GRAZIE A LUI SE ESISTE IL MUSEO EGIZIO DI TORINO

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Bernardino Michele Maria Drovetti, questo nome è legato al più grande ritrovamento della storia, questo nella Valle dei Re, ancora avvolto da misteri, tra il mare di sabbia del Sahara, dove nacque l’Egitto.
Se ancora questo non vi dice granché, sappiate invece che il piccolo paese di Barbania in provincia di Torino, è considerato importante, poiché il 4 gennaio del 1776 diede i natali al suo illustre cittadino. Potranno cambiare i tempi, ma i giovani restano sempre gli stessi. Anche lui come tanti suoi coetanei, desiderosi di scoprire il mondo e uscire dal proprio nido famigliare, allo scoccare del ventunesimo anno di età, approdò come ufficiale nell’esercito napoleonico durante la campagna d’Egitto, divenendo in seguito console francese in Alessandria, da qui la storia inizia a prendere consistenza. La permanenza nella terra dei Faraoni gli permise di collezionare reperti archeologici raccolti durante gli scavi nei pressi della città di Tebe, che vendette al re di Sardegna Vittorio Emanuele II (1824) per la “modica somma di lire 400mila”. Sembreranno pochini oggigiorno, immaginatevi tale somma nella dimensione della sua epoca, oggi si potrebbe paragonare a una serie di operazioni di bilancio! Oltre a essere un collezionista, fu anche un ottimo mercante, giacché il suo commercio non terminò con il re, vendette altri pezzi sia al Louvre, sia al Museo di Berlino. Sarà stata questa la molla che indusse Bernardino Drovetti a iniziare il percorso non facile da realizzare mettendo i reperti trovati in un museo, soprattutto farli uscire dall’Egitto. In quel periodo, durante i ritrovamenti di oggetti archeologici non si andava molto per il sottile, in quanto era in vigore “chi primo trova, primo arraffa” e, inoltre, non era semplice trattare con il capo dei beduini, senza la quale  approvazione difficilmente sarebbe passato “ non un cammello, ma neanche un filo dalla cruna dell’ago”. Forse per via dell’egocentrismo o pezzi di raro valore, non mancarono pesanti alterchi tra il Drovetti e Giambatta Antonio Bolzon (vero nome di Giovanni Battista Belzoni), inizialmente amici e anch’esso esploratore. Come sempre gli affari vengono in primis, al punto di passare alle mani e forse oltre, trascinando gli operai agli scavi delle due fazioni. A parte questa piccola sfumatura violenta, Bernardino Drovetti riuscì nel suo progetto, conosciuto e invidiato, quello di realizzare il Museo Egizio di Torino (secondo solo a quello del Cairo), che esiste dal 1839, in un primo momento visitabile nelle sale del Palazzo dei Nobili.
Morì a Torino il 9 marzo 1852, la salma sarebbe dovuta essere tumulata nel Cimitero Monumentale, ma poi fu sepolto nella Valle dei Re, in Egitto, Torino lo ricorda con un busto posto nell’atrio del Museo.

Daniele Giordano

Crediti:
Apodemus
Wikipedia
Museo Egizio, Torino

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