LE CASE CHIUSE, TRA BAGORDI E OMICIDI

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Il dilemma permane quando si dice “quello è un mestiere vecchio come il mondo”, un’attività che si perde a memoria d’uomo… chissà chi fu la prima “lupa” a esercitarlo, sarebbe interessante scoprirlo, magari aprendo un dibattito.

Le notizie giunte sino a noi sulla prostituzione risalgono già ai tempi dei romani e forse ancor prima. Il meretricio si teneva dapprima tra osterie e contrade, continuando poi nei luoghi deputati al piacere sessuale chiamati lupanari (da lupa = prostituta) associata al culto della dea Lupa.

Nel secolo scorso, i postriboli si raffinarono, evolvendosi, sino a diventare “case chiuse” a servizio del cittadino, gestito dallo Stato con severe regole e obblighi da parte delle “inquiline”, ricevendo le dovute cure mediche e la propria prestazione tradotta in denaro. Queste venivano anche la protette, anche se poteva accadere che finissero  nelle grinfie di squilibrati o innamorati, come capitò per “Tilde la rossa, nome di battaglia del talamo”, rinvenuta seviziata e denudata in un magnifico parco di Torino, quello del Valentino, dove i cadetti militari erano abituati a portare a passeggio le loro amate. Si è trattato di uno di quei casi dove il brutale assassino non fu mai scoperto, per citarne uno ancor più clamoroso, l’inglese Jack, lo squartatore o il francese Louis – Joseph Philippe, il primo si fece beffa di Scotland Yard, il secondo ghigliottinato.

In città le case di male affare erano dislocate ovunque, da quella di Palazzo di Città o di via Porta Palatina, sino alle vie Stampatori e Cernaia, quest’ultimi edifici furono demoliti causa della cosiddetta diagonale, poiché Torino iniziava la trasformazione urbana della città e quindi stava “chiudendo” col secolo passato, ma anche per lo squallore di quell’isolato, dove la parola igiene non era mai di casa…

All’interno di questi postriboli, i frequentatori che fossero abituali o di passaggio, potevano trovarsi dall’avanzo di galera al gentiluomo, senza dimenticare quelli che andavano per fare “flanella”, comunque sia tra essi e questi luoghi di piacere esisteva una selezione semplice e naturale, causata dal proporzionato rigonfiamento del portafogli, dalle “locatarie”, le quali si contraddistinguevano tra sciatte a quelle più altolocate, di conseguenza i prezzi oscillavano non poco. Per terminare, la differenza la faceva anche la simpatia di chi gestiva la casa: la Maîtresse.

A Torino, come nel resto del Paese, la persona desiderosa della prima esperienza o di provare nuove emozioni, sceglieva il luogo più consono alle proprie finanze. Su questo principio, poteva trovare, oltre la discrezione, bellezza, raffinatezza e l’intelletto della persona scelta, pertanto le più gettonate case di piacere furono quelle situate in Corso Massimo d’Azeglio, via Massena e Michelangelo. Se ambivi a qualcosa di molto particolare e volevi veramente essere soddisfatto senza rimpiangere il denaro versato… in questo caso, c’era un solo posto: Il “Babi di via Barbaroux”. I soldi richiesti, contrapposti alla merce, erano ben spesi.

Il mestiere rendeva e non morivi di fame, anche la delinquenza non mancava da parte delle donne, quando la Regia Polizia le pizzicava, erano trasferite nel carcere delle Torri Palatine. Un sacerdote (compagno di seminario e amico di don Bosco), cercò di prendersi cura di queste donne uscite dal carcere offrendo insegnamento e lavoro, in modo da non riprendere nuovamente la via sbagliata. Don Pietro Merla, questo il suo nome, con l’aiuto delle suore, si prestò a fondare il Ritiro di San Pietro Apostolo, fu la prima casa di accoglienza per giovani donne già nel lontano 1854. Tornando in tempi più vicini, esiste una data storica e memorabile, fu quella del 20 febbraio 1958. Quel giorno la notizia aveva scosso l’intero Paese; in precedenza, l’ONU nel 1949 avevano impegnato gli stati membri a punire chi traeva guadagno dalla prostituzione. La senatrice Angelina Merlini fu la portavoce, sposandone la causa, il parlamento italiano abolì tutte le Case di Tolleranza. Alcuni degli ultimi bordelli ancora rimasti aperti fecero ricordare a coloro che si trattennero una notte di sfrenati bagordi, sino allo scoccare della mezzanotte!

Daniele Giordano

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