“Due Ali di fiamma”. Massimo Triolo torna sugli scaffali con una nuova silloge poetica

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Il Poeta Massimo Triolo presenta la sua nuova silloge poetica, dal titolo Due Ali di fiamma, che è stata pubblicata proprio di recente dalla casa editrice siciliana Nulla Die. Ufficialmente uscirà a giugno, ma il volume risulta già ordinabile. Dopo la raccolta di racconti Ratafià (Ibiskos, 1996) e le sillogi Due chiacchiere con il diavolo (Zona, 2005), In ritardo sulla scena (Akkuaria, 2012), Acini di Sangue (Ensemble, 2017), Occhio e assenza (Raffaelli, 2019) e Trilogia dell’estasi, scritta insieme a Giovanni Tocci (Transeuropa, 2019). Triolo giunge a quest’opera, un vero e proprio compendio, una corposa silloge antologica di 167 pagine, dove lo scrittore di Arezzo, che è anche Artista figurativo, raccoglie liriche di anni fa, in cui emerge la sua autentica poetica, caratterizzata da un linguaggio esplosivo, a volte oscuro, che sa scavare negli abissi della sfera spirituale ed emotiva dell’essere umano, attraverso una lettura psicologica, filosofica, soprattutto sincera, tagliente, diretta, emotivamente potente. Sono flussi di versi contraddistinti da abbagliante energia vitale, capaci di giungere, subitamente e senza filtri, all’intimo del lettore.

I tuoi capelli fulvi e fatati
hanno lambito il mio petto nudo
come vento di zefiro,
a ondate, verdi distese.
Gli istanti erano perle del cuore della perla –
che bisogna di luce
come questa mia pelle bianca e fredda
in cerca di un riverbero di vita
da strappare all’arrocco della morte.
Lucidi ed algidi
i pensieri tagliavano la carne:
confitti nel profondo
delle nostre fisicità scisse dall’Idea.
Regina della notte e del giorno,
regina di gaudio e pianto;
candore e fanga,
caduta e redenzione nei tuoi occhi azzurri.
Regina mia la notte tracima nel giorno
e si porta attraverso lo staffilare
della pena, che amalgama sette volte
sette alibi di liliale freschezza al pianto.

Come accade in Cristalli di una notte, in certi casi, queste liriche si fanno istanti di vita, lasciando così spazio ad arioso lirismo, sempre comunque intriso di quella consistenza malinconica, che ha a che fare con l’irreversibile di una vita che non può cambiare e che non può essere cambiata, il tutto raccontato attraverso un stile ricco e un andamento del verso snello e fluido, qualificato da tonda musicalità, che rende il complesso appetibile, nonché ben strutturato, organico… di spessore profondo.

Stefano Duranti Poccetti

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