NAPODANO: “MALEDETTI ANNI ’80”

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Oggi intervisto Daniele Napodano, musicista e cantautore italiano residente in Belgio, metà artista e metà ratto, Napodano è nato e cresciuto in un contesto fortemente musicale, muovendo già in tenera età i suoi primi passi sul pianoforte. Dopo anni di incessanti incursioni attraverso mondi e generi musicali, di viaggi ed esperienze, il suo cammino è stato illuminato dall’adozione di una coppia di ratti. Amandone profondamente l’indole e il comportamento, entra in simbiosi con i roditori, trovando l’ispirazione per realizzare il singolo che porta il nome del suo EP: “Storia di un Ratto”. Dopo l’interessante successo radio e stampa del secondo singolo “Lucciole” dall’album “Sarà la libertà” (Street Label Records), Napodano rinfresca il suo sound avvicinandolo alla nuova scuola indie pop. Da venerdì 8 maggio Napodano ha rilasciato il suo nuovo singolo “Maledetti anni ’80” (Street Label Records/Believe Digital), che si trova disponibile in digital download, sulle piattaforme streaming e in rotazione radiofonica.

Ciao Napodano voglio iniziare questa intervista chiedendoti di parlarci un po’ di te. Sei italiano… ci vuoi raccontare le tue origini italiani e anche un po’ della tua vita artistica?

Ciao, sono nato a Roma con forti origini della costiera amalfitana; sono cresciuto in una casa che era un porto di mare di musicisti, colleghi di mio padre, ho vissuto fin dai primi mesi immerso nella musica e tra gli strumenti musicali. La mia vita artistica è stata un costante sviluppo, dall’avvicinamento al pianoforte, fino a trasformarla nella mia attività principale.

Nell’introduzione ho detto che dopo anni di incessanti incursioni attraverso mondi e generi musicali, di viaggi ed esperienze, il tuo cammino è stato illuminato dall’adozione di una coppia di ratti. Ci spieghi meglio questo aspetto?

Le persone adottano gli animali che più simpatizzano e a volte con i quali trovano più affinità; io sono affine ai ratti. Non piaccio a tutti, sono molto orgoglioso, molto protettivo nei confronti della mia famiglia e ho un grandissimo spirito di adattamento. I ratti della mia colonia si comportano allo stesso modo, spesso anche meglio!

Il tuo nuovo singolo si chiama “MALEDETTI ANNI ’80”. Di questo ho letto una sintesi che parla di un momento speciale dove la nostalgia cammina insieme alla felicità; è il momento in cui è facile ripensare a delle bellissime cose vissute e mentre le racconti puoi renderti conto che sei ancora più felice nel presente. Sorridi e pensi che sei fortunato a vivere entrambi quei momenti nello stesso tempo. Insomma ci regali un brano dove nostalgia e ricordi rianimano personaggi e luoghi degli eighties. Un percorso che ti porta ad esplorare con delicata malinconia la tua vita prima da figlio e ora da padre. Parlaci di questo brano e perché “Maledetti anni ’80”?

Già il periodo della quarantena ha portato un velo di nostalgia che è calato su tutti coloro che sono stati costretti a stare lontani dalla propria famiglia; io ho vissuto questa nostalgia col sorriso sulle labbra, perché ho avuto l’occasione di passare questi mesi ventiquattro ore al giorno con mio figlio appena nato. Gli anni ‘80 sono stati per me un periodo felice e spensierato, ricco di ricordi bellissimi, ma che non torneranno più, quindi quello che mi sentivo di fare è di raccontare a mio figlio quanto sono stato fortunato a viverli ma che sono ancora più fortunato ad aver avuto lui.

Infine, la domanda che ti voglio fare è: che progetti hai per il presente? Hai dei progetti di live in Italia?

Sono in continuo fermento artistico, scrivo in maniera costante e cerco di produrre più possibile; poco prima della quarantena avevo già cominciato con l’attività live in Italia, ma per ovvie ragioni abbiamo dovuto mettere tutto in pausa. Questo significa che non appena ci sarà possibilità di ricominciare sarò di nuovo in prima linea per far conoscere più possibile la mia musica nella mia terra natia!

Giuseppe Sanfilippo

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