La nuova sfida di Janet De Nardis

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Janet De Nardis, eccola prima alla regia con entusiasmo, grinta e determinazione! in questa meravigliosa intervista ci racconta del suo esordio come regista, affrontando molti aspetti della sua nuova e coinvolgente sfida, delle tematiche interessanti e delicate del suo cortometraggio, fino a parlarci delle sue ambizioni future.

Punto di Rottura, una sua opera prima alla regia e tra i finalisti di Cortinametraggio, ci parla di questo interessante progetto che è in giro per i festival nazionali e internazionali?

E’ stata una grande sfida. Un piccolo budget ottenuto grazie ad imprenditori illuminati che pensano al futuro del nostro pianeta, per realizzare un’opera di grande respiro con professionisti del mondo cinematografico. Insieme a Marco Passiglia ho scritto una sceneggiatura che spero aiuti a riflettere sulle nostre azioni, sulle conseguenze che potrebbero avere. Si tratta di un monito per tutti, sviluppato con la consapevolezza che tutti noi siamo esseri pieni di fragilità e ognuno ha una propria visione della realtà. In questo cortometraggio, realizzato in collaborazione con I Licaoni, si parla molto d’amore, perché credo che sia il sentimento alla base di ogni nostra azione. Cerchiamo amore ovunque, vogliamo essere riconosciuti e accettati e spesso desideriamo la dimostrazione dell’amore con gesti evidenti da parte dell’altro, a volte, pur parlando di amore non sappiamo ascoltare e vedere perché siamo troppo concentrati su noi stessi. Punto di rottura è una storia in cui tutti possono intravedere delle verità vicine alla propria esistenza, ma è soprattutto “un pugno allo stomaco” perché non è buonista o retorico, ma va dritto verso le più crude evidenze, pur lasciando allo spettatore una possibilità di salvezza, una speranza… ma solo per chi è disposto a prendere coscienza della realtà in cui vive.

Un cortometraggio interessante dove si affrontano delle tematiche delicate e attuali, come l’inquinamento , quanto pensa che la gente sia sensibile a queste problematiche ambientali?

Credo che le persone siano ancora troppo poco coscienti di quello che stiamo facendo al pianeta, del declino inevitabile. E’ vero che ormai tutte le aziende parlano di sostenibilità e dell’applicazione dei criteri ESG, ma il cambiamento non è semplice e rischia di essere solo una moda come quella delle borracce di alluminio, materiale altamente inquinante nel processo di produzione), ma anche tossico. Continuiamo a parlare di male minore e a curare malanni e ferite, ma in pochi sono consapevoli che per cambiare le cose è fondamentale eliminare le cause della “malattia”. Resto convinta che l’unica vera via di guarigione sia la cultura e con essa l’empatia.solo un balzo culturale in avanti ci renderà capaci di “vedere oltre” e di fare piccole rinunce senza viverne il “sacrificio”. Viviamo un imbarbarimento del concetto stesso di società in cui le persone sono sempre più concentrate su l’accumulo di cose “usa e getta” che sono volte a alienare l’individuo dalla comunità, dalla coppia, dal senso stesso che rende l’uomo un “essere sociale”.

La sua è anche una grande sfida come regista, da cosa nasce la passione per la regia? e da quanto tempo?

Amo da sempre il cinema e con esso la capacità di narrazione. Sono una persona che in tutto ciò che fa tende a “vedere l’insieme”, a trovare i pezzi giusti per costruire il puzzle. Sono una donna curiosa e osservatrice e amo sperimentare. Nel corso della mia carriera ho avuto la fortuna di ricoprire molti ruoli relativi all’ideazione e allo sviluppo di opere audiovisive, dall’attrice all’autrice, dalla direzione di produzione alla regia e questo oggi mi rende capace di partire da un’idea fino alla sua realizzazione e diffusione. Inoltre, ho sempre desiderato poter regalare delle emozioni, profonde, sincere e non esiste nulla di più magico al mondo del cinema. Spero di poter lasciare un segno, di poter fare riflettere e forse, chissà, un giorno di dare un mio piccolo contributo per rendere migliore questo mondo.

Cosa l’affascina maggiormente nel fare la regista?

La possibilità di dire la verità senza filtri, di essere una voce fuori dal coro scevra di tutte le sovrastrutture di questa società in cui ogni azione è diventata politicamente scorretta. Sono rimasti solo gli artisti a poter dire le cose come stanno. Solo con la risata o la maschera di un attore possiamo ancora gridare alle ingiustizie e mettere a nudo verità assurde e dire quando qualcosa non va bene senza avere il timore che qualcuno poi ci dica che lo facciamo solo perchè è bianco o nero, perchè è donna, o uomo, perchè è eterosessuale o gay. Adoro la possibilità di poter scegliere le menti brillanti con cui lavorare. Sono affascinata dalla capacità visionaria di autori e artisti di ogni genere e ritengo un privilegio assoluto poterne condividerne i pensieri e permettendo di lasciare impresso in un film il racconto di menti geniali.

Quali sono i ricordi più belli sul set di “ Punto di Rottura? , e le perplessità e difficoltà avute durante le riprese?

E’ stata una produzione all’insegna dell’Ansia. Avevamo pochissimo tempo per girare molte scene, spesso complesse. Credo di avere dormito una media di due ore al giorno per tutta la settimana. Ho un ricordo tenero di tutta la squadra che stremata, ha lavorato con orari assurdi e con un caldo terribile. In quei momenti puoi solo commuoverti davanti alla passione per il cinema. Non esistono altri lavori per i quali puoi fare così tanto, anche fisicamente, senza un giusto peso economico. Poi ci sono stati molti momenti di tensione dovuti soprattutto alla fretta di dover abbandonare set che non potevano essere usati oltre gli orari concordati. Ad un certo punto ho pensato seriamente che non saremmo riusciti a finire tutto il lavoro. Invece, ancora una volta, il miracolo è avvenuto!

Quali sono le sue ambizioni come regista?

Prima di tutto vorrei regalare emozioni. Poi vorrei lavorare con grandi attori e già in questo caso devo ringraziare un cast meraviglioso fatto di professionisti a partire da Lidia vitale e Francesco Stella a cui ho affiancato due volti bellissimi che sono certa potranno avere un futuro di grande soddisfazione: Sofia Bruscoli e Francesco Ferdinandi.
Chiaramente spero soprattutto di poter fare della regia il mio principale lavoro per poter raccontare storie belle, importanti e significative.
Infine, va benissimo vincere Il David di Donatello, i Nastri d’argento o gli Oscar… Mai mettere limiti alla provvidenza!

Claudia Vincenzino

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