Una gamma d’eterogenei personaggi sociali vive disavventure e paura nella”sit-com” metropolitana ”Direzione laurentina”

Data:

Al Teatro de’ Servi di Roma, fino all’8 marzo 2020

Importante oggi per la comunità civile è la rapidità negli spostamenti continentali,nazionali ed urbani, per raggiungere in sicurezza e facilmente con poco dispendio di tempo ed energie i luoghi del loro lavoro e del business: ecco perché allo sviluppo dell’aviazione civile dell’inizio del XX SECOLO s’è aggiunta la creazione delle linee ”low coast” ed a miglior prezzo, mentre nelle metropoli si diffondono i collegamenti incrociati”underground”. Tuttavia, a parte gli scioperi per le rivendicazioni del personale garantiti dal diritto sindacale, spesso si registrano dei disservizi come la rottura delle scale mobili e degli ascensori, disfunzioni tecniche delle linee e dolorosi incidenti, per cui i viaggiatori sono costretti a sopportare uno snervante stress ed il panico di restare ingabbiati come topi sottoterra per un tempo indefinito. Ciò è quello che provano personaggi di differente condizione sociale, dalla guardia giurata, ad uno zingaro coatto venditore e suonatore ambulante afghano,una massaia di periferia e sua figlia incinta,una graziosa giovane dottoressa ginecologa, nella ”pièce come fotografia di vita in un interno con la denuncia di ciò che devono soffrire di Veronica Liberale, impegnata lei stessa sulla scena nei panni della professionista. Siamo nella stazione policlinico della tratta B della metropolitana della capitale ed ognuno ha la diffidenza del contatto con gli altri che non conosce, oltre a preoccuparsi dei propri bisogni,come la ragazza che ha fame e poi viene colta dalle doglie e, l’extracomunitario che cantando avvicina tutti per avere un’offerta e così disturba al punto che il vigilante in modo arrogante gli chiede i documenti,dopo una conversazione telefonica con cui aveva fissato un urgente appuntamento per un inquietante prestito di denaro al capolinea laurentino. La puerpera si sente male e per aiutarla gli altri,passata l’iniziale incomunicabilità, da naturale quotidiana diffidenza,perdono l’ultimo treno e con sconcerto s’avvedono di essere in trappola, per la chiusura dei cancelli. Logico allora rivolgersi all’unico strumento di contatto,ovvero il prezioso ed inseparabile cellulare,ma un ennesimo brutto guaio sta capitando ai poveri disgraziati di turno.Fuori s’è scatenato un nubifragio e la rete non è coperta, per cui nessuno riesce sulle linee d’emergenza a comprenderli,con in più la notizia letta sull’apparecchio elettronico che il giorno dopo c’è uno sciopero dei mezzi pubblici indetto per 24 ore.In realtà questa in cui compare un quinto elemento di colore all’orizzonte che si presenta e qualifica come un deus ex machina imprevisto è solo una delle due alternative del finale interattivo, dopoché il vigilante nella foga di tenere a bada l’asiatico ha esploso un colpo di pistola incautamente.In realtà in tale apologo metropolitano potrebbe dominare pure la tristezza ed il collaudato e valido regista Pietro De SILVA è bravo ed intelligente nel lasciare allo spettatore la soluzione che potrete scegliervi da soli.Lo spettacolo è al teatro de servi fino all’8 marzo 2020.

Susanna Donatelli e Giancarlo Lungarini

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