Le due sorelle operano nel mondo artistico: Velia, incarnata dalla più slanciata ed avvenente Milena Miconi formatasi al BAGAGLINO di PINGITORE, è una mancata star del mondo delle soap opera e del varietà, mentre l’altra maggiore più intrigante, scaltra ed intelligente, impersonata dalla piacente Nadia Rinaldi più seducente dopo la rinnovata estetica, le fa da press agent rimproverandole di non essersi mai diplomata e quindi laureata. Quando arrivano gli elementi richiesti lo montano con estrema accortezza,avendo la possibilità di scegliere tra 4 possibilità genetiche:professionista, operaio, bifolco e piacione .A fianco a lui, che a poco a poco prende consistenza con la distensione degli arti secondo dei tic e dei tac di estroflessione, v’è un pupazzo scimmione dal lungo pelo subito rimosso,mentre Velia si porta l’uomo artificiale,alternativa per le donne alla bambola di gomma per gli uomini,in camera da letto e premendo sui comandi elettronici provoca una splendida reazione aerobica nelle parti anatomiche del robot, per cui trascorre una notte di fuoco che scatena tutto il suo entusiasmo ormonale e produce la curiosa ed interessata gelosia permalosa della sorella. Tutto questo suscita nel congegno dinamico inventato, che viene utilizzato pure in cucina e nei lavori domestici, degli interrogativi umani su come siano in realtà i maschi e da dove, facendogli avvertire la carenza dell’amore materno per cui in profonda crisi depressiva da difetto di “culla familiare e coccole”, come se fosse un imbelle pezzo di legno senza sentimenti,come Pinocchio si autodistrugge con sofferenti scariche elettriche. Il ragazzo che incarna la parte del robot è Gianclaudio CARETTA. Rimaste senza il loro prezioso “toy”, le due protagoniste cercheranno di rimuovere la sorpresa dolorosa, tuttavia il come pensato e concretizzato dalla divertente regia di DIEGO RUIZ.

Susanna Donatelli e Giancarlo Lungarini

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