“Presenti Passati”, interessante collana di Einaudi Ragazzi. La conoscenza della storia e della cronaca a noi relativamente lontana, efficace strumento per comprendere la nostra contemporaneità, utile sostegno allo sviluppo del senso critico

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In un mondo frastagliato, frammentato, frastornato è più che mai necessario avere a disposizione punti di riferimento stabili che ci permettano di comprendere ciò che avviene oggi: valori appresi quando eravamo bambini, insegnamenti da persone per noi importanti – i maestri di vita, incontrati non soltanto a scuola – la nostra personale sensibilità, mezzo potentissimo se adeguatamente coltivata e non repressa.

Ma per riuscire nell’impresa bisogna essere anche in grado di costruire, a partire da questi rigidi puntelli, veri e propri punti nodali, dei collegamenti sufficientemente fluidi, realizzati tramite la conoscenza successiva e la pratica individuale.

Dobbiamo insomma saper unire i puntini per riuscire a cogliere l’immagine della realtà che ci appare davanti ai nostri occhi collegando la nostra personale prospettiva con quel che vediamo, ascoltiamo, viviamo; le difficoltà attuali, forse maggiori rispetto a un tempo, sono generate, tra l’altro, dal fatto che tale rappresentazione del mondo può modificarsi in modo rapido e significativo all’aumentare delle informazioni che a volte cerchiamo, ma molto più spesso subiamo.

Non sempre abbiamo infatti il tempo per lasciar decantare quel che abbiamo appena appreso perché immediatamente ci arriva un altro stimolo, un’altra lettura, un’ulteriore tassello che si aggiunge al nostro personale puzzle prima che il precedente abbia potuto trovare il posto che riteniamo essere, per il momento, il più adeguato possibile.

Ecco allora che ci troviamo disorientati e, perdendo di vista la chiarezza su quali siano le reali priorità, affastelliamo tutte le informazioni che disordinatamente ci arrivano, rischiando così di perdere il significato vero e passare dall’essere padroni responsabili delle nostre azioni, ad accettare di lasciarci guidare dal gruppo che ci è più vicino o, peggio, dalla massa che ci circonda, diventando sempre più passivi e, purtroppo, complici di chi usa a proprio vantaggio questa situazione.

Lo spazio si è sempre più ristretto, permettendoci di conoscere eventi a noi geograficamente lontanissimi nel momento in cui avvengono, ma al rischio, inevitabilmente connesso, di aumentare sempre più la nostra confusione, si aggiunge l’opportunità di comprendere meglio quel che ci è più vicino attraverso il confronto tra fatti anche emozionalmente a noi molto distanti: la ricerca di ciò che li rende simili a ciò di cui facciamo personale esperienza, prima di evidenziare ciò che li distingue.

Su questa linea si può situare “Presenti Passati”, “prima collana di saggistica per ragazzi in Italia”, ideata nel 2019 da Einaudi Ragazzi – Edizioni EL e che a tutt’oggi conta già quattro diverse proposte:

  • “Lettere a una dodicenne sul fascismo di ieri e oggi” di Daniele Aristarco – gennaio 2019
  • “Cosa hanno mai fatto gli ebrei? Dialogo tra nonno e nipote sull’antisemitismo” – di Roberto Finzi – aprile 2019
  • “Bullismo – Una storia per capire” di Giusi Parisi – settembre 2019
  • “Prof, che cos’è la Shoah?” di Frediano Sessi – gennaio 2020

Per esemplificare la nobile arte del confronto chiamata in causa poco fa, sono molti gli elementi che accomunano questi testi, oltre ovviamente a essere dedicati ai giovani (l’età consigliata va dagli 11 ai 12 anni).

Innanzitutto, pur non essendo associabili direttamente al genere della narrativa, sono avvincenti come un romanzo, capaci di coinvolgere e suscitare l’interesse di un pubblico anche adulto, rompendo così in un sol colpo ben due stereotipi: “saggio, quindi noioso” e “ciò che è scritto per bambini e ragazzi è poco interessante per i loro genitori”.

Di conseguenza, costituiscono una felice occasione per suscitare un dialogo maturo su argomenti di attualità tra generazioni, proprio perché dotati della comune struttura di dialogo, reale o ideale, tra uno o più giovani e un adulto; sono costruiti in modo ogni volta diverso, da professionisti dell’educazione formale in grado di svestire i panni spesso paludati dei docenti per assumere con naturalezza il ruolo di zii, nonni o fratelli maggiori dotati di un’esperienza più ampia e della quale si sentono portatori, consapevoli del dovere e della responsabilità di trasmetterla ai più giovani.

Lo stile di scrittura, creativo, originale, attento e rispettoso nei confronti del destinatario primario, offre inoltre notevoli spunti per chi, tra gli adulti di riferimento, vorrà prendere spunto da essi e, oltre ai temi proposti, affrontare con i propri ragazzi altri argomenti, forti di una serie di tracce segnate con competenza e attenzione da queste notevoli proposte editoriali.

In attesa delle prossime uscite, per lasciarsi ispirare ancora da ulteriori suggestioni.

Paola Pini

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